capitolo 12

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Mugolo versi strani mentre spengo la sveglia.
Non sono per nulla dell'umore giusto per andare a scuola.
«tesoro, svegliati» sento mia mamma dall'altra stanza.
«non sto bene, credo che starò a casa»
Si fionda in camera mia.
«che hai? Stai bene? È stato un ragazzo? Ne sono certa!» dice disperata.
Come fa a beccarci sempre?
Non la voglio fare preoccupare.
«mamma, ho solo un po' di mal di testa»
Mi guarda poco convinta e se ne va.
Bene, pericolo 'mamma satana' scampato.
Se gli avessi detto la verità sarebbe andata sotto casa di Marco, a pretendere spiegazioni, che poi è quello che dovrei fare anche io, ma non siamo tutti uguali.
Passerò la mattinata (e presumibilmente anche il pomeriggio) a deprimermi sul letto, a guardare ragazzi troppo fighi e a mangiare.
Fortunatamente il mio metabolismo è sempre stato abbastanza normale, o a quest'ora sarei morta per il troppo cibo ingerito.
Quando sento mia mamma uscire di casa posso dichiararmi libera.
Perché la vita fa così schifo?
No! Ada! No!
Andiamo, è solo, Lui. Okay, okay, mi sta facendo soffrire più di chiunque altro, ciò non vuol dire che devo deprimermi qua.
Avanti alzati!
No, non adesso.
Inizio a guardare tutti i miei social.
«non ti conosco, perciò no»
«ah! Mi ricordo di lei! Eravamo all'asilo insieme»
«chi diavolo sei?»
«da quando ha Instagram?»
Inizio a commentare le mie richieste di amicizia su Instagram.
«uoooooaaahh» una sua foto.
Shawn. Sí mi fa questo effetto.
Insomma. Lui è Shawn Mendes.
Sí è lui il mio idolo.
Nonostante io stia cercando in ogni modo di levarmi dalla testa quel dannatissimo ragazzo che ha confuso ancora di più le mie idee, fallisco ogni tentativo.
Ogni cosa mi porta a Marco.
Ma perché?
Cos'ha di speciale?
Dopo quel bacio avrei dovuto tirargli uno schiaffo o qualcosa di simile.
Ma no, non ho fatto nulla.
Mi piaceva.
Mi piace lui.
Ma lui di sicuro non starà pensando a me.
Lui nemmeno se lo ricorderà.
Magari era solo ubriaco.
Il mio occhio cade su una frase.

«siamo un casino lo ammetto,
Siamo un casino perfetto,
Due rette parallele che non credono al destino scelto»
Aggiorno subito tutti i miei social e inserisco questa frase.
A volte penso che la nostra generazione sia troppo immersa nella tecnologia, poi però, sono la prima a passare ore e ore davanti al telefono.
Mi squilla il telefono.
"Si?"
"Ada dove caspita sei?"
"Scusa scusa scusa scusa" dico velocemente.
Mi ero totalmente dimenticata di avvisarlo.
"Non stavo molto bene stamattina"
"Fa lo stesso, ma la prossima volta avvisa, grazie"
"Si, scusa Christian"

mi arriva un messaggio.

Da Bea//
Non credi anche tu che sia stupendo il panorama quando esci di casa?

A Bea//
Attenzione, attenzione! Ecco a voi la nuova poeta!

Da Bea//
Sono seria! Esci di casa!

A Bea//
Va bene, un attimo!

Ero in pigiama, ma ero curiosa, quindi uscii.
Apro la porta, osservo il cielo, dopo poco mi siedo. Aveva ragione.
«quindi che dici, avevo ragione?»
Cosa?!
Mi girai di scatto.
«Oddio! cosa ci fai qua?!» mi fiondo tra le sue braccia, mi era mancata troppo.
Inutile dire che stavo piangendo.
«sorpresa!» dice aprendo le braccia.
La faccio entrare in casa, ancora non ci credo.
Le spiego che ero a casa da scuola e che in casa non c'era nessuno. «Perfetto!» dice lei.
Ci sediamo sul letto e iniziamo a parlare
«non sai quante cose ti devo dire!» afferma
«ah! Alla fine hai conosciuto altre persone, oltre al tuo amico?» dice riferendosi a Marco e pronunciando più intensamente la parola 'amico'.
Divento subito più triste, non riesco a sorridere se si parla di lui.
Decido di raccontarle tutto.
«non ci posso credere! Giuro che se ti fa qualcosa, gli tiro una macchina in faccia, non sto scherzando» adoro quando dice così.
So che vuole farmi sorridere, e io ovviamente non riesco a non farlo.
Io e lei siamo molto diverse, ma ci completiamo.
Siamo molto gelose l'una dell'altra, ma siamo riuscite a capirci a vicenda, quindi eccoci qua.
A volte, abbiamo litigato così pesantemente che ho avuto seriamente paura di perderla.
Ma so che nulla ci potrà mai separare.

Mi sveglio.
Non ci posso credere.
Mi cade una lacrima.
Era tutto così reale.
Devo essermi addormentata mentre leggevo.
«Fanculo!» non riesco a fare finta di nulla.
Mi manca troppo, ed era tutto così reale.
Era solo un sogno, solo un fottutissimo sogno.

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