CAPITOLO 4

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Stringevo la sua mano,
ma essa non ricambiava la mia stretta, cercavo di non spostare le flebo che aveva attaccate in mani e braccia.

Sfiorai la sua faccia piena di graffi e ferite lievi, aveva gli occhi chiusi.

-Calum, sono io, Alex- passai il pollice sulle sue labbra, un tempo avrebbe sorriso a quel gesto, ma in quel momento non era così.

Rimasi lì a fissarlo per ore, non mi sembrava vero, non poteva essere Calum in quelle condizioni, siamo sempre stati così felici insieme, non riuscivo neppure a piangere, com'era potuto succedere?

Una persona che aveva fatto così tanto bene da trovarsi così tanto male, coinvolto in un incidente.

Uscii dalla stanza grigia dell'ospedale e vidi Joy che stava ancora singhiozzando, ma si era calmata da quella chiamata.

-Grazie per essere venuta- disse abbracciandomi tra i singhiozzi.
-Hanno preso la targa?- chiesi, sperando di avere almeno una risposta positiva.
-No, è scappato subito- disse,
nei suoi occhi si leggeva chiaramente
la tristezza.
-Mi dispiace tanto-
-Anche a me.-

-

Tornai a casa prendendo un taxi,volevo lasciare sua madre e Calum un pò da soli.
Il dottore dice che si riprenderà, ma ha avuto molti traumi interni e ci vorrà tempo.

L'indomani mattina andai comunque a scuola, non potevo permettermi di fare assenze già all'inizio dell'anno, andrò a far visita a Calum nel pomeriggio.

Entrai e Hanna mi assalì con un mucchio di domande.

-Come sta?Com'è successo? E' davvero in coma?Ne parlano tutti a scuola. E' morto?-
chiese tutto d'un fiato.
-No! Non è morto!- risposi acida.
-Scusa Alex, ma sono molto preoccupata, era anche mio amico- disse in tono calmo.

-Sì scusa, hai ragione, ho dormito davvero poco, pomeriggio vuoi venire con me? Andiamo a fargli visita- proposi.
-Okay, ci vediamo a pranzo- mi salutò.

-

-Come mai rompi coglioni come sei, oggi non parli? Ti è morto il gatto o hai litigato con le amichette?-
mi stuzzicò Luke con un ghigno sulla faccia, mentre uscivo dall'aula.

-Uno, non sono fatti che ti riguardano, due la vuoi finire di tartassarmi? Lasciami in pace, cazzo!- urlai, e subito feci scattare la mia mano contro la sua guancia,
ed essa si colorò di un lieve rosso.

Ero davvero stanca delle sue prese in giro. Non mi pentii di quel gesto così violento, l'Alex gentile non l'avrebbe mai fatto, ma dentro di me stava crescendo una seconda Alex.

Lo guardai dritto negli occhi, quei dannati occhi di ghiaccio che solo pochi giorni fa mi facevano anche paura.

-Okay- rispose.
Okay? Cosa cavolo significa?

Sputai fuori l'aria che avevo nei polmoni, stavo trattenendo il fiato e nemmeno me ne ero accorta.

E poi vidi, il ghiaccio prima sciolto, ricomporsi nei suoi occhi.

*spazio autrice*
spero che il capitolo vi
piaccia, e grazie per le
100+ visualizzazioni alla storia :)

 Ice Eyes | l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora