Capitolo 16

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Caterina.
Jenna.
Bella.

Sento la testa pesante e non capisco più nulla.

Queste ragazze che hanno animato tutti i miei incubi e che non vedo e quando ho quattordici anni, ora sono davanti a me e mi stanno vedendo vulnerabile come anni fa.

-"Sorpresa, Beer?" Quella voce squallida.

Mi raddrizzio e cerco di sembrare lucida. "Cosa vuoi e da me, Caterina?"

"Oh, ragazze si ricorda di noi! Ma che onore!" Sghignazza e da di gomito alle due oche.

"Di oche come voi ne conosco poche, sai" un ghigno mi si torna sul viso.

"Ho saputo che sei tornata con Cameron" il suo sorriso non è lo stesso di anni fa, quello di una ragazza che consolava la migliore amica che era appena stata lasciata. Ma è stronzo e apatico come l'ultima volta che la vidi.

"Ciò che è mio, resta mio" sorrido apaticamente. Cerco nella cintura la mia Calibro e non la trovo, sono preoccupata, lo ammetto.

"Conosci Acacia Clark?"

"Che ti importa?"

Lei tira fuori una Magnum e io istintivamente mi avvicino con un ghigno.

Adesso siamo faccia a faccia e lei tiene in mano la Magnum ancora puntata su di me. So cosa sta per fare. Carica la pistola. Sorride. Poggia il dito sul grilletto. Il suo sorriso si allarga.

"Nooo" sento una voce che riconoscerei tra mille. Cameron. Caterina sbianca con la mano tremante punta di nuovo la pistola su di me. Poi la punta su Cameron che si è avvicinato. Sta per sparare a lui e io non lo permetterò.

Mi avvicino a lei e velocemente le prendo la pistola, gliela punto addosso e la vedo tremare. Scoppio in una risata e le sparo la gamba, stessa cosa a Jenna e Bella. Cadono a terra e io sono soddisfatta.

Mi avvicino a lei sorridendo vincente e le dico: "Ti avevo avvisata cara, non obbligarmi e fare la stronza perché ci vado pesante. Questa è solo una piccola vendetta, bff" un tempo ci chiamavamo così, mi allontano e vado incontro a Cameron che ride. Lo guardo ancora incazzata e smette immediatamente.

"Non mi sono dimenticata quello che è successo" gli dico per poi uscire dalla discarica e tornare al locale dove ho lasciato la moto, salgo in sella e torno a casa nonostante sia un po' brilla.

Arrivo a casa e Cameron è già qui che mi aspetta appoggiato alla sua moto. Appena sente il rombo del mio motore e si gira vedendomi incontro. Lo ignoro e mi avvio per il vialetto ma mi prende per il polso.

"Fammi spiegare!" ha la voce rotta ma non me ne frega proprio nulla, è andato a letto con chissà quale cagna di San Francisco.

"Cosa c'è da spiegare, Cameron, mi hai tradito"

"Non è andata così" ribatte.

"Sei stato violentato?"

"No.."

"Sei stato obbligato?"

"No.."

"Ti hanno menato?"

"No.."

"Ecco appunto" corro dentro casa e poi su per le scale, entro in camera e mi fiondo sul letto vestita. Dieci minuti dopo la porta si apre e anche se sono di spalle so che è Cameron.

"Posso spiegarti" dice ma faccio finta di dormire. Sono sicura che si sia accorto che sto fingendo ma lascia perdere e si sdraia dall'altra parte del letto.

So perché lo fa: gli incubi. Senza di lui tornerebbero. Non mi abbraccia e nemmeno si avvicina, vuole solo farmi sentire la sua presenza, e nonostante tutto gliene sono grata.

Dopo poco mi accorgo dal suo respiro che dorme, ma io non ci riesco proprio quindi mi alzo e scendo in cucina per un bicchiere d'acqua.

Mentre faccio le scale mi vibra il telefono. È un messaggio da mia nonna?! Alle due del mattino?

Lo apro:
"Madison so che sei sveglia. Volevo chiederti se ci possiamo vedere al più presto possibile.
Baci, nonna X
Ps. Vai a dormire che è tardi😛"

Ma...AHAHAHAH. Ero al corrente che mia nonna fosse tutta a conto suo ma non pensavo fino a questo punto.

Le rispondo mentre apro il frigo cercando l'acqua.

'Vengo domani da te.
Vai a dormire che sei vecchiaaa😙😈'

Prendo la bottiglia e la bevo senza bicchiere. Sono più che sicura che tutti hanno bevuto cose anche dalla tazza del cesso.

***

"Non posso crederci!" urlo portandomi le mani sulla testa. Sono da mia nonna, come ieri le avevo promesso.

"Madison penso che dovresti andare a parlare con loro" insiste nonna.

Beh sapete che è successo? Quelle merda dei miei genitori hanno scoperto che non vado più a scuola e vogliono che torni a vivere da loro.

"Non voglio andare da loro, nonna. Mi direbbero cose brutte per poi mandarmi in camera ed impedendomi di uscire. E sai perché? Perché Madison, la figlia delusione, la bambina dei capelli ricci, quella che preferiva giocare con le macchinine, è cresciuta e loro non lo sopportano. E non sono maggiorenne lo so, però diciasette anni non gli sono bastati per rovinarmi la vita? Ne vogliono altri? Che si accomodino pure" sorrido beffarda.

"Non è questo il punto Madison. Sono i tuoi genitori, ti hanno cresciuta. Poi devi tornare a scuola, prendi almeno il diploma"

"Ah scusa, loro mi hanno cresciuto certo. Comunque se proprio ci tieni tornerò a scuola, anche se non ci vado da quasi cinque mesi. Anzi, tanto siamo a maggio, tornerò il prossimo semestre"

"Va bene" rimango lì in attesa della prossima bomba ma quando noto che non dice altro mi alzo la saluto e vado via.

Esco da lì e mi arriva un messaggio da Acacia.
'Vieni al rifornitore chiuso che da verso Los Angeles. È urgente!'

Monto in sella alla mia moto e parto, supero i limiti di velocità e non mi fermo si semafori. Sono preoccupata, lo ammetto.

Cosa è successo di così grave? Spero solo che Acacia non sia sola.

Arrivo dove nel punto detto nel sms e vedo le moto di tutta la gang. Mi avvicino più in la e non voglio credere a quello che vedo. Porca puttana.

Michael è steso a terra e tutti sono attorno a lui. Alzo lo sguardo e vedo Peter e uno dei suoi uomini con la pistola ancora fumante in mano.

Io lo uccido.

Mi avvicino al corpo di Mich e non da segni di vita. Quando Acacia mi vede si solleva da terra e mi abbraccia. Ci stacchiamo e mi abbasso sul corpo del mio amico, una lacrima mi riga il viso e ad asciugarla è proprio Cameron, lo capisco dal suo tocco delicato che mi brucia sulla pelle.

Siamo faccia a faccia, poggio lo sguardo sulle sue labbra quando sentiamo la sirena dell'ambulanza ci scansiamo e ci dirigiamo ogniuno alle rispettive moto mentre qualcuno sale in ambulanza con Mich.

Mettiamo tutti in moto contemporaneamente e ci dirigiamo all'ospedale.

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