Mai più

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Non voleva andare a scuola quel giorno: non aveva energie, non aveva la stessa vitalità di un tempo, non era più lei, non si riconosceva più: la vera Moonlight sorrideva e rideva ad ogni infima cosa accadesse (bella o brutta che fosse) e non stava in camera per più di metà del giorno a piangersi addosso per uno come lui.

Comunque sia, si alzò pigra dal letto, andò in bagno e si fece una doccia veloce, si lavò i denti e si vestì. Quando uscì erano le 6.50 del mattino, non si era nemmeno accorta di essersi svegliata così presto, in compenso aveva due ore per fare quello che voleva. Così decise di correre.
Correre la sollevava da ogni pensiero. Mise delle coulottes nere, accompagnate da un top sportivo del medesimo colore. Il nero per lei era un bel colore, perché non lo è, effettivamente. Lei pensava che il nero la rappresentasse, in quanto il nero è la mancanza totale di colore, così come lei era la mancanza totale di emozione. Erano entrambi apatici. Quest'aspetto le piaceva, e non poco.

Uscì di casa alle 7.01 senza fare rumore, per non svegliare la madre. Cominciò a correre veloce come un corridore alle olimpiadi: aveva una buona resistenza, poteva correre veloce per più di mezz'ora, non avrebbe sentito la stanchezza.
Passò davanti alla sua casa e si fermò. Guardò attraverso la finestrella della cantina seminterrata e lo vide allenarsi con quel duro sacco da boxe che aveva imparato a colpire per merito suo, per merito di quel ragazzo che l'aveva fatta soffrire così tanto. La razionalità le diceva di andarsene, la parte avventata le consigliava di irrompere in casa e menarlo di botte. Ma se ne andò: non valeva più niente per lei quel ragazzo... O quasi.
Si fecero le 8.07 e decise di tornare a casa: poco meno di un'ora dopo sarebbero cominciate le lezioni.
Arrivó a casa e mise la divisa della scuola (una gonna a pieghe nera che arrivava a metà coscia, una camicetta bianca e una cravatta nera con su il logo della sua scuola: la Salt Lake High School e delle parigine bianche).
Prese il suo zaino e se ne andò a scuola con musica heavy metal sulle orecchie a farle compagnia.

"Hold me close, don't let go, watch me burn
In this hospital
For souls"

Adorava quella canzone:

"tienimi forte, non mollare la presa, guardami bruciare
In questo ospedale
Per le anime"

Arrivó a scuola, si sentì prendere per un braccio, si voltò, ma scansò il gomito da quella stretta ferrea e prese a camminare a passo più spedito, voltandogli le spalle.
«Moonlight! Moonlight, fermati!» gridò lui andandole contro.
«COSA VUOI? ROVINARMI ANCORA LA VITA?! NON TI È BASTATA LA PRIMA VOLTA?! BÉ, VAFFANCULO, DRAKE, VAFFANCULO!» gridò la ragazza contro di lui, si girò, lo spintonò e se ne andò
«Moonlight, ti prego, dammi retta, io ti amo veramente!» la supplicò il ragazzo.
Moonlight si girò e lo guardò negli occhi.
«Non ti voglio vedere mai più. Hai capito? MAI PIÙ! Addio, Drake!» gli urlò contro, si voltò e così recuperò un po' della sua dignità.

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Ed ecco a voi quel bastardo di Drake che sinceramente odio dal più profondo del cuore, anche se l'ho creato io... Dettagli.

Abbiamo capito che a Moonlight piace la musica heavy metal e in particolare il gruppo dei Bring Me The Horizon, un gruppo Black Metal, Heavy Metal, Pop Rock e qualcos'altro che non ricordo perché ho la memoria di un criceto.

Ho l'influenza intestinale e la febbre alta, quindi se aggiornerò in ritardo la prossima volta è perché non ho avuto la forza di scrivere.

Un bacio,

Alex

First Moon: La Dinastia Della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora