04/08/2016

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Partivo sempre un po' prevenuta.

Non mi ritengo una persona piena di pregiudizi. Sarebbe meglio dire che li odio.
Ma c'era qualcosa dentro me che mi teneva ferma.
Che mi diceva ei, non correre così, potresti farti molto male.
Ma la cosa buffa è che con tutte le precauzioni (per quelle che era possibile prendere) ci restavo sempre secca. Aspettavo e aspettavo e dopo che il tempo mi faceva capire che era tutto apposto e che non c'era nessuna mina intorno a me ecco che spuntava qualcuno armato e mi colpiva in pieno cuore.
Non morivo certo, ma la ferita era profonda. E dopo svariati anni a ricevere ogni sorta di ferite profonde mi chiedo se sia giusto che io continui.
Che continui a percorrere la stessa meta, con lo stesso patetico risultato.
A ricevere gli stessi colpi e puntualmente lamentarmene, perché per quanto la stanchezza mi freni la lingua è l'unico modo che ho di accettare questo destino. Che forse sarà anche colpa mia, ma non riesco a sfuggirlo.
Come si fa ad abbandonare qualcuno senza che abbia fatto nulla?
Sembra tutto perfetto.
Lo è.
E ti senti felice.
Poi questa felicità per una cosa o un'altra si ferma, come a dire: adesso basta, ne hai avuta troppa.
Il fatto è che non basta mai.
Perché dovrebbe?
Perché si dovrebbe rinunciare alla propria felicità?
Anni e anni a cercarla e quando la trovi la lasci andare.
Così.
No, io la voglio.
Me la merito.

Con speranza e affetto:
Animetraifiori

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora