Capitolo 17

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Vuoto. Ecco quello che provo. Mi hanno sempre detto che i funerali erano tristi, e porca troia quanto avevano ragione.

Cameron e tutta la gang c'è ma non c'è, ed è normale, siamo tutti completamente giù per Michael. È come se fossimo sotto terra assieme a lui, non riesco a mangiare e nemmeno a bere. Non dormo perché ho gli incubi anche se c'è Cameron, ora alle tre oche si sono aggiunti Peter ed il dottore che ci ha annunciato la morte di Michael.

Non ho ancora spiccicato parola, Cameron mi abbraccia e io piango nell'incavo del suo collo. Acacia fa lo stesso con Tay. Stiamo tutti male, chi non piange ora l'ha fatto di nascosto ieri notte. Si nota delle occhiaie e gli occhi rossi.

Nella villa regna il più totale silenzio ed è meglio cosi, almeno per un paio di giorni.

Ma Mich non è l'unico problema, magari lo fosse. Mamma e papà hanno provato a contattarmi e, nessuno ci crederà, ma l'ha fatto anche mia sorella. Non avrei risposto a prescindere a nessuno dei tre, tanto meno ora che sto male.

Oggi voglio parlare con Cameron su ciò che è successo a San Francisco, così mi toglierò un problema. O almeno decideremo cosa fare, se insistere o mollare.

Sono chiusa in bagno da almeno venti minuti a farmi discorsi da premio Oscar davanti allo specchio.

Dopo aver deciso accuratamente il discorso che dovrò affrontare con quel troglodita esco dal bagno e già ho dimenticato tutto, come mi aspettavo, d'altronde.

È sdraiato sul letto a pancia in giù stile stella marina e con la faccia spiaccicata sul cuscino. Come se avesse un sensore che gli segnala la mia presenza si volta e mi guarda. Mi siedo sul bordo del letto e fisso in terra, non ho il coraggio di incontrare i suoi occhi.

"Dobbiamo parlare" le parole mi escono dalla bocca strane, roche, dato che è la prima volta che parlo dopo giorni. Lui annuisce e io continuo a parlare. "Cosa è successo a San Francisco?"

Sospira e si mette seduto, deglutisce come se dovesse fare un discorso al posto di Obama. "Avevo vinto una corsa, così mio padre...cioè Peter, mi portò a festeggiare e io non opposi resistenza, lo ammetto." fa una pausa e io incontro i suoi occhi per spornarlo a continuare. "Ho bevuto un po', ero brillo ma non troppo. Ho visto una ragazza che ti somigliava, aveva i capelli rossi proprio come te nel periodo che io stavo con Caterina, ed è imbarazzante ma mi è venuto e piangere quindi sono entrato in uno stanzino, poco dopo entra la rossa e, cazzo, sai cosa è successo. Peter il giorno dopo ha visto i graffi sulla schiena e credo abbia detto a Nash di minacciarmi"

Assorbisco tutto. Assimilo le sue parole. Traggo una conclusione.

"Cameron..." sospiro "rompiamo, prendiamoci una pausa, chiamala come vuoi ma ne ho bisogno" esco da lì e vado in palestra, non so perché ho bisogno di allenarmi- o di distrarmi-.

Entro e chiudo a chiave. Inizio a tirare qualche calcio al sacco da box, poi la testa inizia a girarmi e cado a terra.

***

"Madison? Madison?" Apro gli occhi e vedo e Acacia che mi fissa insistentemente. Provo a mettermi seduta ma cado di nuovo sul pavimento.

"Cosa è successo?" Chiedo denendo gli occhi chiusi.
"Beh questo dovrei chiederlo io a te" il sarcasmo di Acacia è l'ultima cosa che mi serve un questo momento.

"Ho rotto con Cameron" al solo pensiero e lui con una rossa mi vien da vomitare.

"Ma...? Che dici?" Lei sembra aver visto un fantasma, e Dio mio vorrei star scherzando, ma sono serissima.

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