Capitolo 10

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-"Boy siamo a casa!" Urla Acacia appena varchiamo la soglia della villa.

-"CAZZO PIKACHU." Urla Nash correndo giù per le scale e per poco non cade.

-"Cazzo fai, coglione?" Gli urlo io con fare scherzoso.

-"PIKACHU.- Continua ad urlare e viene verso me -frema Madison è lì."

-"Chi è qui?" Gli chiedo pensando abbia la febbre.

-"Pikachu." Risponde ovvio lui.

-"È tutto il giorno che gioca a Pokemon Go." Dice Matt entrando in salotto. Solo adesso mi rendo conto di essere ancora ferma all'entrata e Nash è davanti a me con il telefono.

-"Posso spostarmi?" Gli chiedo sbuffando.

-"No aspet...si ecco! Puoi andare." Dice e si allontana come se non fosse appena piombato giù dalle scale e mi avesse impedito di spostarmi perché Pikachu.

Acacia va in cucina e lascia un bacio a fior di labbra a Tay.

-"Stasera ci alleniamo nella sala armi, va bene?" Le chiede lui.

-"Mmh si va bene." Risponde Acacia.

Vedo che l'unico posto libero è vicino a Matt e mi ci siedo.

-"Mad vieni in officina oggi? Sempre se non vuoi fare la terza in comodo con quei due." Indica Acacia che è seduta sulle gambe di Taylor.

-"Nono, vengo con te non voglio essere presente quando verranno generati miei nipoti."

-"Ma che peccato! Io ci tenevo alla tua presenza." Dice sarcastico Tay ricevendo uno schiaffetto sulla testa dalla sua ragazza.

-"Mad vai in camera mia e prendi una salopette da lavoro dal mio armadio." Mi dice Matt e io salgo subito.

Entro nella camera che Matt condivide con Nash e apro l'armadio.

Inizio a cercare qualcosa che mi vada quando noto sotto tutti i vestiti una scatola, presa dalla curiosità la prendo e mi siedo sul pavimento ma quando sento dei passi sulle scale la rimetto al suo posto.

Mentre sono ancora con la testa dentro l'armadio qualcuno entra nella stanza e girandomi noto che è Matt.

-"Mad quello è l'armadio di Nash." Dice lui trattenendo una risata.

-"Ah giusto!" Dico e vado verso l'altro armadio. Matt mi precede e rovista un po' tra i vestiti sparsi finché non trova una salopette blu e me la porge.

-"Vado a cambiarmi." Dico andando in bagno.

-"Fai veloce." Mi urla lui ancora in camera.

Siamo in officina e Matt sta andando verso la macchina di Tyler. Deve potenziare il motore, credo.

Stappo due birre e vado verso Matt che è davanti alla Camaro e la fissa nella speranza che arrivino unicorni che vomitano arcobaleni e la riparino.

-"Sai che gli unicorni non arriveranno a ripararla, vero?" Dico porgendoli la birra.

-"Ehm si lo so, sto pensando."

-"Come mia deve correre con la macchina? Di solito le gare erano in moto no?"

-"Si però una gang ci ha sfidato e hanno detto che vogliono una corsa in auto e Tyler è quello che se la cava meglio. Però dobbiamo potenziare il motore e questa Camaro."

-"Va bene dai." Dico poggiando la birra, ormai finita.

Passa tutta la serata e non abbiamo fatto tutto il lavoro, ci manca poco quindi torniamo domani mattina.

-"Sei sicura che vuoi venire domani? Vengo presto Mad." Mi dice Matt.

-"Ho detto che vengo, non è un problema l'orario." Qualche mese fa lo sarebbe stato ma ora non più. Fottuti incubi.

Sono in camera sdraiata sul letto e provo a prendere sonno e quando ci stavo riuscendo il mio telefono squilla. È mio padre. Stento a rispondere ma poi lo faccio.

-Madison?-

-Si-

-S-scusa-

-Non posso scusarti-

-Ti prego, figlia mia-

-Ho detto che non posso-

-Sei dalla nonna?-

-Non ti interessa-

-Perché sei scappata?-

-Me lo chiedi pure?-

-Ci manchi-

-A me non mancate per niente-

-Sei tornata nella Gang?-

-Ho detto che non vi interessa! Non fate i genitori preoccupati perché sapevate che sarei andata via, è stata colpa vostra! Ogni volta che mi avete picchiata, che mi avete sminuito davanti a Karen, ogni volta che per ogni cosa diventavate irrascibili e mi sputavate addosso parole che mi hanno perforato l'anima, ogni volta che mi avete impedito e uscire con Cameron e sentendo i miei pianti ridevate, eccome se ridevate! Pensi che io abbia dimenticato tutto questo? No cazzo. Voi non pensavate che sarei andata via veramente, pensavate che stessi blaterando. Tutte le volte che tra le lacrime mi ripetevo quanto mancasse ai miei diciotto anni. I miei conti alla rovescia per lasciare quella casa con solo brutti ricordi. Il bambino è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e non tornerò in quella casa solo perché mi avete chiesto scusa! Non ci torno. E si, sono con la gang, con la mia famiglia. Dovete lasciarmi in pace una buona volta, cazzo.-

Butto giù e mi accorgo che ho gli occhi lucidi ma mi impedisce di piangere, mando indietro le lacrime e mi addormento, pensando che domani mi aspetterà una giornata stancante.

-"Nessuno ti vorrà mai così, Madison!" Mi rinfaccia Jenna.

-"Tanto anche se dimagrisce rimarrà sola, si è fatta rubare il ragazzo dalla sua migliore amica." Continua Bella.

-"Smettetela!" Sbotto io e le loro risate rieccheggiano in questo posto morto.

-"Oh ma quindi parli?" Si beffano entrambe di me.

-"Ascolta siamo venute per dirti di lasciar stare Cameron e Caterina perché assieme sono felici." Dice Jenna.

Queste parole mi fanno male.

-"Tu non sei riuscita a tenertelo, con te non era felice quindi se ci tieni così tanto lascialo in pace." Dice sempre Jenna.

Capisco che ha ragione, forse con me non era felice, lo devo lasciare in pace.

Alzo lo sguardo e vedo che sono rimasta sola. Mi giro verso il muro a cui ero poggiata e tiro un pugno, due, tre. Per un attimo il dolore si trasferisce dal cuore alle nocche in sangue, ma dura poco.

Mi sveglio in un mare di sudore e rimango un attimo a fissare il soffitto pensando a quello che stavo sognando. Mi ricordo come se fosse ieri quel fatidicio giorno in cui ho comprato una tinta rossa per capelli e ho cominciato una dieta Pro Ana.

Guardo nel letto affianco al mio e Acacia non si è svegliata, questa volta non ho urlato sicuramente. Meglio così.

Guardo l'ora sul telefono e vedendo che sono le 5.40 mi alzo e faccio una doccia. Alle 6.30 devo andare in officina con Matt. Oggi viene anche Tyler.

Finita la doccia mi asciugo i capelli e li lego in una crocchia disordinata, poi prendo la salopette e ieri e la indosso assieme alle mie vecchie Golbe. Vedo che sono le 6.15 e dato che non ho fame e nemmeno voglia di truccarmi mi siedo sul letto e apro qualche social -cosa che faccio raramente- ripensando alla chiamata di mio padre.

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