Capitolo 1: La Nascita del Diverso

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Come ogni altra creatura sono venuto alla luce senza sapere cosa fosse: con gli occhi chiusi e avvolto dal buio, con i polmoni doloranti a causa del loro primo respiro.

Piangendo e dimenandomi fra le braccia di chi aveva avuto il coraggio di farmi nascere, di concedermi una vita seppur destinata al buio e all'odio.

Mia nonna materna mi strappò dalle braccia di mio padre e mi portò via, viaggiò con me stretto fra le braccia fino alla Siberia: la Terra Madre, là dove sarei cresciuto.

Viaggiammo per giorni e quelli furono gli unici tranquilli della mia vita, i soli dove mi fu donato un po' di calore e la beffa è racchiusa nel fatto che, data la tenera età, non mi è dato ricordarli, non ne ho memoria alcuna.

Il primo ricordo che ho è legato al buio e al freddo.

Vivevo lontano dagli altri, mi avevano relegato in una grotta scura ed umida in un luogo indefinito del bosco che c'era vicino alla riserva dei Dawn.

Mi ricordo di aver aperto gli occhi e di aver visto solo nera oscurità intorno a me, di aver sentito un freddo tremendo fin dentro nelle ossa e tanti piccoli sassolini che mi ferivano la pelle, la schiena, le braccia. Ogni cosa era ammantata di scuro gelo.

Ricordo ancora la voce dell'Alfa, era venuto di persona quella volta e il suo tono era caldo, forte e impregnato di disprezzo.

- Avevo un figlio come te - disse fissandomi intensamente con i suoi occhi grandi e dorati - era la parte maligna e non appena l'ho scoperto l'ho ucciso. Prima che ci mettesse in pericolo ho posto fine alla sua vita e dovrei farlo anche con te piccolo bastardo, ma Margaret giura che tu, piccola feccia, sei diverso. Un ibrido. Un dannato ibrido. Ha giurato che il figlio di suo figlio era speciale, che avremmo potuto sfruttare il tuo potere. Quale potere? Sai dirmelo insignificante ammasso di ossa? Sai dirmelo o per caso preferisci morire? Lo vuoi? Vuoi che lo faccia ora che sei ancora innocente? -

Innocente

Quella parola mi ferì il cervello, me lo distrusse e non potei fare a meno di parlare,i bambini si sà che son curiosi, vogliono sapere tutto e così anche io.

- cosa significa? Cos'è innocente? -

- innocente è chi non ha colpa, ma spesso si professa tale chi ne ha da vendere -

- io la devo vendere? -

- tu ci sei nato, ma farò in modo piccolo bastardo che tu ci sia utile. Sei diverso e fai paura perché nessuno sa come gestirti, ma sai questo cosa significa? -

Scossi la testa ingenuamente

- che sei materiale nuovo e grezzo, malleabile. Faremo di te l'arma più temuta di sempre -

- cos'è un' arma? -

- qualcosa di letale. Qualcosa che fa molto male e ora basta domande! Rimettiti seduto, domani comincieremo il tuo addestramento! -
E se ne andò lasciandomi solo nel buio della caverna che sarebbe stata per lungo tempo la mia casa.

Camminò via lentamente e se mi concentro posso ancora ricordare il rumore dei suoi passi che si allontanavano, i sassi che scricchiolavano e i rumori che rimbombavano sulle pareti, così come le sue parole che rimbalzavano nella mia piccola mente radicandovisi pesantemente.

Le parole dell'Alfa si fecero strada dentro di me, si insinuarono nella mia carne e fecero radici nelle mie ossa. Presero dimora nel mio cuore, albergando poi nella mia anima.

Tutte quello che aveva detto si mescolò e poi formò un puzzle.

Parte maligna
Diverso
Piccola feccia
Dannato ibrido
Innocente
Colpa
Piccolo bastardo
Arma
Qulcosa di letale

Tutto cominciò a vorticarmi davanti agli occhi ed ebbi chiaro che non sarei mai stato come gli altri.

Io ero altro.

Ero fuori da ogni schema.

Mi piaceva l'idea, mi elettrizzava sapere che nessuno era come me anche se non sapevo che presto sarebbe arrivata la malinconia e la rabbia, la frustazione e l'odio.

Ero speciale?

Forse, ma ero solo e nessuno nasce per stare isolato da tutto e tutti.

Soffrivo per questo, non potevo essere l'unico.

Avrei trovato un altro Me e lo avrei fatto mio. A qualunque costo.

Nessuno mi avrebbe fermato, avrei raggiunto il mio scopo e unico ragionevole obiettivo di vita lottando fino a che anche l'ultima goccia di energia rimasta a sorreggeremi non fosse svanita via come fine sabbia dorata fra le dita.

Avrei lottato fino alla fine dei miei giorni, fino alla morte.

Non mi importava della mia natura distorta e anzi, la avrei usata a mio vantaggio.

Sarei stato il più spietato, il più forte.

Il diverso che fa paura.

L'ibrido e la parte buia.

Elijah

Il mio nome avrebbe fatto tremare la terra sotto ai piedi dei miei oppositori.

Spazio autrice :

Eccomi qui con la nuova storia!
Allora, cosa ne pensate? Vi piace?

Ps: avviso già che gli aggiornamenti,per ora,andranno moooolto a rilento. Mi dispiace :(

Hybrid II: Elijah [Completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora