CAPITOLO 15

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Ero appena arrivata davanti casa di Lisa, quel pomeriggio avremmo dovuto studiare insieme, senza prenderci dai capelli, possibilmente.

Stavo aspettando che aprisse il gigantesco cancello che mi permetteva di entrare nella sua gigantesca villa.

Mi aprii con tutta la calma del mondo dopo diversi minuti che aspettavo.
Rimasi stupita dalla grandezza di quella casa.

Doveva avere almeno tre piani, il giardino era immenso e perfettamente arredato con amache, tavolini e lettini a bordo piscina, anch'essa gigante.

-Puoi sederti accanto a me, basta che non mi tocchi- disse,prendendo posto su un tavolino in veranda.

-Come vuole lei, signora- la presi in giro.
-Evita di fare la spiritosa, stupida verginella-
-Non sono una stupida verginella, è solo che non me la faccio col primo che capita- sorrisi.
-Non metterti contro di me, se vuoi uscire viva di qui- mi minacciò.

-Altrimenti che fai?-
-Ho detto di non metterti contro di me- disse, prendendo un libro e mettendolo sul tavolo, facendolo sbattere.

Discutemmo sull'argomento da scegliere, su chi doveva memorizzare cosa, e su chi doveva stampare cosa.

Alla fine decidemmo la cosa più banale del mondo da portare, ma almeno, avevamo qualcosa su cui lavorare.

-Non saresti così male, se non fossi così stronza- dissi, mentre passavamo accanto alla piscina e ci dirigevamo all'uscita.

-Sai, ho visto cosa c'è tra te e Hemmings, gli sguardi, le occhiate-
continuò con un ghigno.

-L'unica cosa che c'è tra me e lui è forse un'amicizia- conclusi.
Rise.
-Come no, Alexandra, se non gli sbavassi addosso-
-Sono felicemente fidanzata- dissi
-e una verginella sfigata- continuò, avvicinandosi a me, ghignando.

-E tu una stronza-
dissi, spingendola.

La mia spinta sembrava dieci volte più forte di quella che le avevo dato, tanto che cadde in piscina, e io ne approfittai per uscire dal cancello aperto di corsa.

Me la svignai il più veloce possibile, e salii in macchina di Calum di corsa, che però si fermò a guardarmi.

-Cosa...?-
-Ho spinto quella stronza ed è caduta in piscina- dissi col fiatone.
Sgranò gli occhi. -Wow-
-Adesso andiamo-

Pochi minuti dopo la partenza eravamo arrivati davanti casa sua.
Entrammo, ma non c'era sua madre ad accogliermi, con il solito sorriso.

-Dov'è tua madre?- chiesi.
-Dai vicini- disse, mentre mi prendeva per mano e salivamo le scale.

Si buttò sul letto di camera sua, e io lo seguii, incominciammo a baciarci.
-Ei, rilassati,sei così tesa-

-Scusa...- dissi, lasciandomi andare di poco,e tuffandomi ancora una volta sulle sue labbra carnose.

Si mise sopra di me, lasciandomi baci delicati e umidi sul collo, per poi prendere a succhiare avidamente la mia pelle, lasciando il segno violaceo.

Continuò a farlo, fino al punto che si tolse la maglia, buttandola sul pavimento.

Poi mi prese dai fianchi e tornò a baciarmi.
con una mano prese l'estremità dei miei skinny e iniziò a strattonarla leggermente, cercando il mio consenso.

Mi fermai di botto.
-Calum...-dissi, e lui si staccò immediatamente da me.

Stavamo insieme da un pò, ma entrambi non ci avevamo mai provato, Calum è stato sempre così paziente, o forse aspettava che io facessi il primo passo, e magari si era stancato, e aveva preso lui l'iniziativa.

-Se non sei pronta non importa...-
disse, sedendosi sul letto.

Il fatto non era il sentirsi pronta, ma ero stata presa completamente alla sprovvista, e la situazione era nuova per me, e anche per lui.

Non capivo dove aveva imparato a muoversi così da esperto, o solo gli ormoni avevano avuto la meglio su di lui.

Continuavo a sentire le parole di Lisa in testa: 'stupida verginella'.

-No,non importa, a me va di farlo- dissi, convinta.
-Sicura?- chiese.
Annuii convinta, e lui mi sorrise.

Tornò a baciarmi, posando delicatamente le mani sui bottoni dei miei skinny, e prese a sbottonarli, poi io alzai di poco la schiena per permettere di togliermeli, dopo li buttò a terra.

Decisi di prendere il controllo della situazione, così capovolsi la posizione, adesso ero io sopra di lui.

Continuavo a baciarlo, strattonando leggermente l'estremità dei suoi jeans, e solo quando emise un piccolo gemito, li sbottonai e glieli tolsi.

Le nostre bocche si muovevano sincronizzate e non si staccavamo per nemmeno un secondo.

Mi prese da fianchi, staccandosi dalla mia bocca, così mi fiondai sul suo collo, iniziando a succhiare un lembo di pelle.

Mi tolse la maglia, così rimasi solo in reggiseno, non ero abituata a mostrare il mio corpo a nessuno prima d'ora, no, nemmeno a lui.

Decisi di lasciare il disagio e la timidezza da parte e presi a muovermi sopra di lui, nel modo più eccitante possibile.

Dopo qualche minuto prende un preservativo dalla tasca dei suoi jeans che erano a terra, libera il suo 'amichetto' dai boxer, poi mi fa sdraiare e si mette sopra di me.

Mi sfila l'intimo e mi divarica le gambe.
-Dimmi se ti faccio troppo male, mi fermo- disse.

Io annuii prima di sentire all'inizio, solo la punta della sua lunghezza, poi pian piano iniziò a penetrare di più.

Faceva male, non come lo descrivono nei film o nei libri, era molto di più, era un bruciore e dolore immenso e sembrava non voler più finire.

-Vuoi... che smetta?- mi domandò Calum, in preda al piacere.

Scossi la testa. Dovevo resistere.
Pian piano il dolore si trasformò in piacere, e i nostri gemiti erano sempre più frequenti.

Sento un brivido percorrere tutto il mio corpo e inarcai la schiena, piantando le mie unghie nella schiena nuda di Calum, come farebbe un gatto, e facendolo gemere.
Ho tutti i muscoli tesi e mi tremano le gambe.

-A-Alex-
Calum viene nel preservativo pochi secondi dopo di me, ci sdraiamo sfiniti sul letto.

-Tutto okay?- chiese.
Annuii, imbarazzata.

***

È stata una delle cose più dolorose e imbarazzanti che io abbia mai fatto, ma anche una delle cose più eccitanti.


eei perdonatemi se questo capitolo fa davvero schifo, ma è importante per passare al prossimo.




 Ice Eyes | l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora