mercoledì 3/5/17

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Non ho mai saputo definire per bene il significato di amore, o del verbo ad esso affine. Avrei dovuto parlare di te, forse, quella volta in cui mi chiesero se mai qualcuno fosse riuscito a stupirmi, e avrei dovuto pensare a te, forse, quella volta in cui mi sono trovata un foglio bianco da riempire di parole sull'amore. In quel caso mi sarebbero tornati in mente tutti i particolari del tuo volto, come minuscoli pezzi di un puzzle si attraggono e si incastrano tra di loro. Alla definizione di amare avrei dovuto rispondere col tuo nome e basta, perché pretendere di spiegare ciò che è privato e inviolabile è egocentrico e inutile, oltre ad essere puramente impossibile. Il tuo sorriso, il luccichio frizzante dei tuoi occhi, la curva delle tue labbra e il modo in cui ridi, queste cose elencherò quando mi chiederanno perché ho scelto tra tanti proprio te.
Avrei dovuto scrivere il tuo nome e nulla più, una manciata di lettere accompagnate dal mio alito sospinto sull'inchiostro, quel l'inchiostro un po' sbavato in qualche punto, forse per le goccie di lacrime, chissà. Non avrebbero capito, gli altri. Perché solo un nome? Eppure per me amare sei tu, solo tu e nessun altro. Ho la ferma illusione, anche se ciò non mi comporta gioia, che tu sarai sempre il primo, il primo ed innocente filo rosso che ha creato una enorme matassa all'interno di questa gabbia toracica. Forse più in avanti lo capirò, cosa significa amare, forse sarò in grado anche di insegnarlo a te.

-εγο αμαρτια

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora