CAPITOLO 3

64 8 2
                                    

Non lo sopporto.
Non. lo. sopporto.
Come fa Hanna a stare con lui?
Non la merita.

Penso, durante il tragitto scuola-casa
che Calum fa con me, e il pomeriggio ci teniamo occupati vedendo un film in camera mia.

-Devi solo lasciarlo perdere, quell'idiota.- mi consola.
-I suoi commenti mi scivolano addosso.-
E no, non è vero. E' da quando è iniziato il film che ci penso.

-Sarà meglio, sai non voglio che scoppi una discussione tra me e lui, ne abbiamo già avute in passato-
Dice mentre mette in pausa il film.
-Sì l'avevo capito- rispondo, e sento Calum sospirare.

E' sempre così bravo con me, mi rispetta e non approfitta di me,del mio corpo o della mia gentilezza, è il ragazzo perfetto.

-

Quasi alla fine del film mi chiama Hanna.

-Hanna?- dico avvicinandomi il cellulare all'orecchio.
-Mi dispiace un sacco per tutto quello che ha detto Luke, dice un sacco di stronzate,voglio che tu lo sappia-
dice tutto d'un fiato.

-Tranquilla Hanna, non è colpa tua- rispondo.
-Ti do le scuse da parte sua-
Sì, certo, come no. Luke che si scusa, bella questa.
-Va bene, ci sentiamo dopo- riattacco.

-

L'indomani mattina, a scuola durante scienze umane mi ritrovo sempre con la mano alzata, ed ecco tornata l'Alex secchiona che sa tutto.

Sento dire a una voce che conosco già fin troppo bene, fin troppo irritante, dietro di me qualcosa che non riesco a comprendere,

Mi giro e vedo il signor Luke Hemmings che ride con i suoi simpatici amici, ma appena incrocia il mio sguardo, il sorriso gli si spegne sulle labbra, e torna serio.

A pranzo mi siedo da sola in un tavolo, quando vedo Hanna discutere con Mr. Cohen e dopo una decina di minuti si siede accanto a me.

-Al diavolo quello sbruffone, deve capire che non posso mica fare i pesi, mi si rovinano le unghie!-esclama, mostrandomi le lunghe unghie smaltate a dovere. Rido.

-Hanna evita di metterti le unghie chilometriche quando abbiamo educazione fisica!-

Il sorriso mi si spegne immediatamente quando vedo arrivare Luke, che saluta Hanna e mentre si allontana giurerei di aver sentito "Buon pranzo anche a te, Alexandra."
Odio quando mi chiamano per nome intero, preferisco di gran lunga essere chiamata solo Alex.

Mando un sacco di messaggi a Calum durante la pausa pranzo perché non si è presentato e non lo vedo in giro.
E la cosa mi preoccupa.

Quando torno a casa, decido di chiamare Calum a casa, ma non risponde nessuno, quindi mi rassegno immergendomi nei compiti complicati di letteratura, quando mi squilla il telefono.

-Pronto?- sento dei singhiozzi dall'altro capo del telefono, e una donna che balbetta.

-Alex?- non capisco chi sia, è una voce sicuramente femminile ma è roca, impastata dalle lacrime.

La donna non riesce a formulare una frase di senso compiuto quindi inizio io con le domande.

-Chi parla?-
-S-sono Joy.-
Joy? Cosa cavolo succede?
-Joy? Calmati e spiegami cosa succede-
Cerco di parlarle con un tono calmo e tranquillo, ma sono nel panico.

-Cosa succede?-
chiedo ancora una volta.
Ma ricevo solo parecchi strilli accompagnati da lacrime,lacrime e ancora lacrime.

Merda.

 Ice Eyes | l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora