Chiamata da: La Mia Sara👭
"Sara"
"Lunedì sera sei libera?"
"Sto bene grazie, niente in programma." Rispondo sarcastica.
"Bene. Allora vieni a casa mia. Con Lorenzo. Ho già chiamato Monica e Francesco." Avevamo legato molto ultimamente ed eravamo un gruppetto molto affiatato.
"Va bene. Ci saremo."
"Era ovvio. Ti sembra fosse un invito?" Domandò soddisfatta.
"Emh... No." Risposi incerta.
"Ecco. Dai, ci vediamo lunedì, buona notte."
"Ciao."Erano le undici della domenica sera ed ero tornata a casa con il treno delle otto.
Scrissi un messaggio a Lorenzo.
"Sara ci ha invitati a casa sua. Lunedì sera. Ci sono anche l'amico tuo tatuato e Monica."
Era online ma non rispondeva.Chissà cosa stava facendo.
Chissà con chi era.Mi addormentai con il cellulare in mano.
La mattina mi alzai mezz'ora prima del normale.
Guardai il cellulare ma nessuna chiamata, tanto meno messaggio.
Mi lavai e vestii.
Felpa leggera bordeaux abbinata alle Vans e dei jeans bianchi a vita alta."Sai che oggi è lunedì, lunedì. Non chiamarmi il lunedì, lunedì. Sai che odio il lunedì, lunedì. Non svegliarmi, non svegliarmi no!" Emma era tornata. Solo lei poteva cantare Benji e Fede alle sette della mattina.
"Non c'è bisogno che me lo ricordi!" Urlai dalla mia camera.
"Non te lo stavo ricordando piccola stronza!" Ribatté acida.
"Vaffanculo allora." Afferrai lo zaino e uscii di casa sbattendo la porta.
"Hei." Riccardo mi si avvicinò.
"Riccardo..." Ricambiai il saluto velocizzando il passo.
"Ma vuoi aspettare un attimo?" Mi afferrò un polso.
"Oggi pomeriggio usciresti con Fabio?" Mi pregò.
"Va bene. Devo essere da Sara per le sette." Gli puntai l'indice contro.
"Ti viene a prendere lui a scuola." Alzai gli occhi al cielo.
"Sì ma se ora non mi lasci andare non ci arrivo per niente." Mi lamentai.
"Ah già... scusa." Attesi alla fermata sotto casa l'autobus.
Quel giorno si assentarono due professori, di conseguenza quattro ore che sarebbero dovute essere di lettere e programmazione si consumarono miseramente in bordello.
"Manca un'ora!" Urlò Federica nel mio orecchio.
"Ma stai male?" Frignai.
"Una settimana allo stage!" Mi scosse saltando come una molla.
A volte mi chiedevo se in realtà avesse diciassette o cinque anni.
L'ultima mezz'ora passò a farci supplenza una professoressa di filosofia.
Ci mancava solo lei.
"Avete mai pensato allo scopo della vostra vita?" Mi gettai con la testa sul banco, dandogli con la fronte dei colpi secchi.
"Rovinarla agli altri?" Suggerì Simone, il cretino.
"Potrebbe." Rispose la prof.
"Tris?" Presi carta e penna e disegnai sul banco degli hashtag abbastanza sdreusi. Era molto più divertente del discorso preso.
"Potete prepararvi. Grazie dell'attenzione." La donna ci congedò.
Uscii e sotto i portici c'era Fabio, come da programma.
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Serva Me, Servabo Te
Fiksi Penggemar2 luglio, Pescara. Marta Ruiu è la cugina del batterista dei Dear Jack. Una serata che stravolgerà la sua vita e quella del chitarrista, Lorenzo Cantarini. Dai capitoli: //Alcune volte soffrire vuol dire rinascere per scelta. Altre vuol di...