Lunedì 25/07

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Il problema è che l'estate fa pensare. L'estate è dove si pensano le cose. Luglio è quanto ci rimane, ad agosto vivremo già nell'ansia pre-scuola. Pensavo che dovrò fare il quarto anno, che mi sembrava ieri di essere in prima. Penso che penserò questo quando sarò in quinta a sostenere l'esame di stato, quando siederò tra i banchi dell'Università. Dov'ero l'anno scorso? Scrivevo, non so dove, ma ero sicuramente a scrivere. Due anni fa? No. L'anno prossimo? Credo che le risposte si possano omettere: non chiediamo a chi incontriamo se respirerà anche domani, è naturale. Essenziale. Io ho iniziato a respirare tardi, ho odiato troppo presto e amato ancora prima. Se oggi sono qui, alle 9 di un giorno di fine Luglio a scrivere, a chi lo devo? Il mio professore di matematica, verso maggio, disse: "La maturità non si acquisisce con l'esperienza, ma con la reazione all'esperienza. Se ed una stessa esperienza reagissimo sempre allo stesso modo, sbagliando, dove sarebbe la crescita?". Solo oggi, professore, sento di ringraziarla e dirle che aveva pienamente ragione. Se oggi sono qui, alle 9 di un giorno di fine Luglio a scrivere, lo devo alle mie reazioni istintive, alle persone che volevano aiutarmi ma che ho respinto, agli amori sbocciati e appassiti nel giro di quattro battiti, e non alle esperienze. Perché non mi pare che oggi siano tutti a scrivere. I miei amici si organizzano per andare a mare, ma io no: io respiro da solo, davanti ad una testiera con una storia in testa. Su dieci: sei vogliono essere medici, due architetti, uno avvocato. Il decimo? Sono io, e voglio essere felice. Voglio solo respirare. Sono nato per scrivere, per parlare di lei. La mia più grande soddisfazione sarà realizzarmi per dimostrarle di avercela fatta. Quando sarò davvero felice? Quando sarò libero di scrivere:
"Hai presente quando, ascoltando una canzone, pensi: 'vorrei aver detto io queste parole', o come quando vedi quei servizi ai TG dove si parla di persone che ce l'hanno fatta? Beh, oggi è successo, e ti tengo presente che è il mio presente, adesso".
Solo allora prenderò una bella boccata d'aria.
Se non ce la facessi, rimarrei con l'affanno, come quando è buio e sali le scale correndo, pensando ci sia l'uomo nero a inseguirti. Ma ciò che ci sfugge è che potremmo accendere la luce. Il mio professore di matematica sarebbe fiero di me. Buon proseguimento. Buona respirata.
Vostro, Graphaema.

Souls of the night | Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora