xv. kimoni di seta e succhiotti troppo scuri

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La strana sensazione dura dava un certo senso di sconforto, le coperte troppo sottili, tutto più freddo. Jungkook schiuse per un millisecondo le palpebre,per poi richiuderle, il sole filtrava tra le tende, tingendo tutto ciò che lo circondava in un colore caldo e scuro. Sospirò avvicinandosi a qualcosa - qualsiasi cosa - che però parve mancare,stese la mano, aspettando che atterrasse su un che di morbido, il cuscino o sul materasso in se, ma niente, anzi. Andò a sbattere sulla superficie dura di ciò che sembrava un pavimento. Aprì gli occhi di nuovo, i raggi sembravano che avessero appositamente deciso di cadergli in faccia.

« E che sogno...» mormorò a se stesso sbuffando.
Si girò di schiena, buttandosi il braccio sopra gli occhi.
Passarono pochi secondi , finché non scattò spalancando gli occhi ,il forte gesto gli provocò un mal di testa momentaneo ma comunque doloroso.
Perche era steso per terra?

«Sei sveglio...» una voce gli diede il buongiorno.
Jungkook mugugnò ,ritrovandosi a sorridere come un ebete. «Non ci posso credere...» affermò, la voce roca e impastata.
Alzò il capo ,curioso, si appoggiò sui gomiti, le morbide ciocche viola gli arrivarono davanti agli occhi, e la coperta scivolò giù fino al bacino.

Una Gayoon semi nuda era poggiata allo stipite della porta che divideva il soggiorno dalla cucina. Le gambe straordinariamente esposte, quel piccolo , corto e moderno kimono la copriva a malapena, il tessuto di seta di un blu scuro con dei fiori e ricami stampati in rosso e varie tonalità deliziose . Le clavicole erano altamente in evidenzia, marchi contrastanti sulla sua pelle candida, lo scollo a V aveva un fine al girovita,dove uno spesso e semplice nastro color sangue serrava l'intero indumento, le maniche arrivavano lisce e morbide fino ai polsi e in poche parole era una delle cose più divine e sensuali che Jungkook avesse mai visto di prima mattina.

«Quindi non era un sogno...» Si convinse guardandola avvicinarsi passo dopo passo, i capelli scuri erano leggermente ondulati e alla vista ancora umidi,dato che la notte prima non aveva avuto l'occasione di asciugarli.

«No...Non direi proprio.» commentò, mettendosi davanti al
ragazzo. Il suo viso era acqua e sapone,ma chissà come sembrava che la pelle luccicasse in sé, le ciglia erano naturalmente curvate e folte.

Dio solo sapeva il motivo di tutta quella eterea bellezza, sbocciata col tempo e risaltata dalla sua età fertile e matura.
Gayoon guardò la figura scolpita del ragazzo.

La notte era passata così : lui che voleva comandare e lei che lo contraddiva in una lussuriosa tentazione di dominio, un cambio di posizione continuo,entrambi che combattevano per stare sopra .
Una vera e propria competizione.

Erano entrambi troppo orgogliosi e fieri per essere sottomessi, nessuno dei due ne era abituato, dupplicando la stanchezza ma sopratutto, rendendo tutto molto più eccitante.
Contando il fatto che i muscoli non erano stati fermi per più di dieci minuti, per poi iniziare, continuare e oh dio... non finire.

Ne erano prova le impronta rossicce e violacee che Gayoon aveva sui fianchi, per quanto fortemente Jungkook glieli avesse stretti. Ne era prova la dimora, che aveva racchiuso tutti i suoni che la notte aveva provocato, senza vergogna , senza controllo - forse, ma proprio forse... erano suoni che arrivarono pure alle orecchie dei vicini. -
Ne era prova anche il petto ed il collo dello studente,ormai un vero e proprio dipinto di chiazze, che ora Gayoon stava sfiorando con l'indice, la pelle calda che veniva a contatto con la falange congelata.

Osservando quelle scie sinuose color sangue scuro, ella non riuscì a non ritornare indietro nel tempo, dove le immagini vissute si insinuarono di nuovo nella sua mente. «Non era per niente un sogno...» sospirò.

Grades ⚜ j.jk & h.gy [M] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora