Capitolo 3

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"Hei, Marta." Riccardo mi scosse delicatamente. 

Mi posò un bacio sulla fronte e prese ad accarezzarmi i capelli. Un risveglio del genere tutte le mattine, ci avrei messo la firma.

"Sono le cinque, dobbiamo andare." Mi scosse nuovamente con la stessa delicatezza con cui una farfalla si posa su un fiore.

Distaccai le palpebre. 

"Buongiorno." Lo baciai su di una guancia e lo vidi mordersi il labbro inferiore.

Lo faceva solo quando gli piaceva qualcosa, ed i miei baci erano una di quelle cose.

Mi alzai e mi diressi in bagno, guardandomi allo specchio. Quasi mi prese un infarto, avevo dimenticato di struccarmi.

Entrai nella doccia, facendone una veloce. Quando chiusi l'acqua per uscire mi accorsi di aver lasciato sul letto l'asciugamano.

"Fantastico!" Grugnii.

"Ti serve questo per caso?" Riccardo entrò senza bussare coprendosi gli occhi e porgendomi l'asciugamano.

Uscii per poi tornare in camera a vestirmi. Infilai una maglia corta bianca con le frange sopra a dei pantaloncini in jeans scuri. Calzai delle Converse nere basse e andai nel bagno con la trousse dei trucchi senza curarmi di Riccardo che era nella cabina doccia proprio dietro di me.

"Non vorrei dire niente eh, ma..." replicò.

"Allora non dirla." Sospirai passandomi il mascara e la matita.

Intrecciai i capelli in due lunghe trecce irregolari a spina di pesce e riordinai la camera da letto.

"Questa me la paghi." Sussurrò avvicinandosi a me. Mi voltai divertita.

"Ah sì? E come?" Sorrise accorciando ancora di più la distanza.

"Stasera. Obbligo o verità." Accettai. Del resto cosa poteva farmi o farmi fare? Era mio cugino. Non mi avrebbe di certo gettata in pasto ai pescecani.

Non appena vidi Francesco mi ricordai della raccomandazione che mi aveva fatto.

"Dio." Sussurrai deglutendo.

"Cosa ti avevo detto?" Mi disse all'orecchio con la scusa di un insetto sulla spalla. Scusa piuttosto stupida per quanto mi potesse riguardare.

"Mi sono dimenticata..." Mi scansai. Serrò la mascella possente, chiudendo gli occhi.

"Allora, questo è il programma per il viaggio." Si schiarì la voce girandosi verso i sedili posteriori.

"Ogni trenta minuti faremo una sosta di dieci, in cui potremo bere, mangiare, prendere aria, fumare e fare il cambio con Francesco che fino alla prossima terrà Marta in braccio."

Bene, alla grande proprio.

Facendo un rapido calcolo: il viaggio Pescara-Roma durava tre ore. Tre ore diviso trenta minuti fanno sei. Sei cambi. Mi sarebbe toccato stare sulle gambe di Lorenzo.

Ma poi: perchè stavo facendo quei calcoli?

"Venite da me allora?" Lorenzo lo chiese come conferma osservando la reazione di Riccardo dallo specchietto. Tornò a guardare il cellulare interessato e, inspiegabilmente, morivo dalla voglia di sapere cosa stesse facendo.

Partimmo così alla volta della capitale.

Accesi il cellulare, e controllai le notifiche. Venni bombardata da messaggi Facebook e like di Instragram.

Le scorsi molto velocemente ed una in particolare attirò la mi attenzione.

@milu_27 ti ha taggato in una foto la aprii incuriosita. Aveva scattato una foto a tradimento mentre stavamo parlando. Nella foto c'era anche lei.

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