Capitolo 20

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È giovedì mattina e sto sistemando la casa aspettando che Will prepari il pranzo. Ultimamente mi sveglio sempre alle undici e mezza perché vado a letto tardi così la mattina evito di girarmi i pollici non sapendo cosa fare.
Finisco di sistemare la scrivania e trovo la fotocopia del modulo di iscrizione per la Debbie Reynolds school di Los Angeles, me la consigliata molte tempo fa la mia insegnate di ballo quando ero al liceo. Il nome della scuola è dedicato alla famosa ballerina statunitense; non è la scuola più prestigiosa però è la più economica. Agli inizi di luglio, cioè due settimane, dovrei andare a Los Angeles per fare il primo provino e sono davvero nervosa. La coreografia che ho creato è a metà e dovrei impegnarmi affinché superi la prima fase del provino. Il mio provino è stato fissato per il 10 luglio, andrò a Los Angeles con la mia insegnate di ballo del liceo e di sicuro porterò anche Debby con me. Ci teniamo in contatto perché è lei che mi ha iscritto alla scuola e quindi chiamano lei in caso di modificazioni o cose del genere.
Scendo le scale e arrivo in cucina dove trovo Jame e mamma seduti a tavola.

<<scusate ma ho visto il modulo per la Debbie Reynolds school a LA e stavo ripensando alla coreografia>>

<<andrai alla grande al provino>> mi incoraggia mia madre

<< la cosa che mi spaventa è la seconda fase dove bisogna improvvisare>>

<<ma è la cosa ce sai fare meglio!! >> quasi urla Will

In un certo senso è vero mio padre mi ha insegnato a sentirla la musica e non solo ascoltarla. Ha fatto un bel lavoro su di me e spero ne sia orgoglioso. Ma comunque davanti a dei professionisti ho sempre il terrore di sbagliare qualcosa.

<< ma la coreografia è pronta? >> mi chiede mamma

<<no, sono a metà canzone. Devo passare più tempo al capannone.>> dico esasperata

Finito di mangiare Will e James lavarono i piatti mentre io e mamma rimaniamo a parlare sedute a tavola.

<<allora come è andata ieri>> mi chiede riferendosi a quando sono andata allo skate park

<<ho pensato a quello che mi hai detto e sono andata in panico, non facevo che parlare di lui con un amico. Venerdì sera Cameron fa una festa a casa sua mi ha chiesto se potevo andare. Ha detto che mi farà conoscere dei suoi amici>> dico 

<<ti sei trovata gli amici giusti >> dice mia madre ridendo

<<lo penso anch'io. Senti, oggi non so che fare, ti serve una mano in negozio? >> le chiedo 

<<certo. Ho assunto una ragazza al posto tuo, oggi pomeriggio è il suo primo giorno quindi potrai aiutare Ellen o Thomas. Ci sono arrivati i nuovi costumi. Stamattina abbiamo liberato alcuni scompartimenti>>

Preparo lo zainetto con le cose che mi accorrevano e ci lego il penny, è fatto apposta, e poi salgo in macchina con mia madre per andare al negozio. Appena entriamo mamma mi presenta la nuova ragazza, si chiama Dana e ha circa ventitré anni da quanto mi ha detto è appassionata di moda. 

Rimango a parlare con lei per una decina di minuti ma poi vado con mia madre in magazzino dove mi fa vedere i scatoloni che contenevano i costumi. Ad una ad una presi le scatole e le porto nello scompartimento dove avrei dovuto metterli in ordine di taglia. Alcuni erano davvero belli, il lato positivo di avere un genitore che lavora il un negozio di abbigliamento è che puoi prendere i vestiti o i costumi senza nemmeno pagare. E' quello che faccio io quando non so che vestito mettermi o completo per andare ad una festa.
Andavo avanti e indietro con in mano gli scatoloni, in più c'erano trentadue gradi fuori quindi potete immaginare quando ero sudata alla fine così decido di andare  a prendere la bottiglia di acqua che avevo sullo zaino dietro il bancone della cassa. Ne approfitto per vedere l'ora sul cellulare e mi accorgo di avere un messaggio da Debby nel quale mi chiedeva se sabato passavo la giornata al mare con le e David, gli rispondo di si e poi metto il cellulare sulla tasca posteriore dei pantaloni.

<<allora ti diverti alla cassa? >> chiedo a Dana con tono ironico << davvero ti intendi di moda? >> continuo poi, cercando di fare un po' di conversazione

<<si.. Ne sono appassionata>>

<<si vede. Sai da come ti vesti, i capelli. Sembri la classica ragazza tutto shopping, senza offesa>>

<<me lo dicono in molti, e tu, qual'è la tua passione? >> mi chiede sorridendo
<<ho lasciato questo lavoro per concentrarmi sulla danza, adesso sono insegnante di hip-hop nell'Accademia in cui andavo da piccola. Poi preferisco andare via con i penny che a piedi o in bici>> dico indicandolo

<<la classica ragazza tutto maschio, senza offesa>> mi dice ridendo

ok, me lo meritavo.  Si erano ormai fatte le cinque così decido di andare al capannone, saluto quindi mamma e gli altri. Arrivata al capannone dopo 10 minuti, lascio lo skate appoggiato all'entrata e in salgo sul palchetto dopo aver messo una musica qualsiasi, meglio che mi eserciti sull'improvvisazione, pensai tra me e me. Parte'thinking out loud' di Ed Sheeeran e inizio a ballare, è una delle mia canzone preferite di Ed, ed è ballabile sotto ogni punto di vista. È una canzone d'amore quindi mi immaginai di ballare con l'uomo che mi avrebbe resa felice. Questo è lo scopo dell'improvvisazione.
Dopo due ore di ballo ho quasi finito di montate la coreografia quindi decido di tornare a casa, visto che probabilmente saranno tutti a casa ad aspettarmi.

È sera, e sono a casa da sola. Will è in un pub con Sophia e i suoi amici, James è in discoteca con la sua compagnia di amici e mamma è andata a cena fuori con delle sue amiche. Io davanti la televisione a guardare un film con un cartone di pizza sulle gambe. Queste serate solitarie mi piacciono, casa libera e soprattutto la tv tutta per me, e poi mi rilassano. Nessuno intorno che parla o disturba.
Dopo aver finito di mangiare la pizza butto il cartone sul cestino e finisco di bere l'acqua del bicchiere. Torno a guardare il film che, a dirla tutta, era davvero noioso ma non facevano altro quindi pazienza  


|Era solo un gioco| Nash Grier (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora