Lunedì 01/08

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Quando cammino, penso, e vorrei trascrivere tutto, poter ritrovare su carta quello che mi dico: dettagli, appunti, sensazioni, sentimenti, storie. Sono in vena di scrivere di ogni, di ognuno, seppur non pensando a niente, non facendolo per nessuno. Mentre ero in macchina, mi ero detto: "l'amo ancora, ogni ragazza è un amo in più, ma lei è la mia ancora". Chissà cosa pensate quando leggete, quanti film mentali vi fate. Ho scritto ciò non pensando ad alcuna ragazza, senza amare, senza amarmi. Cosa immagino quando lo faccio? Solo nero, un po' come buio, ma è sbiadito, come passato di punta. Ci apparteniamo, oramai, e non sarei io senza alcun vuoto da colmare. Non sarei io, quanto è ipocrita la gente che pensa di conoscersi? Io, come se ognuno fosse davvero qualcuno, come se non seguissimo tutti gli stessi modelli, gli stessi io già affermati. Non mi chiedo più chi sono, ma mi domando a chi assomiglio. Temo qualcuno possa assomigliarmi, mi dispiacerebbe da morire. Quando parlo, quando penso, quando vivo, mi riferisco a due diverse ragazze, una che c'è ed una che mi ha portato a questa poligamia. Però ne penso ad altre cento, anche se non le conosco. Non mi soffermo, miro dritto alla fine. Sul mio carro salgono solo le foglie secche e le gocce di pioggia. Camminando tra le persone, mi domando che senso ci sia a ciò. Perché proprio io? Perché sono nato per domandare, per scrivere di dubbi? Perché sono qui? Poi, due passi più avanti, ho incrociato lo sguardo di una ragazza che le somigliava. Chi tra le tante?, vi chiederete, giustamente. Quella giusta, quella per cui sono qui e non da nessun'altra parte. Quella per cui ho avuto il coraggio di dirmi: se sono nato per scrivere di domande, lei è l'unica che saprà darmi le dovute risposte. E chissà come risponderebbe ad un mio "ti amo"...
Vostro, Graphaema.

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora