«Ti devo delle spiegazioni.»
«Non sei obbligata, davvero.»
«Voglio spiegartelo, forse mi aiuterà parlarne a qualcuno, almeno un po'.»
Lui non disse nulla, mi guardò e mi fece capire che potevo raccontargli tutto, che potevo fidarmi di lui.
«Promettimi che n..»
«No, tranquilla non dirò nulla a nessuno.» risponde, sembra che mi legga nella mente.
«Due anni fa, andavo sempre ad un ristorante, dietro l'angolo di casa mia..»
Milioni di ricordi mi passano per la mente, sto cercando di continuare ma non riesco, le parole si fermano.
Dopo poco sento il calore delle braccia di Marco su di me.
Mi piace, mi piace quando mi abbraccia, senza parlare.
Prendo respiro.
«Lí lavorava un ragazzo, Matteo, insomma non era proprio un ragazzo, aveva circa trent'anni. Pensavo fosse diverso, ogni volta mi riservava il tavolo più bello, mi riempiva di complimenti, insomma, con lui mi sentivo sempre lusingata.»
Stringo forte la mascella per non piangere.
«Pensavo che mi piacesse lui..» trattengo le lacrime.
Marco ha le dita intrecciate nelle mie e al solo pensiero sto meglio.
«Un anno dopo, l'anno scorso, mi invitò a cena fuori, io, da ingenua accettai, senza pensarci due volte.»
Vedo lo sguardo di Marco cambiare, sembra preoccupato, o arrabbiato.
«Non mi portò fuori a cena, mi portò in un parco, non c'era nessuno..»
La mia voce diventa sempre più bassa.
Una lacrima mi riga il viso e le dita di Marco la spostano, finendo il gesto accarezzandomi la guancia.
«Inizió a toccarmi e baciarmi, ero spaventata, iniziai ad urlare, ma non c'era nessuno, persi la verginità con lui, nel peggiore dei modi, non riuscivo a scappare, non sapevo nemmeno dove mi trovavo, quando mi riportò a casa mi disse di non raccontare nulla a nessuno, o mi avrebbe fatto di peggio, senza ascoltarlo lo raccontai subito ai miei che in seguito lo denunciarono..»
Ormai sto piangendo.
«Non mi dava pace nemmeno quando era in prigione, lo fecero uscire quasi subito. Per questo, sono venuta qui.»
È l'unico che sa tutta la verità ora.
Non lo sa nemmeno Beatrice.
Non mi piace dirlo, ma forse funziona davvero, dopo averne parlato, sto meglio.
Marco mi abbraccia fortissimo.
«stai tranquilla, ora a te ci penso io» Lo sento sussurrare, quelle parole mi hanno fatto sorridere, mi sento protetta.
«Ti prego promettimi di non..»
«Stai tranquilla, non lo dirò a nessuno.»
Ora che ci penso non sento Beatrice da abbastanza tempo, chissà come starà, chissà se avrà trovato qualcuno migliore di me.
Anche Christian non so dove sia, in questi giorni è molto misterioso.
«A cosa pensi?» mi chiede incuriosito.
Mi sta accarezzando la schiena, non so ancora cosa siamo io e lui, noi.
«Posso farti una domanda?» chiedo senza pensare.
«Certo.»
Mi ricredo subito, decido di non parlare.
«No, nulla.»
Perché è sempre tutto così difficile?
Almeno per me.
Ripenso a Matteo e a tutto ciò che mi ha fatto, quando guardo Marco, però, dimentico tutto, dimentico il passato, e penso solo a lui, non so come faccia, ma è incredibile ciò che riesce a farmi.
«Noi due, ora, cosa siamo?» parlo in fretta, tutto d'un fiato.
Il suo silenzio mi mette ansia.
«Non lo so, insomma, tu mi piaci, tantissimo, ogni volta che guardo i tuoi occhi, mi ci perdo e vorrei baciarti all'istante, ma..»
Lo fermo.
«Perché non mi baci allora?» La mia espressione è quasi una supplica.
Lo vedo sorridere. Mi perdo nel suo sorriso e non capisco più nulla.
Devo smetterla di supplicarlo tutte le volte.
Ma ho troppo bisogno di lui, di un suo bacio.
«Te l'ho detto, non voglio farti soffrire»
No. Non voglio che pensi questo, mi fa stare male.
Non ci penso nemmeno due volte.
Mi giro e lo bacio.
Fortunatamente non si tira indietro.
«Forse..» inizia lui.
«Qualche volta, potrei fare un'eccezione.»
Non riesco a non sorridere.
È tutto un casino, un casino fottutamente perfetto.