Domenica 28/08

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Le ho scritto.
Non è facile da ammettere.
Ho ceduto, perché non riesco ad ignorarla.
Più forte dell'orgoglio, è l'irrefrenabilità dell'amore, del desiderio.
Perché ho capito che, se stai fermo, nessuno ti viene incontro.
Parlare con lei, quando siamo soli, mi piace.
Mi piacerebbe passare ore a parlarle, e, ancor di più, mi piacerebbe che a lei piacesse. 
Mi piace quando sorride, quando, prima di farlo, mi guarda e poi porta lo sguardo al cielo.

Mi piace anche quando smette, quando inizia a stare in silenzio.

Mi piace perché lo facciamo insieme, e mi sento più vicino a lei.
Vorrei davvero che fosse lo stesso, davvero.
Sarebbe perfetto.
Il problema, è che vivo con l'ansia che vada via.
Perché, da me, prima o poi, se ne vanno tutti.
Vorrei scriverle tutto ciò che sento.

Qual è il problema?
Che, la nostra intimità, è sempre ridotta all'osso.

Proprio come questi periodi.
Con poche parole, qualche gesto, sguardi casuali.

Un "ti amo", che, forse, serberò sempre nelle mie fantasie.
E, magari, sognerò che lei risponda con un "anche io". 
Le ho scritto, e ancora non risponde.

Nemmeno adesso.
Rileggo le nostre chat, ora che siamo online dal vivo ma non ci chattiamo.
La penso, ed è bellissima.
Mi chiedo a che servirà tutto questo.

Lei fa le cinque di mattina, io la penso dalle cinque della mattina prima.
Alla prossima.
Vostro, Graphaema.

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora