Leggete lo spazio autrice.
"Il volo partirà alle 13.40".
La voce metallica risuonò facendomi tornare alla realtà. Era un po' di tempi che non riflettevo minimamente su ciò che facevo, ma non mi importava. Erano le 13.15. Dovevo fare il Check-in e mi stavo avviando al gate, ma qualcuno afferrò il mio braccio. Quella presa l'avrei riconosciuta tra mille e per questo ci misi poco a capire. Roberto mi teneva stretta al suo petto e, pian piano, accarezzandomi i capelli, mi chiedeva sussurrando di non partire.
"Non devi farlo per forza."
"Il mio cuore è lì. Io amo Niall, Roberto, io lo amo. Non posso fargli questo, stiamo male entrambi."
"Ma... ma io..."
"Ma tu cosa?"
"Ma io sono innamorato di te."
Raggelai. Roberto Bolle, il ballerino più gay che esista, mi aveva appena rivelato di provare qualcosa per me. Mi staccai, lo guardai interrogativa e lui mise una mano sotto il mio mento incrociando i nostri sguardi.
"Io... io sono troppo giovane per te e poi amo Niall. Balleremo ancora insieme, la mia carriera è appena iniziata, ci saranno tantissime altre opportunità..."
"Non dire più niente."
Detto questo, mise un dito sulle mie labbra e mi baciò. Mi staccai immediatamente e dissi:
"Devo andare."
"Ciao, Chiara."
Andai verso l'ingresso e salii a bordo. Dormii nonostante le lacrime. Atterrata a Londra, ripresa un po' di lucidità, presi la decisione di non dire niente a nessuno. Avrei creato solo scompiglio. Mi incamminai alla ricerca di un taxi. Dovevo passare in accademia a rilasciare il modulo di richiesta di borsa di studio. Me l'aveva firmato Roberto. Scesi dall'auto dopo aver pagato il tassista e mi diressi all'ingresso dell'imponente palazzo posto dietro il cancello. Le colonne bianche lo facevano assomigliare ad un tempio greco, non avevo mai visto vera bellezza fino a quella mattina. All'entrata, la reception era arredata in stile barocco, con i soffitti affrescati e le poltrone laccate d'oro. Io sembravo davvero minuscola, di fronte a tutto quello sfarzo. Mi avvicinai un po' impaurita al bancone rivestito di marmo. Anche le pareti erano di marmo. Tutto era di marmo. La bellezza di quel luogo faceva crescere in me la voglia di cominciare a frequentarlo.
"Salve, sono Chiara Ferrari, ha chiamato il Sg. Bolle per mio conto... volevo compilare i moduli di richiesta per una borsa di studio."
"Certo, guardi, il Sg. Bolle ci ha mandato via Fax tutto ciò che ti serve. Adesso possiamo solo darti il benvenuto qui da noi."
Io strabuzzai gli occhi e stentavo a credere a quelle parole. Adesso, potevo frequentare la scuola di danza più prestigiosa del mondo. Ma, nonostante la felicità, ritirai le chiavi della stanza con ritegno e mi diressi a posare le valigie. Dalla mia enorme camera, si vedeva tutta Londra. Una vista spettacolare. Sulla scrivania di marmo, pulita alla perfezione, c'erano alcuni moduli di richiesta della mensa, il regolamento d'istituto e il programma delle lezioni. Avrei vissuto di aria e danza. Impazzivo all'esserne certa. Il telefono interruppe i miei pensieri.
-Lii!
-Chiara! Sei arrivata?
-Si, sono venuta a scuola a posare le mie cose e a firmare i moduli. Arrivo tra poco.
-Okay, a tra poco!
-Un bacio.
Guardai l'orologio: le 3. Era abbastanza presto, ma dovevo essere in camera di nuovo alle 10, per rispettare il coprifuoco. Così, mi diedi una sistemata e uscì. Firmai il foglio delle uscite e mi diressi verso casa di Niall. Lui non sapeva ancora della mia visita. Anche se, l'entrata della villetta mi colse alla sprovvista. C'era una scia di petali di rosa rossi, che continuava su per il corridoio, per le scale e finiva in camera da letto. Assieme a questi petali, c'erano sparse delle candele qua e là. Sul letto trovai un biglietto.
Vieni da me, Is Breà Liom tu.
Come aveva fatto a capire tutto? Non dovevo fidarmi di quei quattro. Andai in salotto e trovai Niall in carne ed ossa, vestito con lo smoking e che osservava la vita frenetica di quella splendida città attraverso i vetri delle finestre. Gli toccai la spalla, lui mi guardò ed io gli dissi Ti amo. Glielo dissi in italiano. Lui me l'aveva detto in Irlandese.
Lo abbracciai, forte. E lui mi strinse a se come per farmi capire che non mi avrebbe più lasciata andar via. Alzai la testa dall'incavo del suo collo e lo guardai per qualche infinito secondo negli occhi. Poi, finalmente, unimmo le nostre labbra in un bacio che sembrò non finire mai. Si, quelle labbra erano state create per combaciare alla perfezione con le mie. Come le nostre mani. Finalmente lo avevo rivisto. Proprio, non riuscivo a stare senza di lui.
-Usciamo? I ragazzi, soprattutto Harry, non vedono l'ora di rivederti.
-Uh Harry! Ma certo!
-Andiamo, su.
-Aspetta Niall, devo dirti una cosa.
-Cosa è successo?
-Niente di importante.. È solo che non posso dormire qui con te.
-E perchè?
-Ho avuto la borsa di studio alla Royal ballet. Lì è un college. Non posso dormire altrove.
-Ah.
-Mi dispiace.
Una lacrima mi scese sulla guancia. Non riuscivo a farlo felice nemmeno per un secondo. Appena se ne accorse, lasciò la mia mano, si mise di fronte a me e mi prese le guance tra le mani appoggiando la sua fronte alla mia.
-Hey piccola non piangere. È la tua felicità quella scuola, giusto?
Annuì.
-Allora se sei felice tu, sono felice anche io.
Lo baciai. Un bacio soffice e dolce.
Uscimmo, ma raggelai appena me lo ritrovai di fronte.*Spazio Autrice*
Sono tornata! Dopo 2 mesi di assenza eccomi di nuovo. Il mio tempismo con l'inizio della scuola e della danza è perfetto. Comunque sia, scusatemi davvero per l'assenza. Non avevo l'ispirazione. Non avevo proprio nessuna idea. Comunque, se vi va, ho iniziato una nuova storia, ma quella sarà più facile da completare perchè già ce l'ho pronta da un po' di tempo. Devo solo scriverla qui. Non è esattamente una FanFiction, però riguarda comunque Harry Styles e se può farvi piacere, date un'occhiata.
Un bacio.
-Chiara.
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You've Got That One Thing~ Niall Horan
FanfictionLei si odia. Ha sempre pensato di essere un'adolescente diversa dalle altre. E ne ha avuto la conferma. Non sa cosa farne della sua esistenza, ma ha un sogno. Dopo che tutta la sua vita è stata distrutta, l' unica ragione per cui viveva e per cui sp...