02/08/2016

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La nostra inutilità

Ultimamente ho elaborato una teoria.

Avete mai visto il film "La teoria del tutto"?

Beh, questa è "La teoria del nulla".

Ma partiamo dalle basi...

Quante volte ci capita di sentire nostra madre dire «Ah, ecco Sonia che, come ogni mattina, va a camminare» oppure «Sempre qui, signor Mariani?» e quante volte si stupisce che, essendo in ritardo, non è riuscita ad incontrare quelle determinate persone?

Dunque, questa si chiama STABILITÀ.

«Stabilità: la presenza di requisisti tali da escludere l'eventualità o la possibilità di alterazioni o variazioni».

Questo è il concetto generale di stabilità, ma per noi cos'è?

Potrebbe essere andare a prendere ogni mattina il caffè alle 9.30 spaccate nel minuscolo bar di fianco all'ufficio, dove non ci si può nemmeno accomodare, data l'impossibilità di collocare tavolini a causa dei miseri cinque metri quadrati. E questo perché? Per sentire Eugenio, Antonio e Agostino discutere animatamente con un marcato accento trevigiano, riguardo alle nuove riforme in tema pensionistico.

Potrebbe essere accendersi una sigaretta subito prima di una giornata di interrogazioni, seduti sull'umido gradino sul retro della scuola, propinando a noi stessi la scusa «La cicca serve solo a calmare gli animi...».

Potrebbe essere avere sempre in sottofondo Roman Holidays a volume basso mentre siamo impegnati a fare i compiti. La canzone ripete e si ripete finché anche l'ultimo esercizio non sarà stato svolto, e questo accade da almeno due anni.

Noi facciamo affidamento su queste piccolezze, queste banalità, per poter vivere sereni.

Eppure, mentre noi ce ne stiamo qui a bere caffè, fumare e ascoltare musica, là fuori, distante da noi, si compiono guerre, muoiono civili, nascono bambini, che, però, non sono destinati a vivere, ma questo lo si sapeva, lo si sapeva ben prima che quella donna rimanesse incinta, ben prima che quel bambino nascesse e quella donna diventasse mamma. Ma mamma per quanto?

Noi le sappiamo, queste cose, noi lo sapevamo, lo sappiamo e lo sapremo sempre, ma, in tutta sincerità, quanto ci toccano queste notizie?

Vengono trasmessi messaggi e richieste d'aiuto dalla popolazioni africane.

Noi li guardiamo.
Rimaniamo momentaneamente impressionati da ciò che vediamo.
Lo spot finisce e noi torniamo alla nostra solita routine.

Con questo voglio dirvi che la nostra stabilità non ci rende solo particolarmente noiosi e prevedibili, ma ci rinchiude in una bolla protettiva, dalla quale è difficile, se non impossibile uscire; ci rende immuni a tutto ciò che accade lontano o vicino a noi.

Perché è questa La teoria del nulla.

Nulla cambia.

Nulla si evolve.

O, almeno, nulla che possa avere un significativo impatto su di noi.

Noi.

Siamo.

Immutabili.

E se il bar fosse chiuso per ferie?

E se avessimo finito le sigarette?

E se il lettore CD si rompesse?

A quel punto le impalcature del nostro piccolo mondo, che abbiamo costruito meticolosamente per molto tempo con così tanto scrupolo, crollano destabilizzandoci e noi viviamo con quel costante malessere, che può cessare di tormentarci solo nel momento in cui riprendiamo con i nostri piccoli gesti quotidiani e insignificanti.

Facciamo le stesse cose ogni giorno, le stesse stramaledette cose si ripetono all'infinito per permetterci di avere qualcosa su cui poter contare.

Noi non fermiamo guerre.

Noi non salviamo bambini.

Noi ci limitiamo a svolgere ciò che la nostra routine comprende, ciò che può renderci, quantomeno, soddisfatti.

Perché la stabilità è la prima sicurezza in un mondo di incertezze.

E io?

Io sono così prevedibilmente noiosa e immutabile?

Io faccio qualcosa per cambiare, per migliorare, per aiutare questo mondo?

Sinceramente? No. In fondo, io sono troppo occupata ad elaborare teorie...

In theory @BlackInkBlood

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora