Capitolo 21

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Taylor mi tira dietro di sé e prende la Glock da dentro la cintura mentre io levo la Calibro e lo affianco, quando nota che ho la pistola tira un sospiro di sollievo e iniziamo iniziano ad avanzare contemporaneamente verso la fine di questa stradina.

Usciamo allo scoperto e vediamo che c'è Noah Cliver che viene menato da dei ragazzi che io non conosco. Ma da come Taylor si alza il cappuccio della felpa capisco che lui sì, lui li conosce. Il ragazzo che picchia Noah sembra un perfetto figlio di papà, all'apparenza, dato che ha i capelli biondi, i mocassini, i pantaloni color cachi, e un golfo da cui si intravede la camicia a quadri.

Lancio uno sguardo a Taylor e lui ricambia con uno preoccucato.

"Andiamo via.." gli sussurro.

"Ho la moto vicino a Noah e Diamond." Okay, si chiama Diamond.

"Vieni con la mia, domani puoi tornare a prenderla." Mi sembra l'unica cosa sensata da fare.

Sembra pensarci un attimo ma quando capisce che non ha scelta acconsente.

Estraggo la chiave e mi avvio alla moto mentre Taylor mi prega do farlo guidare, ma la mia moto non si tocca. Quando vede che assieme a Diamond è arrivata altra gente cede e sale subito in sella dietro di me. Sfreccio veloce per le strade di Las Vegas, e, ignorando qualche semaforo, arriviamo alla villa senza troppi intoppi. Fuori c'è Acacia, appena vede me e Taylor sulla moto i suoi occhi chiari si riempiono di lacrime ed entra in casa sbattendo la porta. Taylor scende velocemente e imprecando in tutte le lingue del mondo percorre di corsa il vialetto. Decido di scendere anche io per dire ad Acacia che non è come pensa.

Entro e salgo al piano di su senza incontrare nessuno. Ed è lì che la vedo: accasciata come una bimba alla fine del corridoio, sta sighiozzando ed è sola. Così decido di avvicinarmi. Quando alza il viso mi dedica uno sguardo affranto e pieno di odio, ma io mi piego affianco a lei e mi avvicino le ginocchia al petto abbracciandole e posandoci sopra il mento proprio come fa lei.

"Ho incontrato Taylor a Balzar Ave, stavo uscendo da un tabacchino quando lui mi ha preso per un braccio e mi ha detto tante cose, che tu stai male, che hai gli incubi, che Cameron rientra ubriaco, che stava imprecando contro Jenna, Caterina e Bella. Mi sono sentita una merda. Ma forse è quello che sono veramente, ho paura, di ferire te. Di ferire Cameron. Ho sempre avuto paura e alla fine ho scatenato la mia bomba. Sono una persona che non si fida, e le poche volte che lo fa ci mette il cuore, ho paura di non essere abbastanza. E non lo sono, perché non saresti qui a piangere, Cameron non sarebbe chissà dove a lacerarsi fegato e polmoni. E Michael non sarebbe...non sarebbe dov'è." Mi interrompo pensando a tutti ciò che sto dicendo ma poi riprendo a palrare. "Se fossi morta per over-dose anni fa sarei stata dimenticata e basta, invece sono qui. E voi state una merda per colpa mia." Tutte e due abbiamo il respiro affannato, e Acacia non piange più.

"Madison..." ha la voce roca "perché Taylor non è tornato sulla sua moto come è uscito, allora?"

"C'era una rissa, Noah Cliver e un certo Diamond si picchiavano proprio accanto alla moto di Taylor, se si fosse avvicinato l'avrebbero coinvolto quindi gli ho offerto passaggio." Mi guarda incredula e poi si alza e si mette davanti a me.

"NON VORRAI PRENDERMI PER STUPIDA! NON CI SEI BUONA AD INVENTARE LE SCUSE, MADISON. PENSAVO CI TENESSI A ME, A CAMERON, MA EVIDENTEMENTE CATERINA TI HA PROPRIO FATTO FUORI I SENTIMENTI!" Sentirtelo dire da lei, fa più male di quello che dovrebbe.

"Acacia io non ho inventato nessuna scusa! C'era una rissa, porca troia!" Mi alzo e faccio di corsa le scale ed il vialetto per poi salire sulla moto e partire.

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