Capitolo VII
La mattina del sabato, il penultimo sabato di maggio, a quindici giorni esatti dalle elezioni, Guido aveva fatto quello che faceva tutti i fine settimana quando era certo che entrambi i genitori fossero a casa.
Si era svegliato presto, felice di non dover andare all'asilo, era sceso dal lettino ed era corso nella camera dei genitori noncurante del freddo che provava zampettando a piedi scalzi per il corridoio di marmo.
Claudia e Davide avevano a lungo cercato di far capire al figlio che loro, sempre stanchi dopo una settimana di lavoro, avrebbero preferito riposare fino a tardi, ma alla fine si erano arresi all'iperattività del bambino, iperattività che fortunatamente si limitava allo svegliarsi presto nei giorni di vacanza e disturbare, per modo di dire, i genitori.
Saltò sul lettone e il padre lo prese al volo, si era svegliando sentendolo arrivare, iniziando a fargli il solletico facendolo ridere per dieci minuti buoni.
A quel punto si accorsero che la donna ancora dormiva, e così il bambino, su suggerimento del padre, cominciò a riempirla di baci per svegliarla, cosa che faceva spesso.
Claudia aprì gli occhi dopo diversi minuti, ma non capì subito quello che stava accadendo e si limitò a mugugnare un "ho freddo"con una voce così bassa da spaventare il marito.
Davide, allora, prese Guido spostandolo dalla parte opposta del letto e si avvicinò alla moglie.
Le accarezzò dolcemente i capelli e il volto, scoprendole molto calda la fronte.
- Amore?- Provò a chiamarla.
- Mh?-
- Ti senti bene?-
- Ho freddo...- Ripeté lei.
. Sì, probabilmente hai un po' di febbre, ti prendo il termometro e la Tachipirina.-
- E una coperta...- Sibilò lei.
L'uomo le diede un ultimo bacio sulla fronte e portò il bambino a fare colazione.
- Guido ascoltami,- gli disse mentre gli preparava il latte. - la mamma non sta tanto bene, quindi oggi fai poca confusione così si riposa.-- Okkey.- Rispose il bambino. - Ma oggi viene il nonno Oreste a pranzo?-
Davide ci pensò un attimo. Era vero, quel giorno si erano organizzati affinché il suocero mangiasse con loro, ma se Claudia non stava bene le cose cambiavano.
Il magistrato tornò da lei portandole la medicina, il termometro e la coperta che tanto aveva richiesto.
La donna, nel frattempo, si era svegliata meglio e messo seduta, stando sempre però nel letto.
Per prima cosa prese velocemente la coperta, poi si misurò la temperatura.
- Trentotto e due.- Sospirò il marito. - Almeno non è alta come la scorsa volta. Bevi.- Le ordinò passandole il bicchiere.
Claudia eseguì e sorrise. Non si sentiva neanche troppo male, se non era proprio altissima aveva sempre sopportato abbastanza bene la febbre.
- Poco fa, mentre eravamo a fare colazione, Guido mi ha ricordato che oggi doveva venire a pranzo tuo padre. Che faccio? Lo chiamo e gli dico di non venire?-
- No, non voglio che si preoccupi. Non dirgli nulla, quando arriva vediamo come sto; se va avanti così riesco anche a venire a mangiare, magari dopo prendo un'altra Tachipirina.-
- Sì, ma adesso stai tranquilla e riposati. Tanto avevamo deciso che oggi cucinavo io, no?- Aveva riso l'uomo.
La coccolò ancora un poco e poi andò in cucina.
La mattinata passò in fretta; Claudia dormì a lungo, e questo la aiutò a ristabilirsi un minimo, mentre il marito, dopo aver aiutato il piccolo Guido a lavarsi e vestirsi, si era messo con il figlio a cucinare, riuscendo a distrarlo e impegnarlo fino al mezzogiorno.
A quell'ora la donna si risvegliò sentendosi meglio, anche la febbre era leggermente scesa e, dopo aver preso nuovamente la medicina, si andò a preparare per il pranzo.
Verso l'una arrivò il signor Oreste, e ci mise poco, guardandola in faccia, a capire che la figlia non fosse in forma.
- Sì papà,- ammise Claudia. - Mi sono svegliata con un po' di febbre.-
- Di nuovo bambina mia? Ma l'hai sentito il medico?-
La donna sorrise. - Sono un medico, papà, stai tranquillo. Lo sai bene che questa è stata una settimana pesante, il mio sistema immunitario ne avrà risentito. E poi se mi scende con la Tachipirina vuol dire che non è nulla di grave.-
L'uomo lasciò perdere e si concentrò sul nipotino che gli stava raccontando di aver cucinato per tutta la mattinata.
Si misero a tavola come gli altri giorni, anche se Claudia si sentiva quasi spaesata, come se qualcosa dentro di lei, ancora scosso dal dolore, avesse trovato un'altra spiegazione a quel nuovo malore.
- Mamma ti piace?- Le chiese il bambino alla fine del pasto.
- È tutto buonissimo, amore mio, quasi quasi adesso la sera io mi riposo e tu cucini.- Rise la madre.
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Ricordati di guardare il tramonto
ChickLitClaudia ha poco più di trent'anni ed è gravemente malata. E lo sa. Lo sa solo lei, e lo sa perché è laureata in medicina, non perché abbia fatto visite o analisi di alcun tipo. Per quelle non ha tempo, tra la famiglia, il lavoro in politica, la cam...