Capitolo 15

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-"Allora..." in quel momento squilla un telefono... ma non un telefono qualunque, il telefono di Nash, quello della scatola che Taylor aveva tenuto, tutti lo fissano. Mich lo prende e risponde senza esitare.

-"Pronto?" Dice, poi si allontana ed esce nel giardino del retro. Nessuno lo segue perché sappiamo che vuole stare solo, poi se è importante ce ne parlerà.

-"Perché Nash non è sceso?" Domanda Harold portandosi una manciata di cereali alla bocca.

-"Nash è..." inizia Tay. "Deve tornare nei Mistery!" Tuona Michael entrando in casa. Tutti lo fissano ma nessuno apre bocca. Chiude la telefonata e scaraventa il telefono al muro per poi uscire dalla porta d'ingresso. Sentiamo il rombo del motore della sua Honda e capiamo che è andato via.

-"Che gli è preso?" Dopo qualche secondo di silenzio Josh apre bocca.

-"Io credo di aver capito..." sussurra Acacia più a se stessa che a noi.

-"Nash faceva un doppio gioco.." inizia Matt. "Con mio padre" continua Cameron. Tutti sembrano confusi.

-"Gli diceva dove ci trovavamo e cose del genere. Tipo quella volta che Acacia e Madison sono rimaste sole a casa l'ha saputo da lui; ieri notte Madison e Acacia hanno preso la scatola dove teneva quel telefono e l'hanno scoperto allora hanno chiamato me, Mich e Tay per dircelo. Non sapevamo di chi fidarci e quindi abbiamo organizzato un piano a cinque. Io ho seguito Nash ed è andato a San Francisco, ero solo e invece loro erano più persone, quindi non volevo uscire allo scoperto." Spiega Matt.

-"Ma perché dovrebbe tornare? Come ha detto Mich?" Domanda ancora confuso Ethan.

-"Non lo sappiamo..."
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Dopo quella conversazione tutti si sono dileguati, chi in camera, chi fuori, chi sul divano. Io sono sulla moto con il mio ragazzo e stiamo andando assieme a Matt in officina.

Parcheggiamo le moto e scendiamo. Matt apre l'officina e ci fiondiamo dentro dove c'è una Ford Fiesta anni 70. Dio che figa.

-"Che c'è Madison ti piace?" Mi stuzzica Matt vedendo come la fisso. -"Cazzo..." rispondo ancora con occhi sbarrati.

Mi risveglio dal mio stato di trance e vado verso il frigo da dove estraggo tre birre, le apro e le porto a quei due che sono già a lavoro.

Alla fine la serata passa velocemente e io non ho fatto nulla se non aprire le birre e scolarmele. Preferivo vedere Cameron a petto nudo che lavorare, lui sembra gradire le mie attenzioni perché ogni tanto mi guarda con quel sorrisetto pervertito.

Quando Matt lo nota gli tira uno scappellotto dicendo: "mi distrai l'apprendista, cretino!"

Quando loro finiscono di riparare la macchina io sono un po' brilla, menomale non sono con la mia moto.

Cameron mi carica in spalla e mi mette sulla moto per poi salire anche lui e partire subito dopo Matt.

Arriviamo a casa e io salgo subito su per farmi la doccia dato che sono piena di grasso di motore perché nonostante non abbia lavorato Cameron e Matt mi hanno sporcata.

Sono a metà del corridoio quando Cameron mi afferra per i fianchi e sussurra nel mio orecchio: "La facciamo assieme questa doccia?"

-"Mi devo lavare i capelli."

-"Oh scusami, i capelli sono molto importanti." Fa il finto offeso e va in camera. Io lo seguo e mi precipito in bagno chiudendo la porta a chiave.

Mi libero dei vestiti e mi fiondo sotto il getto d'acqua ignorando le urla di Cameron che vuole entrare.

Mi lavo il corpo e i capelli con molta calma. Appena finisco mi avvolgo in un asciugamano e noto che non ho preso nemmeno l'intimo, quindi esco dal bagno e sento che Cameron parla al telefono con qualcuno e non mi ha notata quindi continua a parlare con...Nash?!

-"Nash per l'amor di Dio, stai zitto. Io e Madison stiamo bene non crearci altri problemi!"

-"Nash, eri il mio migliore amico. Non puoi farmi questo!"

-"Ti prego non dire a Madison che sono andato a letto con altre ragazze a San Francisco. Starebbe solo più male."

Basta ho sentito troppo! Mi avvicino a lui e gli scaravento il telefono al muro con forza. Credo si sia rotto ma sono impegnata a guardare il viso di Cameron che è sbiancato, prova a toccarmi a lo scosto bruscamente.

-"Non azzardarti, stronzo!" Gli urlo contro.

-"Madison lasciano spiegare, ti prego" piagniucola ma non cedo.

-"No. Vai via, non voglio vederti!" Indico la porta invitandolo ad uscire ed è quello che fa ma prorpio quando sta per uscire si blocca con la mano sulla maniglia e dice: "Madison, fammi spiegare..."

-"Va' via!" Dopo il mio acuto esce chiudendosi la porta alle spalle.

Come ha potuto farmi questo?

Mi vesto velocemente, metto l'intimo nero di pizzo, un top bordeaux anch'esso in pizzo e una gonna stretta che si incrocia a metà coscia e sale di poco senza lasciar intravedere nulla. Prendo gli stivali neri con tacco dodici che mi arrivano alle ginocchia e li metto. Tampono un po' i capelli con il telo e poi ci metto un po' di schiuma per modellare i ricci castani. Mi trucco con fondotinta, terra, fard, ombretto nero e eyeliner, mascara e per finire un nuovo rossetto che ho comprato, è sicurissimo, quasi viola. Lo adoro.

Prendo la giacca di pelle, la borsa nera di Acacia e ci metto dentro le sigarette, qualche pasticca, l'eroina e il mio clipper. Stacco il telefono dalla presa del caricabatterie e mi fiondo fuori di casa cercando di non far rumore. Cosa che viene parecchio difficile con questi stivali.

Salgo sulla moto e vado in una discoteca nel Balzar Ave. Uno dei quartieri più malfamati di questo posto.

Scendo e mi sento TUTTI gli occhi addosso. E non mi dispiace, anzi.

Conosco il buttafuori quindi appena mi vede mi fa entrare senza problemi. All'interno di sente subito un forte odore di alcol, nonostante siano appena le undici e trenta.

Vado al bancone e ordino un drink.

-"Un caipiroska" dico al barman che mi lancia un sorriso che non accenno nemmeno a ricambiare.

-"Subito" prende una bottiglia e con all'interno il liquido che ho ordinato e me lo versa. Poi prendo un mojito e poi di nuovo qualche caipiroska. Quando sono abbastanza sbronza prendo una pasticca e mi butto sulla calca di gente che balla.

Ballo come non so cosa per un oretta, poi sudata esco fuori per fumare. Mi siedo nel bordo del marciapiede e mi accendo una sigaretta.

Ad un certo punto qualcuno e siede vicino a me, ma non mi giro. Io non parlo quindi lo fa lui.

-"Hey" dice con la voce di uno che la sa lunga, ma sono sicura che la cosa più lunga e sua conoscenza sono gli spinelli.

Non rispondo ma mi giro per vederlo. Capelli scuri e occhi verdi, lineamenti familiari. Io l'ho già visto!

-"Chi sei?" Gli chiedo.

-"Oh piccola, lo vuoi sapere?"

"Non te l'avrei chiesto, coglione!" provo ad alzarmi ma barcollo e sto per ricadere con il culo a terra quando qualcuno mi afferra le braccia e mi tiene su.

-"Dai sei ubriaca, vieni con me" accenna un sorriso. Provo ad oppormi ma lui è troppo forte o io sono troppo ubriaca.

Arriviamo dentro una discarica completamente deserta. Sono spaesata.

Guardo il tipo misterioso che non ha più il sorriso affettoso, ma un ghigno malvagio.

Che cazzo vogliono tutti da me?

Sento una voce familiare. Due. Tre.

Mi volto e vedo il mio peggior incubo davanti agli occhi.

Una bionda ossigenata al centro, non è cambiata. E gli altri due diavoli dai capelli neri, che anni fa erano castani, ai suoi fianchi.

Caterina.
Jenna.
Bella.

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