capitolo 28.

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Da anonimo//
Dovresti smetterla di cadere tra le sue braccia, sempre.

Da anonimo//
Non tiene veramente a te.

Da anonimo//
Ormai avrai capito chi sono, no?

Da anonimo//
Ci rivedremo.

Da anonimo//
Presto.

Da anonimo//
Anche se eviti i miei messaggi non risolvi nulla.

La mia espressione diventa sempre più preoccupata leggendo questi messaggi.
Non pensavo potesse arrivare a tanto, un messaggio, due, tre, ogni giorno, ogni mattina..
«Forza andiamo!» mi tira Beth per un braccio.
Christian mi ha detto che ci vediamo direttamente a scuola, così è venuta lei.
Ci metterò un po' ad avere fiducia in lei dopo tutto quello che è successo con Bea, al solo pensiero mi rattristo.
Tolgo lo sguardo dai messaggi di Matteo e mi alzo.
Scendo le scale, saluto i miei genitori, che sembrano ricambiare con il sorriso, stranamente e corriamo alla fermata dell'autobus.
Arrivati a scuola vedo Christian davanti all'entrata.
«Ciao.» mi saluta in modo strano.
Ricambio il saluto.
«Puoi venire un attimo con me?»
«Certo.»
Arriviamo nel retro della scuola.
«Come mai mi hai portato qua?» dico ridendo, stupita.
«Devo dirti una cosa.»
«Non parlare, ora parlo io.»
«Mi sei piaciuta da quando ti ho vista entrare in classe, dal primo momento, quindi sí, sono qua per dirti questo, so che ti piace Marco, ma io so di poter essere migliore di lui, lui non ti merita.»
Dice tutto questo velocemente.
Lui, per me, è un buonissimo amico.
Non ho mai pensato a lui come qualcosa di più, ora per me c'è solo Marco. Anche se non è perfetto a me va bene così.
«Christian, prima cosa, sei fidanzato, seconda cosa, io sto con Marco, ora per me c'è solo lui, sto bene con lui, ti prego non complicare le cose.»
«Non sono fidanzato, ti ho detto quello per vedere la tua reazione, per farti ingelosire insomma.»
«No, Christian, no.»
«Ada, per favore.»
Quale parte di no non capisce?
Scuoto la testa e me ne vado. Entro in classe e penso che saranno le cinque ore più lunge di tutta la mia vita.

Finalmente finite le cinque ore, in cui Christian non faceva altro che fissarmi e io non facevo altro che evitarlo, esco e vado da Beth.
«Beth!»
«Hei bellezza! Com'è andata oggi?»
Scuoto la testa.
Nel frattempo arriva Taylor.
«Splendore!» mi saluta
«Ah, tu ci sei sempre eh.» dice riferendosi a Beth.
«Christian mi ha detto che gli piaccio.»
«Evitalo.» parla Taylor.
«Tu taci, nessuno ti ha interpellato.» gli risponde Bethany.
«Mi scusi signorina, sei sempre molto gentile.»
«Ha parlato il ragazzo più simpatico del mondo.»
«Ehm, potreste lasciare un attimo da parte il vostro amore sconfinato ed aiutarmi? Grazie.»
Mi fulminano con lo sguardo.
«Ciao sfigati.» arriva Marco.
«Sfigati a chi? Lo sarai poi tu.» rispondo.
Mi bacia.
Lo amo troppo.
«Stavo pensando che magari potremmo, questa estate, quando finiamo la scuola, potremmo fare una vacanza, insieme, noi quattro.»
Bethany e Taylor tossiscono.
«Smettetela! Lo sappiamo tutti che vi va più che bene, quindi evitate.» parlo io.
«Va bene.» Beth alza le mani in segno di resa.
«Però deve essere un bel posto.» esige Taylor.
«Tay, mio padre e tua madre insieme potrebbero mettere su una banca.»
«Hai ragione.» annuisce.
«Non voglio che usiate i vostri genitori, io voglio fare la mia parte.»
Mi fulmina con lo sguardo. «Non cambio idea, neanche se mi guardi così.» dico io.
Dovrò trovare un lavoro, al pomeriggio, dopo la scuola.
«Buongiorno!» mi accoglie mia mamma.
«Mamma?»
«Dimmi.»
«Cosa ti è successo?» 
«Nulla.» sorride. Annuisco e me ne vado in camera.
Subito dopo pranzo inizio a pensare ai possibili lavori. Esco di casa e vado al bar vicino alla scuola.
«Buongiorno Liv.» saluto la proprietaria.
«Ciao Ada! Cosa ci fai qui?»
«Sto cercando un lavoro, insomma, solo al pomeriggio, per guadagnare un po' di soldi.»
«Ti aggiorno domani, perché anche un altra ragazza me lo ha chiesto e devo decidere, ti va se fai una prova adesso? Per vedere se sei già abbastanza pronta.»
«Certo.»
Mi porge una camicia bianca e dei jeans neri stretti. Mi cambio e ascolto i suoi consigli.

Sto lavorando da mezz'ora e fin'ora tutto bene, credo.
«Un caffè, grazie.»
Alzo lo sguardo, è Ilia.
«Macchiato?»
Mi vede. Avrà riconosciuto la voce.
«Ma guarda chi si vede, la poveretta deve guadagnare soldi.»
«Sto lavorando, risparmiati per favore.»
«Macchiato?» ripeto.
Scuote la testa ed inizia ad aggiustarsi il trucco.
Gli porgo il caffè una volta pronto.
«Ops, mi sa che sei ancora alle prime armi.» dice facendo il labbruccio.
Guardò il caffè, è rovesciato a terra.
Lo ha fatto apposta, ne sono certa.
Vedo arrivare Liv.
Inizio a pulire cercando di non far vedere a Liv il casino.
«Cosa è successo qua?» troppo tardi.
«Non volevo, mi è caduto per sbaglio. Prometto che pulisco.»
«Tranquilla, è il primo giorno.» mi sorride. La adoro.
«Ops qua qualcuno ha fallito nell'intento.» dico a Ilia quando vedo Liv allontanarsi.
«Tieni, buona giornata.» gli dico porgendogli un altro caffè. Sorrido e me ne vado, dato che avevo finito il turno.

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