Capitolo 28

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Per un secondo esito ad imboccare la strada di casa e sento sotto la pelle tutte le mie debolezze, ma poi mi ricordo perché sono andata dai miei, perché li ho perdonati, perché sono andata alla stazione; ho raccolto tutti i pezzi di me che avevo perso anni fa, me li ho ricuciti addosso e non ho più motivo di avere paura, sono forte e tutta intera, come è giusto che sia.

Non so bene cose dirò ai ragazzi, perché per oggi ho fatto molto, ho fatto un grande passo e non mi va nemmeno un poco di spifferare ai quattro venti tutti i miei dolori. Non ne ho voglia e credo di non avere nemmeno la forza necessaria, non adesso.

Credo che per alcuni di loro sarà difficile accettare certe mie scelte, perché sicuramente si aspettavano che rimanessi sempre quella che avevano conosciuto, quella mini-Mad che se me stra-fregava di se stessa e degli altri. Quella che partecipava alle corse clandestine e correva più che poteva, perché tanto non aveva poi così tanto da perdere, quella che quando si facevano le siringhe era la prima a prendere in mano quella merda e ad iniettarsela sotto pelle. Ero menefreghista. Ero una bambina. Non che adesso sia adulta, ma certe cose le ho capite. Forse le ho capite troppo presto per la mia età; o forse è che le ho vissute molto prima dei miei coetanei. Dio quanto vorrei tornare indietro, certe volte. Odio essere così piena di rimpi...

Fine

Allora, è corto, ma è davvero finito. Non lo lascerò così, perché farò l'epilogo e poi mi dedicherò a correggerlo. Però spero che vi sia piaciuta la storia, perché anche se ci sono solo 28 capitoli, è corta e ci ho messo un intero anno per scriverla, ha significato tantissimo per me. Quindi ringrazio tutte le persone che hanno letto ciò che ho scritto.😊

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