Capitolo XIX

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Capitolo XIX

La seconda seduta di terapia, benché più leggera della prima, fu terribile per la paziente e per il marito, il quale malgrado tutto non aveva ancora realizzato quanto dolorosa fosse la cosa.
Ma passò, fortunatamente, dando solo un momento di spavento quando, il martedì mattina, alla prima misurazione, la temperatura di Claudia superò i trentasette gradi.
La situazione rientrò all'ora di pranzo, e verso sera Francesco fece capolino nella stanza della malata con un sorriso che non gli si vedeva da tempo.
- Sono contento di aver risolto questo problema della terapia subito.- Le disse. -Vederti in quelle condizioni ha fatto star male anche me, te lo confesso, e l'andamento di questo ciclo fa ben sperare, magari in futuro potresti fare tutto in day-hospital.- Azzardò.
- Beh, per arrivare al day-hospital dovrei prima essere dimessa.- Obiettò lei.
- Assolutamente sì!- Rispose il medico. - E sono qui proprio per questo.-
il volto di Claudia si illuminò. - C'è qualche speranza che io possa rivedere la luce del sole a breve?- Gli chiese.
- Se non ci saranno peggioramenti nel frattempo pensavo di mandarti a casa nel tardo pomeriggio di giovedì, così la tua famiglia avrà tutto il tempo di sistemare, pulire e rendere sterile il vostro appartamento per evitare che possa darti problemi.-
Davide annuì. - Certamente. Anzi, se poi mi dice quel che devo fare domani inizio.- Si premurò di domandare.
L'idea della moglie a casa lo riempiva tanto di gioia quanto di preoccupazione, perché sapeva che ogni minimo dettaglio era fondamentale e viveva nella paura di trascurare qualcosa di importante.
- E una volta a casa potrò uscire ogni tanto?-
- In carrozzina e con l'ossigeno, lo sai.- Rispose con aria un po' triste Francesco. - Inoltre sarebbe meglio che tu uscissi solo nei giorni di bel tempo e cercando di stare un minimo coperta. So che andando verso l'estate questo può diventare più complicato, mi spiace. Ricordati la mascherina su naso e bocca quando esci, ed evitate luoghi affollati. Conosco la viabilità di Roma, purtroppo, ma per il momento nel caso di lunghi spostamenti è meglio utilizzare la vostra auto privata; autobus e metropolitane aboliteli assolutamente, troppi rischi che non vale la pena correre, e anche i taxi li sconsiglio nel limite del possibile.
Penso di avervi detto tutto il necessario, se serve altro ve lo dico in questi due giorni. Qualche domanda?-
La donna sospirò e annuì. - So che forse è chiedere troppo, ma sabato ci sarebbe la feste della fine dell'asilo a scuola di Guido, per i bambini che, come lui, da settembre andranno alle elementari, e non ti nego che la mia presenza sarebbe importante sia per me che per lui.- Francesco le sorrise. - Non ti mando a casa per farti stare sempre allettata, fossi in quelle condizioni ti terrei ancora qui. Il discorso è quello che abbiamo appena fatto, dovete cercare di prendere tutte le precauzioni possibili, ma di certo non sarà io a impedirti di andare, anche perché dubito che mi ascolteresti.

Purtroppo non ho la sfera di cristallo, non posso sapere se tutte queste premure saranno davvero efficaci o qualcosa accadrà comunque, ma penso che essere lì quel giorno ti farà meglio di tante terapie.-
Claudia replicò con un altro sorriso.
Il medico li lasciò soli poco dopo, e prima di dormire la donna chiese al marito di scattarle qualche foto da mostrare al figlio per prepararlo al suo ritorno a casa.
Il giorno seguente il magistrato si prese il pomeriggio libero, portò il figlio a casa da scuola e, dopo avergli fatto fare merenda, cercò di spiegargli quello che stava per succedere.
- Domani la mamma torna a casa dall'ospedale.- Gli disse, e subito notò i suoi occhi riempirsi di gioia.
- La mamma è guarita?-
- No, Guido, la mamma non è guarita, e c'è bisogno che tu adesso mi ascolti e ti comporti come un bambino grande.- Spiegò.
Il piccolo annuì.
- La mamma deve stare molto a riposo, non può camminare e ha dei tubicini che le entrano nel naso e la aiutano a respirare. Purtroppo è molto debole, e per adesso non potrà giocare con te. Ma potrà farti le coccole, è solo importante che ogni volta che vuoi stare con lei tu me lo dica, e che non entri nella camera di mamma e papà da solo o senza chiedere il permesso, perché prima di andare da mamma io o il nonno ti dobbiamo preparare e lavare bene le manine per evitare che possa succederle qualcosa. È tutto chiaro fino a qui?-
Il figlio fece segno di sì con la testa.
Aveva capito che la madre stava ancora molto male e che probabilmente anche stando nella stessa casa si sarebbero visti molto poco, ma l'idea di averla di nuovo vicino bastava a renderlo felice.
- C'è un'altra cosa molto importante che devi sapere, Guido.- Cominciò poi Davide per introdurre la parte più dura del discorso.
Lui per primo soffriva al pensiero dei mutamenti estetici che la malattia aveva compiuto su sua moglie, ma spiegare al figlio che la donna sarebbe stata molto diversa da come se la ricordava gli sembrava una missione impossibile.
- Tu ti ricordi che prima di andare in ospedale, quando già stava male, la mamma aveva il viso più stanco e pallido, vero?-
- Sì...-
- Purtroppo le cure che sta facendo sono molto brutte, ha ancora la faccia stanca e pallida di quando era a casa. Però, oltre a questo, le sono caduti i capelli e le sopracciglia, e non è proprio uguale a come ce la ricordiamo...-
Guido guardò il padre con uno sguardo decisamente stranito, poi si toccò i capelli e le sopracciglia, forse per cercare di capire se almeno lui li avesse ancora.
- Vuoi vedere una foto della mamma?- Gli chiese l'uomo.
- Sì, così domani la riconosco.- Rispose.
Il magistrato mostrò al figlio le fotografie fatte la sera prima, alcune in cui la donna era ritratta a capo scoperto, altre in cui nascondeva la testa calva sotto a un foulard.
Il bambino le guardò per un po', poi si fece triste e iniziò a piangere. - Non è la mia mamma...-
Davide lo coccolò, rivedendo in lui le stesse espressioni e le stesse lacrime che tante volte aveva asciugato alla moglie nei giorni precedenti.

- Sì, amore mio, è la mamma. Anche per me è stato brutto vederla così, lo sai? Ma purtroppo se vogliamo che guarisca dobbiamo accettare il fatto che le cure la facciano stare così.- Cercò di consolarlo.
E fu immensamente felice nel pensare che forse quello sarebbe stato l'unico effetto collaterale della chemio che Guido avrebbe visto su sua madre.
Decisamente sconvolgente, non c'era dubbio, ma anche molto meno doloroso di vederla stare male.
- Ma quando starà bene le ricresceranno?- Chiese il piccolo tirando su col naso.
- Certamente! E anche quei tubicini che ha nel naso andranno via non appena starà bene.-
Guido allungò le mani verso lo smartphone del padre facendogli segno di voler vedere ancora una volta le fotografie.
- Un po' le somiglia.- Commentò. E poi aggiunse. - Io la vedo sempre bella, e tu?-
- Anche io piccolo mio, è ovvio.-
- Ma tu la ami anche se sta male?-
- Certo, perché?-
- Perché è brutto se la ami ma lei sta male.- Sentenziò il bambino.
- Hai ragione, ma sarebbe più brutto stare senza di lei, non trovi?-
Guido ci pensò un attimo, poi annuì. - Però dille che la ami di più quando sta bene, così guarisce prima.- Gli disse come fosse un ordine.
Meno di ventiquattrore dopo portarono Claudia a casa, un momento di gioia che fu intristito solo dalla necessità di fare il viaggio di ritorno in autoambulanza, cosa che lasciò un po' scossi Davide e il signor Oreste, costretti a fare i conti con la realtà; Claudia era a casa, punto. Era ancora molto malata e l'incubo non finiva solo perché sarebbe stata un po', chissà quanto, con loro.
La donna dormì praticamente tutto il pomeriggio, e quando si risvegliò, dopo essersi ripresa, il marito preparò il bambino per farglielo vedere.
Non fu subito facile, perché appena entrato nella camera Guido si rese contro della differenza tra le immagini viste il giorno prima e la reale situazione di Claudia, rimanendo visibilmente turbato nel vederla, tanto che si nascose dietro le gambe del padre.
Fu lei a provare a farlo avvicinare.
- Cosa c'è, Chicco?- Gli chiese chiamandolo col dolce soprannome che gli dava da quando era al mondo. - Non riconosci la mamma, tesoro mio?-
Parlò con la voce debole di chi oltre ad avere poco fiato ha un groppo in gola, ma quelle parole e il tono della voce erano bastati al bambino per riconoscerla davvero.
Si staccò dal padre e si avvicinò timidamente al letto. Poi, dopo che Claudia gli ebbe fatto segno, salì sul lato solitamente occupato dal magistrato.
La madre gli andò vicino e cominciò a riempirlo di baci, coccole e carezze, e lui si sentì finalmente felice.
Anche senza capelli, anche distrutta da tutto quello che stava passando, quella non poteva che essere la sua mamma.

L'amore non poteva mentire.


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