xxii. vino rosso e piccoli nipoti

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Dedicated to CHOKEYEOL, se c'è qualcosa che amo più al mondo, è nutella, lei è la mia nutella .

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La casa era infestata da chiacchere, mormorii ,risate e bicchieri che producevano un suono cristallino mentre venivano battuti con delicatezza ad altri vetri

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La casa era infestata da chiacchere, mormorii ,risate e bicchieri che producevano un suono cristallino mentre venivano battuti con delicatezza ad altri vetri. Bimbi correvano come il vento, colorando la dimora in modo esageratamente felice e riempito.

Natale...oh, il preferito di tutti, semplicemente regali, parenti, familiari e tutte quelle cazzate lì ; il preferito di tutti ma non di Gayoon.
Beh, era una festa carina, ma niente dava più fastidio alla donna che rincontrare sua madre. Ogni Natale era costretta a riunirsi con i familiari - con la femmina che l'aveva partorita - e ciò le dava semplicemente su i nervi, troppo.

Seduta su quel divano di pelle , il quale non aveva la meravigliosa capacità di far affondare nella comodità colei che si siedeva, ma farla rimanere come se si fosse seduta in una delle rocce più scomode che ci sia mai stato, Gayoon era tranquilla (apparentemente) a sorseggiare il suo vino rosso dal bicchiere in vetro.
La casa della madre era così sistemata da sembrare uscita dalle riviste, tipica struttura modello, ma per la figlia era cosi precisa da sembrare copiata e senza originalità.
Attualmente l'unico desiderio era buttarsi giù dalla finestra che si trovava non troppo lontano, e scappare via, ma non poteva perchㅡ

«Gayoon, perché te ne stai qui in solitudine? Intrattieni gli ospiti.» la voce,marcata dall'età della Signora Heo, squillò come un lampo, interrompendo i pensieri sulla fuga da quel posto.
La diretta strinse il bicchiere fra le mani istantaneamente, spinta da una immediata irritazione. «E perché? Insomma ci sei tu.» meditò, sorridendo.
«Lo so, ma non sembrerebbe cortese se la madre si impegnasse tanto per far una buona figura, mentre la figlia sta seduta per i fatti suoi, parendo maleducata.» ribattè la signora, strappando via il bicchiere di vino dalle dita della donna.
«Mamma, sono i tuoi amici, mentirei se dicessi che mi fregano almeno due cazzi della tua reputazione» Gayoon si appoggiò allo schienale del divano, osservando la madre aggiustarsi le ciocche fuoriuscite dal suo ondulato chignon.
A quel punto la Signora si sedette sul divano, vicinissima alla figlia, dopo pochi secondi iniziò ad amorevolmente accarezzare la chioma ebano, sorrise affettuasa. « Senti, so che mi odi e mi hai sempre odiato, ma cara, se ora non muovi il culo da questa sedia e non dai il benvenuto agli ospiti come si deve, senza fare errori e sbagli - guarda caso l'unica cose che sai fare, senza mandare a fanculo o versare l'acqua a qualcuno, giuro che ti sbatto fuori di casa senza esitazioni. Mi sono scocciata Gayoon delle tue azioni immature, è l'ora di crescere, non hai più diciassette anni, sei una donna ora e comportati da tale, mi sembra di parlare ancora con una ragazzina. Ora bambina mia, andrai a fare compagnia a quella mora laggiù, ogni volta che suonerà il campanello sarai lì con un bel sorriso, e aprire la porta, farai sentire tutti comodi . E. Non. Osare. Scappare.»
I suoi occhi brillavano di affetto, e le sue dita di amore, in grande contrasto con le parole acide e velenose.

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