La Porta Albina

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Afrodisiacità placeba
placenta di nubi nutre
frutto stravolto al limone
fumo bianco
stravolgi-mente
onde sospiran incestuose
sorrisi di luna.

Cordone ombelicale
strattona violenta maniglia
rivoli di sangue scuri
fori omicidi di sogni
fiori intrecciati ai vasi violacei,
luce avvolge il buio
nuovo occhio campeggia in fronte
trance trasporta l'iride lontano.


Gabbiano muore circondato
cannibalismo approfittante

Lo senti?
appartieni al flusso,
domanda ai guanti
e alle squame che avvolgono.

Esseri striscianti
rigurgito della Terra
orme sui volti
dove morirai, domani?

Richiamo annusa aria
come se le stelle
fossero fatte di Tutto
e non sputi di luce,
ma forse è la condanna
-morirà il bambino?-

La danza è iniziata
non si fermano le viole
cadremo al suolo senz'aria
come per psicosi collettiva
luci artificiali
costrette a rinascere.


Come si può giudicare?


L'Uomo stesso è artificiale
costruito dagli antenati
reni e spiriti antichi
rigurgitati dalle fauci
della Madre venerata e uccisa
nel suicidio a lungo termine.


Non ci resta che varcare.

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