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La maggior parte dei mostri che incontrano nella zona di Waterfall  annusano l'aria e fissano l'umano per qualche secondo prima di  scapparsene via nel momento in cui si rendono conto della presenza di  Sans. Da parte sua, lo scheletro non dice nulla e continua a camminare,  con la mano intorpidita di Frisk nella sua, fermandosi ogni tanto per  lasciare che si fermi a respirare. E' da un po' che respira  affannosamente, ormai.

Flowey si muove nel suo vaso-stivale e  continua a bisbigliare cose all'orecchio di Frisk, al che l'umano  annuisce, ma Sans riesce a malapena a capire qualche parola tra tutto  quel borbottio sommesso.

"Aspetta," dice Flowey a un certo punto.  Sans si ferma, e lo stesso fa Frisk nel tentativo di non cadere sulla  propria faccia. Sans l'afferra con la sua mano libera.

"Come stai, tesoro?" chiede, spostando ciocche di capelli dal suo occhio buono. È quasi interamente divorato dai fiori, ora.

"Ha  la febbre," dice Flowey; Frisk annuisce, per poi afflosciarsi sul  terreno per sedersi. Sans aspetta che il fiore spieghi meglio. "Sta  male," dice la creatura.

In quel momento, Frisk starnutisce. Tira su col naso e se lo strofina. "Scusatemi," dice.

L'espressione di Flowey si fa sommessa. "Non è colpa tua, Frisk."

L'essere  umano continua a starsene seduto per terra, circondata da erba  bioluminescente. Sans si guarda intorno per un minuto prima di sedersi  al suo fianco e appoggiarsi all'indietro sugli avambracci.

"Stiamo qui per un po', ok?", propone. Flowey gli porge un'espressione di gratitudine. Frisk annuisce di nuovo.

È  rischioso provare a rimanere troppo a lungo in un posto come questo.  Papyrus potrebbe essere proprio dietro di loro, o magari Undyne – o  forse, per una volta, suo fratello ha deciso di fidarsi di lui per  portarla dal re. Papyrus potrà anche insultare Sans quanto gli pare, ma  lui non è mai stato un traditore.

Beh, questo conta come tradimento, e lui lo sa. Ma i mostri non hanno il diritto di distruggere questa anima per avere la loro libertà. Qualunque altra va bene. Ma non questa.

Questa  qui è strana, luminosa e rossa e determinata, ma anche calda e gentile e  delicata e tollerante. Sans mostra raramente gentilezza, conosce a  malapena la gentilezza, conosce a malapena la tolleranza. Qualunque  errore si sconta amaramente, qui. A frustate e botte. A volte chi  commette errori viene ridotto in polvere per ciò che ha fatto.

Frisk invece non si tramuta in polvere, non importa quante volte ne abbia causato la morte, direttamente o indirettamente.

Diventa  furioso a pensare che ogni volta che il piccoletto muore il tempo  ritorna indietro, come se niente fosse successo. Gliene erano capitate  già molte di stranezze temporali ormai, e, perso qualunque barlume di  speranza, non aveva perso tempo a scaraventare tutta la sua frustrazione  sulla causa dei suoi problemi, avvolgendola in magia rossa e  guardandola agonizzare.

Ma poi il tempo si era riavvolto. E il  piccoletto si era comportato come se nulla fosse successo. Aveva preso  in considerazione la possibilità che l'umano non ricordasse niente, ma  poi il dubbio era scomparso quando gli aveva passato la senape. Aveva  sempre cercato di essere gentile con lui. Un essere umano con  determinazione e un'arma contro un mostro con un solo punto di salute  sembra una battaglia con un esito già stabilito in partenza. Eppure  Frisk non ha mai combattuto.

E poi, non sembrava che facesse  riavvolgere il tempo apposta. Moriva, e poi il tempo tornava indietro.  Anzi, ogni volta, con ogni fiore in più  che appariva sul suo corpo,  l'essere umano sembrava sempre più affaticato.

Frisk si sbilancia  di lato e appoggia la testa sulla sua spalla. Lui è colto di sorpresa e  il piccoletto si tira indietro, cercando di combattere il sonno e  scusandosi.

Si ferma. Poi scrolla le spalle. "Non c'è problema, dolcezza. Staremo qui per un po'."

FlowerfellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora