Trasformazione

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Si diresse al parco, dove trovò il piccolo Jacopo.

«Ciao Moonlight!» la salutò il bambino, che teneva per mano una bimba minuta, dai deliziosi capelli ramati e la pelle chiara come il latte.

«Ciao piccolo Jacopo.» lo salutò la ragazza.

«Lei è Lively, la mia fidanzatina!» esclamò il bambino entusiasta.

«Ah si?»

«Si, e lui è solo mio!» esclamò la bambina.

«Oookay, vi lascio ai vostri discorsi da donne, vado dal babbo!» il piccolo corse dal padre e Lively sorrise a Moonlight.

«Mi piace tantissimo Jacopo, mi ha anche regalato una margherita?» e mostrò orgogliosa il fiore.

«Che bella! Senti, vuoi fare un regalino a Japo?» Lively annuì. «Le vuoi due treccine?»

Lively esultò e si mise a saltare, poi porse due elastici per capelli a Moonlight. Dopo pochi minuti la bambina aveva i capelli raccolti in una morbida treccia a lisca di pesce che le cadeva morbida sulla schiena.
Moonlight sorrise e rimase lì ancora per un po'.

Poi accadde.
Avvertì un leggero dolore alla schiena e decise dj andare a casa a prendere un antidolorifico. Più il tempo passava, più i dolori aumentavano.
Arrivò a casa, tolse le scarpe e corse in camera sua. Il dolore era insopportabile. L'armadietto delle medicine era davanti a lei, ma sentì la schiena squarciarsi e venire lacerata, urlò dal dolore e cadda a terra, priva di sensi.

Si svegliò stesa a terra, davanti allo Apecchio dell'armadio, proprio dov'era svenuta.
Provò ad alzarsi con scarsi risultati, riuscì nel suo intento dopo qualche tentativo.

Si guardò intorno: l'unica luce presente proveniva dalla luna piena che stava sola in quel mare che è il cielo. Poi guardò lo specchio e si vide: alle sue soalle due ali viola, dalle lunghe e lisce piume, i suoi capelli erano blu elettrico e violetto, la pelle ancora più chiara del solito, e gli occhi... Gli occhi erano completamente bianchi, solo la pupilla spiccava nera e verticale, come quella dei felini, in tutto quel chiaro.

Si diede un pizzicotto, giusto per essere sicuri, ma tutto quello era reale.

Si guardò le unghie: più nere che mai.

Provò a muovere le ali e le risultò stranamente facile. Sorrise: le piaceva.
Poi si concentrò e riuscì a ritrarle e ad estrarle senza particolari dolori.

Dopo qualche minuto di confusione la voglia di scoperta prese il sopravvento, così scese le scale ed uscì, fiondandosi al giardino sul retro. Spiegò le ali ed accadde l'incredibile: volò. Le sue ali si muovevano elegantemente, come se guidate da una musica muta.
All'inizio era instabile, ma dopo una dozzina di minuti riuscì ad essere discretamente abile.

Poi le vennero in mente i sogni dei giorni addietro.

Si posò a terra con una grazia spiazzante e ritrasse le ali.
Cominciò a correre così velocemente che le venne anche difficile distinguere le cose a lei circostanti.
Riuscì a correre sul muro di casa e si fermò sul tetto, senza un minimo di fiatone.

Osservò la periferia di Salt Lake City senza luci, immersa nel buio, ma riusciva comunque a riconoscere ogni singola sfumatura che la circondava.

Le venne un'idea: perché non andare al Lago?
Così aprì le ali e si librò in volo. Vedeva la città estendersi sotto al suo sguardo e all'improvviso fu come se tutti i dubbi, le incertezze e i pensieri negativi fossero scomparsi, lasciando spazio alle riflessioni su quanto fosse bello quel panorama.

D'un tratto sentì un urlo. Come non detto... Pensò atterrando sul tetto di un palazzo.

«Ti prego, non farmi niente!» la voce ora sussurrava e sembrava venire da un centinaio di metri da lei.

«Tranquilla, bambolina, con me ci si diverte!» sghignazzò una voce bassa e roca.

Moonlight scattò e si diresse verso le due voci saltando da un tetto all'altro. Tra due palazzi abbandonati, in un vicolo isolato, si trovavano un uomo e una ragazzina minuta minuta.

«Non farmi del male, non farmi del male!» continuava a ripetere la ragazza.

Stava assistendo ad uno stupro? No, ma se non fosse intervenuta l'avrebbe fatto. Saltò giù ed atterrò perfettamente in piedi, senza fare il minimo rumore.
«Lasciala. Stare!» scandì ogni parola.

L'uomo si girò di scatto. «E tu da dove cazzo sbuchi?» esclamò.

Moonlight non rispose e si scagliò su di lui alla sua velocità disumana. Lo sollevò pera maglia sudicia e lo abbagliò con i suoi occhi di luce bianca.

«Cosa sei?» chiese l'uomo.

«Non li so nemmeno io.» disse la ragazza, per poi scagliarlo contro il muro, poco distante dalla ragazzina. Si voltò verso questa e le sorrise. «Stai bene?» avanzò di un passo, ma la ragazzina ne fece uno indietro, per quanto possibile. «Non voglio farti del male. Vieni, fidati di me!» le porse la mano. La ragazza l'afferrò titubande e lo sguardo di Moonlight si addolcì ancora di più. «Ora aggrappati forte a me: ti riporto a casa.» disse stringendosela al petto, estrasse le ali e spiccò il volo. «Parlami un po' di te.» la intimò.

«Mi chiamo Selly Bubble, ho 15 anni. Stavo tornando a casa da una festa, grazie per prima.»

Moonlight le sorrise e non disse niente fino alla casa di Selly, sorprendentemente vicina alla sua. Atterrarono sul terrazzo, Selly fece per andarsene, ma Moonlight la fermò. «Sta' più attenta la prossima volta. Domani mattina ti vengo a prendere per andare a scuola, okay?»

Selly annuì, abbracciò Moonlight e sparì tra le mura domestiche.

Spiccò il volo e poco tempo dopo usciva dalla doccia per andare sotto le coperte, vestita solo con l'intimo.

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Analizziamo il capitolo.
NON AVETE IDEA DA QUANTO ASPETTAVO QUESTO MOMENTO. Finalmente comincia a prendere forma questo cavolo di libro, posso parlare liberamente di ali senza che le mie amiche mi bastonino per gli spoiler o perché non sanno di cosa io stia parlando. Comunque, Selly Buble... È importante nella saga, molto anche, uno dei personaggi più importanti, ma non dico altro a suo riguardo.
Vi ricordate dell'incubo? Ecco. Era un sogno premonitore per mostrarle i suoi poteri... ALCUNI, non sono tutti. Ha la super velocità, udito supersonico (e in futuro si vedrà anche un potere collegato a questo) vista notturna, forze inimmaginabili. Sono solo 4, ma ne verranno presentati molti di più tra un paio di capitoli circa.

Detto questo, io vi saluto.

Un bacione,

Alex

First Moon: La Dinastia Della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora