Gli alti edifici delle palazzine paravano i giovani dai pesanti raggi solari della controra, rinfrescati, se così si può dire, da un venticello caldo, fiato del deserto, e non si sentivano altro che loro e le foglie degli alberi che tremavano e, quasi quasi, sudavano, considerata la cappa d'afa che li avvolgeva, come una sauna a cielo aperto. A quest'ora stanno tutti dormendo, disse uno di loro, chi vuoi che rimanga sveglio con questa calura, Sì, gli rispose uno, solo noi possiamo spingerci oltre i limiti dell'intelletto umano. Le macchine posteggiavano i palazzi, le ante delle finestre non si esponevano fuori il loro perimetro, i tetti erano a fuoco. Come me, pensò il terzo ragazzo, che poi, ad alta voce, propose agli altri, Non potremmo andarcene a mare, piuttosto che starcene chiusi in questo quadrato di quartiere. Non ricevette risposte perché i due continuarono ad essere dediti ai loro impegni. Il primo ragazzo che aveva parlato stava realizzando un graffito su un muro pallido delle palazzine, ignorando il fatto che, un vecchio qualsiasi di qualsiasi piano dello stabile, se solo avesse fiutato l'odore di quella pittura disgustosa, perché i vecchi, si sa, hanno l'olfatto peggio dei cani, come soleva spesso dire, sicuramente meglio della vista, sarebbe, in un batter baleno, senza sapere come, né dove prendesse le forze, sceso a tutta velocità per urlargli contro tutto il male del mondo, a lui, agli altri due, ai genitori, agli zii, ai nonni, e così via dicendo. Il secondo, seduto su una panchina vicino al terzo, aveva tra le mani quell'aggeggio che tanto si vedeva nelle mani di chi aveva, perlomeno, cinque o sei anni mano di lui, oppure cinque o sei di più, una specie di trottola dalla denominazione inglese che andava tanto di moda, che si dicesse allentasse lo stress e aiutasse per la concentrazione. Di certo, a dubbia insaputa dell'ideatore e di chi accettava di entrar a far parte dell'elitaria cerchia di quelli alla moda, il primordiale macchinario sortiva gli effetti opposti, e si trovarono, in tempi non così tanto lunghi, una caterva di automi stressati, che avrebbero mangiato le unghie della loro mano e quelle dei vicini, e incapaci di prestare la loro attenzione ad altro che non roteasse intorno ad un perno centrale.
Il primo era consapevole delle iatture in cui andava incontro, ma era sfrontato e non udente a comando abbastanza da potersela cavare nel caso in cui il peggio fosse avvenuto, il secondo, invece, era totalmente ignaro. Come può l'attitudine di comportamento dell'essere umano verso una situazione, per quanto di poco conto sia, indurre un suo simile a trarne già delle conclusioni a riguardo.
Devi proprio fare adesso questi scarabocchi, c'è una puzza che infesta, disse il secondo, con fare piccato, Dovresti comprare qualcosa che ti inibisca anche l'olfatto, oltre che le cervella, A quello pensa già la tua fragranza immonda di sudore, tranquillo, Ah, e io convinto ci pensasse la merda fusa che hai testa, e così continuarono, con questi veementi scambi di battute, l'invettiva che, fosse stato più presto o più tardi, le vecchierelle avrebbero volentieri ascoltato, ché a loro, si sa da sempre, l'udito, più della vista che manca a ognuno, più dell'olfatto che è sviluppato nei mariti, è il senso più acuito. Il tutto avvenne sotto gli occhi, sì divertiti, sì annoiati del terzo ragazzo, che osservava la scena senza sapere se rimproverarli o vedere fin dove si sarebbero spinti finché ci sarebbe stato uno, e non sapeva chi di preciso, che avrebbe fatto un passo indietro e chiesto scusa, ma, suo malgrado, e anche fortuna, ciò non avvenne, perché nessuno chiamò la ritirata, semplicemente, si stancarono ambedue di rispondere alle apostrofi nemiche. Ci volle un po' a dire il vero, il tempo necessario per cui il secondo arrivò a dire, E non lo sai che questo materiale tossico che ti vendono i cinesi a nemmeno quanto ti venderebbero a te intero, esposto ai raggi solari, raddoppia, no ma che dico, triplica i suoi danni, tu, per i tuoi bozzetti, non solo ti stai mettendo a rischio in prima persona, ma questi son cose che riguardano prettamente te, perché se ognuno dovesse pensare anche alla salute altrui, oltre che alla propria, allora non ce ne usciremmo più, ma anche la nostra, che non abbiamo altro da fare che vedere questo fenomeno da baraccone. Il primo, vedendosi il suo lavoro sminuito, cosa che più delle altre lo fece irritare, visto sia che ci stava lavorando da un po', sia che ci teneva particolarmente a ciò che riteneva arte, seppur di strada, esagerò un po' troppo, secondo i canoni che stavano seguendo, negli insulti che gli rivolse, tant'è che non lasciò indenne neanche un membro della famiglia. Dopo avergli risposto a dovere, si sentì chiedere, Ma perché, quello è un graffito, ma non esitò a rispondere, placando i toni, riportandoli ad un livello quantomeno civile, Sì, come quella è una trottola ed un coglione quella che ne è in possesso. Convennero entrambi definendosi, scherzosamente o meno, questo sarebbe rimasto solo insito e segreto nei loro pareri personali, ma al terzo ragazzo, che ancora stava lì in silenzio, tra una risata ed una non convinta bacchettata, parvero segni di resa sinceri, sventolii di bandiere bianche dopo una guerra con pistola in gomma, come graffitista e trottolaio. Al terzo ragazzo, quello rimasto senza nome, venne da chiedersi chi fosse, se mai ci sarebbe stato qualcuno a definirlo, ma, soprattutto, se qualcuno, definendolo, lo avrebbe fatto amare così com'era. Lui una persona litigiosa non era, né eccelleva in simpatia o spigliatezza, era uno come tanti, normodotato, come spesso si diceva. Non poteva farsi conoscere né per estremo male, né per motivi a questi opposti. Normodotato, voltò nella sua mente questa idea, cercando di farsela piacere, ma non lo convinceva appieno, sembrava una cosa troppo legata al mondo della scienza, e lui nell'ambito voleva esserne alieno. Gli sarebbe piaciuto farsi chiamare per qualcosa di importante che aveva fatto, che, magari, avesse potuto aiutare gli altri, farli stare meglio. L'oblio lo spaventava perché temeva che, riflettendoci, lo avesse inghiottito, e, quindi, la definizione di sé non trovata, in una calda giornata estiva, a quell'ora del giorno, diventava problema di base dei suoi problemi esistenziali.
I suoi freddi pensieri tumultuosi vennero interrotti da una bomboletta che gli arrivò all'altezza dello stomaco con discreta forza, e non riuscì a trattenere un lieve gemito. Qui abbiamo un altro con la merda fusa in testa, disse il graffitista mentre si avvicinava alla panchina su cui sedevano gli altri due, Lascia stare, lo difese il trottolaio, questo in testa ha un sacco di cose, gli escono pure dalle orecchio, un altro po', Il problema non è da dove escono, continuò, sghignazzando, il graffitista, ma da dove vengono. Non ricevendo il plauso della critica, né un responso dal diretto interessato, né il riso di chi era intervenuto in sua difesa, si portò le mani ai fianchi, e prese ad osservare, di fronte, il lavoro che aveva completato. Non era il primo muro che imbrattava, tanto è vero che si contavano su una mano quelli ancora casti, e molti del quartiere davano la caccia al fuorilegge, addirittura, sentì che avevano pensato di impiantare delle telecamere, o di mettergli addosso una taglia, ricompensando chi lo avesse beccato in flagrante. Consapevole di ciò a cui andava incontro, come detto prima, temerario nel trasgredire, per quanto un ragazzo con una bomboletta e dei pomeriggi liberi possa fare, ammirava, ora, il segno del peccato, la sua firma, il suo marchio.
Non capisco perché tu faccia sempre lo stesso graffito, Ci sono affezionato, Ma è sempre uguale, No, varia di volta in volta, Il succo è quello, però, staticità assoluta, Se una cosa è bella non deve per forza essere cambiata, Se è bella, appunto, concluse il trottolaio, e sbeffeggiò l'amico che continuava a guardare avanti a sé, Comunque sì, riprese il graffitista, potremmo andare a mare, qualche volta, stare sempre qui ostruisce la mia vena creativa.
Il ragazzo ancora anonimo, al consenso, sorrise, perché andare lontano da lì, come dal resto, avrebbe potuto distrarlo dalla solita routine che lo avviliva e stemperava. E questo sorrisetto, non è che vuoi andare al mare perché hai qualche amichetta che ti aspetta, Voglio andare al mare per rilassarmi, non per altro, Tu non me la conti giusta, e diccelo che ti aspettano in gruppi da dieci ragazze, No, ti ripeto, e andarono avanti così per qualche minuto, perché a quel povero disgraziato gli era passato per la testa di sorridere a sapere che sarebbero andati a mare, e non aveva immaginato alle fallaci supposizioni che, prepotentemente, gli avrebbero rinfacciato dopo.
Passami la bomboletta, li interruppe il graffitista, rivolgendosi al ragazzo ancora anonimo non poco sollevato, devo fare degli accorgimenti, Ricordati, quando hai finito, di gettarci l'acqua di rosa, in modo da conservare intatta l'opera d'arte, non vorremmo mica che quelli del quartiere rimanessero delusi, disse il trottolaio.Al rumore delle chiacchiere, si sostituì quello delle foglie, quello della bomboletta che incideva ulteriore colore al muro, quello degli ingranaggi della trottola che roteava nelle mani del proprietario, quello dei pensieri che ronzavano come delle zanzare nella testa del ragazzo.
Si chiedeva cosa avesse fatto quest'estate, se fosse successo quello che, in genere, in quel periodo, ci cambia sempre, quello che non era successo ancora. In quel momento, però, avvertì nell'aria uno strano presentimento. Su più di qualche balcone, delle vechiarelle si erano affacciate per perlustrare la zona, nel loro duro lavoro di cavare anche il volare delle mosche, parlottavano tra loro, aggiornandosi l'un l'altra. Non si erano accorti che il tempo era passato, come spesso capita quando se ne ha troppo e si finisce per perderlo, che, oramai, la controra lasciava spazio al pomeriggio, e che, quindi, i letti degli appartamenti si erano svuotati quasi tutti.
Il ragazzo ancora anonimo non riuscì a dire agli altri due, Svignamocela, che è meglio andarcene, che la serratura del portone del palazzo su cui il graffitista si era sbizzarrito scattò, ma non fece in tempo ad aprirsi che i tre ragazzi, che andassero proprio al mare o meno non si sa, se l'erano data a gambe levate. Al povero vecchierello che era sceso con la speranza di catturare il furfante, senza neanche dirlo alla moglie o agli altri inquilini, perché voleva essere il solo eroe, magari, guadagnandosi anche la prima pagina del giornale locale, la lauta ricompensa ed anche un riconoscimento dal sindaco, non rimase altro che l'affanno, le imprecazioni bloccate in gola, ed un graffito di una nuvola, esattamente come tutte le altre, sull'ennesimo muro delle palazzine.Sto scrivendo, aspettatemi.
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Souls of the night | Wattys2016
De TodoUna raccolta di pensieri, pensieri di persone diverse, che però hanno scelto di collaborare. Anima ad Anima.