Compleanno... Più o meno

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Non riusciva a dormire. Si era coricata già da un po'.
Si girava e rigirava nel letto, aveva guardato un po' del Signore degli Anelli, non l'aveva mai entusiasmata granché, ma era l'unica cosa abbastanza decente che aveva trovato.

Guardò l'orario: le 2.17 del mattino. Perché sua madre non era ancora tornata? Semplice ritardo, cercò di convincersi del fatto che fosse solo un piccolo ritardo, anche quando arrivarono le 2.31 e lei in casa ancora non c'era.

La stanchezza prese il sopravvento e s'addormentò tra mille domande.

La mattina seguente fu lo squillo del telefono a svegliarla: Numero privato.

«Pronto?» disse lei.

«Pronto, qui la centrale di polizia Saint Margaret. Lei è la signorina Moonlight Shine?» fece una voce dall'altro capo del telefono.

«Sì, sono io...» rispose lei preoccupata. Che era successo?

«La chiamiamo per dirle di sua madre: questa mattina alle 2.11 ha avuto un incidente stradale fatale. È invitata a recarsi da noi alle 9.10 di questa mattina per ulteriori informazioni, arrivederci.» e l'agente riattaccò.

Non era possibile. Non poteva! Proprio il giorno del suo compleanno? Un anno da dimenticare.

Posò il telefono sul comodino con la mano tremante. Forse... Si sarebbe dovuta fare una doccia... Sì una doccia era quello che ci voleva. L'acqua calda l'aiuto a prepararsi per affrontare quello che sarebbe potuto essere il giorno più brutto della sua vita.

Prese dei jeans a sigaretta, una maglietta a maniche lunghe azzurra e raccolse i capelli in una dolce treccia a lisca di pesce.

Uscì di casa alle 8.50, era ancora sconvolta dalla telefonata di quella mattina.

Arrivò in centrale alle 9.01, aveva avuto la fortuna di trovare un autobus che passava vicino casa sua e che si fermava a due minuti a piedi dalla centrale.

Entrò e chiese informazioni ad una guardia. «Oh, ti stavamo aspettando. Seguimi, ti accompagno in sala riunioni.» le disse e Moonlight la seguì.

La guardia entrò in ascensore seguita dalla ragazzai dai capelli di buio. L'ascensore era composto da tre pareti di metallo e una di vetro, dalla quale si vedeva il profilo sfocato della città: grigio con qualche chiazza colorata. Semafori, macchine, finestre, palazzi, strade, tutto troppo monotono.
Le porte dell'ascensore si aprirono su una stanza dalle pareti beige, illuminate da luci a neon posozionate sul soffitto. Al centro della stanza si estendeva un lungo tavolo, anch'esso beige.
La parete più lontana da lei era in vetro e dava la visuale sul panorama più bello e malinconico che Salt Lake City potesse mai donare.

«Prego, accomodati pure, Moonlight!» un uomo sulla cinquantina seduto al capo più lontano del tavolo le stava indicando la sedia accanto alla sua, intimandole di sedersi.

La ragazza, titubante, si sedette e guardò tutti gli altri che stavano nella stanza. «Allora... Come mai tutte queste persone per un semplice incidente stradale?» chiese quasi con le lacrime agli occhi.

«Moonlight, sai cos'è la CIA?» chiese l'uomo facendo orecchie da mercante.

«Che domande, certo che so cos'è la CIA, ma non capisco cosa possa c'entrare ciò.»

«Sono l'agente Blue, codice 074 925 8631, ti monitoriamo da un po', da due mesi, diciamo. Quello di tua madre è un caso molto strano...»

«Aspetti, aspetti, aspetti!» lo interruppe «Lei mi sta dicendo che sto in una Torre della CIA, ci sono chissà quanti agenti in quest'aula e mi avete stalkerata?»

«Sì. Abbiamo notato la tua agilità e la tua sorprendente resistenza, ci saresti veramente utile alle Hawaii...»

«Ed ora mi sta dicendo che sarei una potenziale agente? È serio? Capisco la CIA e tutto quanto, ma credo di non poterla soddiafare!» dettò ciò si alzò e si diresse furente all'ascensore, vi entrò e pigiò violentemente il tasto del piano terra.

«Almeno pensaci!» le consigliò.

«Ma vaffanculo!» rispose, e si chiusero le porte.

Nell'arco di due minuti l'aula era vuota, dentro vi erano solo l'agente Blue e una donna. «Non l'ha presa molto bene...» gi disse questa.

«Fidati, agente Rose: tornerà.» affermò lui.

«Convinto tu, convinti tutti!» esclamò, scomparendo poi dietro la porta che dava sul corridoio dell'ottavo piano.

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MOMENTO MOMENTO MOMENTO
1) SONO IN RITARDO DI DUE GIORNI LO SO
2) È IL CAPITOLO PIÙ BRUTTO DELLA STORIA LO SO
3) SONO TROPPO CRUDELE LO SO

Eeeehm
Vi do il permesso di uccidermi... Già... Uhm... Preferisco il cappio...
DISPIACE ANCHE A ME MA LA MADRE DI MOONLIGHT DOVEVA MORIRE E LO SCOPRIRETE IN FUTURO
Ora, analizziamo il capitolo

La CIA... Bell'affare, o brutt'affare? Sinceramente non lo so nemmeno io...
La CIA, si sa, sa cose che l'intero mondo ignora, Moonlight è una di queste.
E l'agente Blue e l'agente Rose? Perché questi nomi? Perché non altri?
Questo capitolo è l'inizio della vera vita di Moonlight, e nei prossimi capitoli si capirà a pieno.

Un bacio,

Alex

First Moon: La Dinastia Della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora