Dubbi

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Tornò a casa, passando sempre attraverso la finestra. Erano le 5.37, cosa avrebbe potuto fare? Mangiare? Non se ne parlava: non mangiava da due settimane e si era convinta che il cibo facesse schifo. Era quasi anoressica: in poco tempo era dimagrita di sette chili. Ora il suo metro e e settantatrè ne pesava cinquantadue, avevano cominciato a vedersi le costole.

Optò per un po' di musica, dunque prese il telefono e cominciò a spararsi "True Friend" a tutto volume nelle orecchie.

Prese a ballare in modo scatenato e convulsivo. Come se dovesse combattere contro qualcuno. Un pugno a sinistra, un salto in avanti, e poi le mani chiuse l'una sull'altra come se stringessero un microfono invisibile, l'espressione di un grido d'ira sul suo volto. Era una delle sue canzoni preferite.

Percepì le vibrazioni dei passi di sua madre, si tolse le cuffie e si barricò sotto le coperte appena in tempo per il suo ingresso. I suoi passi si fremarono sulla soglia della camera della figlia, poi ricominciarono. Si avvicinò alla ragazza e si sedette sul bordo del letto di quest'ultima, le carezzò la gamba con fare materno.

«Stai diventand ciò che non vorrei mai, bambina mia.» disse «Le profezie si stanno avverando, stai presentando tutti i segni.» prese un respiro «Quelle unghie nere, le macchie viola sulla tua schiena. Non sarebbe mai dovuto succedere.» dette queste parole s'alzò e se ne andò.

Non capiva. Che significava? Che stava succedendo a lei? Al suo corpo?

Quando sentì la porta chiudere si lasciò scappare un sospiro. Stava trattenendo il respiro e non se n'era nemmeno accorta. Aprì gli occhi e notò i primi chiarori dell'alba. Erano le 6.13, forse aveva preso un po' sonno e non se n'era accorta. 

Si guardò le unghie alla luce del telefono, sua madre aveva ragione: erano nere, ma non se l'era smaltate. Ancora non capiva.
Si fecero le 8.43 e si diresse a scuola. Quell' oggi aveva due ore di educazione fisica; in spogliatoio c'era uno specchio a visione intera. Si guardò: due macchine viola le solcavano la schiena dalle scapole fino a poco prima dell'osso sacro. Cosa significava?

Proseguì il resto del giorno come tutti gli altri giorni, come se nulla fosse. Pensò e le venne in mente che non mancava molto al suo diciassettesimo compleanno. Era così giovane eppure ne aveva passate tante, e ne avrebbe passate tante altre ancora. Contò i giorni: ne mancavano solo otto.

Sapeva che quell'anno sarebbe stato diverso dagli altri anni. Se lo sentiva come se dentro di lei si fosse innescato qualcosa.

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BUON NATALEEEE!!! Questo è il mio regalo, spero vi sia piaciutooo.

Analiziamo il capitolo.
Al suo ritorno dalla passeggiata notturna Moonlight ascolta una conversazione fattale dalla madre, una conversazione che forse non avrebbe dovuto ascoltare. anche se, tutto sommato, le rivela certe cose che la mettono un po' in dubbio sul suo vero essere, e non capisce cosa le sta succedendo...

Detto questo io vi faccio ancora tanti auguri di Natale e già che ci sono anche di un buon anno nuovo, siccome non riuscirò a farveli a tempo debito.
E noi ci sentiamo di nuovo a gennaio!

Un bacione,

Alex

First Moon: La Dinastia Della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora