«No, voi non avete capito nulla! Io non guardo un horror, ve lo scordate!» Urla Beth contro Tay.
Inutile dire che io e Marco stiamo morendo dal ridere.
«Femminuccia.»
«Sí! Sono una femmina, problemi?»
«Ma questa è pazza!» dice ridendo mentre ci raggiunge Tay.
«Allora, potremmo guardare un film piú tranquillo.»
«Guardiamo sinister.» Propone Marco. È un film horror, cerco di fare cambiare idea a Bethany.
«Io ci sto. Beth, puoi venire con me un attimo?» la chiamo vicino a me e saliamo le scale.
«Perché non vuoi vedere un horror?»
«Perché se ci sono scene, beh, orribili, io non ho nessuno, tu hai Marco, no, so cosa stai pensando e no, non ho Taylor.»
«Ci sono io allora, su andiamo.» La trascino.
Iniziamo a vedere il film e sí, in alcune scene mi coprivo la faccia nascondendomi tra le braccia di Marco, mentre Bethany scappava in cucina. Ovviamente si sono urlati contro anche durante il film, ma non potevo farci nulla, per loro è normale.
Vedo Marco che prende il telefono e se ne va.
Sta parlando con qualcuno, mi alzo e lo cerco.
Quando lo trovo cerco di ascoltare cosa dice ma capisco poco.
«No, non lo faró.»
«Devi smetterla di comandarmi.»
«Levati dalle palle.»
«Lasciala in pace.»
«Io lascio.»
«Se le fai qualcosa sei morto.»
Riesco a capire solo queste frasi e poi un sottile «Non contare più su di me.»
Di cosa stava parlando? Torno a sedermi sul divano.
«Chi era?»
«Cosa?» alza la testa.
«No, nessuno.»
Bene. Mi nasconde pure le cose.
«Marco, cosa succede?» Ha un espressione cupa.
«Non..» si sistema il ciuffo con la mano, è nervoso.
«Vieni.» mi fa accomodare sul suo letto.
«Io, non posso, non possiamo, se solo potessi sapere..» si blocca.
«Cosa? Marco, non sto capendo, per favore, spiegati meglio.»
«Ada non possiamo stare insieme, io vorrei non sai quanto, ma non possiamo, possiamo comunque essere amici.»
Proprio ora che sembrava andare tutto per il verso giusto. O quasi.
«Provare ad essere amici è come dire a un pittore di dipingere un quadro solo a metà. Non posso, se non possiamo stare insieme allora..» mi fermo, non posso dirlo.
Devo dirlo.
«Allora dobbiamo prendere due strade diverse.» pronunciare queste parole è stata la cosa più difficile.
«No, ti prego, io ho bisogno di te, solo non posso..»
«È per il tuo bene.» continua.
«Io sto bene con te! Non sto bene senza di te, okay?! Marco non capisci!»
«Ada, così peggiori le cose.»
«Non pensi di averle già peggiorate abbastanza tu?! Quindi sarei io ora a rovinare le cose!»
Sto piangendo.
Esco dalla camera. Mi fermo.
«Forse è meglio..»
«Che per un po' non ci vediamo.» continuo.
Mi asciugo le lacrime e scendo le scale.
«Ada? Dove vai?» mi chiedono contemporaneamente Beth e Taylor.
«Vado a casa.» ho la voce spezzata.
«Hei, che succede?» Mi chiede Beth preoccupata.
«Non è il momento Beth.»
«Vengo con te, ti accompagno.»
Non vorrei compagnia, ma si sta preoccupando e lo apprezzo.
Annuisco e usciamo.Marco pov's.
«Vaffanculo!» Tiro un calcio alla scrivania.
Sento aprire la porta.
«Che cazzo hai combinato?» È Tay, me lo chiede in modo severo ma preoccupato.
«Non sono affari tuoi!» ringhio.
«Stai calmo, cristo!»
«L'ho persa okay?! Se n'è andata!»
«Perché Marco? Cosa cazzo hai fatto?» È calmo però si vede che è arrabbiato. È arrabbiato con me?
«Sai quanto teneva a te! Si vedeva da come ti guardava, da come parlava di te, senti amico, non sono bravo a parlare di queste cose, ma forse è meglio che ci pensi prima di lasciartela andare.»
«Cazzo! Cazzo! Cazzo! Dammi le chiavi, sbrigati.» mi ascolta e mi lancia le chiavi.
«Non aspettarmi, non so quando torno, dí a mio padre che sto bene, ho tutto sotto controllo.» forse.
Esco di casa ed inizio ad andare verso casa di Ada.
Finalmente la vedo e non è ancora arrivata a casa.
«Ada!» si gira, ma non si ferma.
«Ada! Porca puttana, Ada ascoltami!»
La raggiungo e la fermo.
Non penso a un discorso, non c'è bisogno di un discorso. La bacio. È un bacio dolce, vorrei non smettere mai di baciarla ma devo farle capire che non voglio lasciarla andare.
«Sono uno scemo, lo so, ti prego perdonami, non so a cosa stavo pensando.»
Sta piangendo e la stringo a me, fortunatamente ricambia l'abbraccio.
«Pensavo di averti perso.» sussurra.
Anche io.