Capitolo 12

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È passato un mese dalla gara di Tyler, poi il giorno dopo siamo andate e tirare fuori i ragazzi dal carcere.

Oggi è uno dei giorni che odio di più.

Il mio compleanno.

È strano, lo so, ma odio tutta quella gente che si finge interessata a te e si fa vedere sui social che scrive post chilometrici con frasi prese da tumblr con sotto foto oscene che ricevono centinaia di mi piace. Per cosa poi? Per potersene vantare. Non faccio parte di quelle ragazze che pur di un like in più escono le tette, no per carità.

Odio il giorno del mio compleanno anche perché da piccola i miei se lo dimenticavano sempre e venivo festeggiata con feste all'ultimo momento alle quali si presentavano solo i parenti stretti. Ma il problema non è questo. Il problema è che ogni festa di mia sorella sembrava per la first lady. Pallonicini di tutti i colori, Dj, ballerini, animatori, tutti il vicinato. Poi riceveva regali stupendi che mi sbatteva in faccia e quando, l'anno dopo, ma riceveva di nuovi, ma li regalava, dopo aver tagliato la testa alle bambole. Per fortuna mi divertivo con poco quindi spesso andavo dal vicino a giocare assieme a lui con i camion, ma quando avevo sette anni si trasferì e non lo vidi più.

La sveglia suona ma ne io ne Acacia accenniamo a spegnerla. Continua per un'altra manciata di minuti quando mi alzo, la prendo e la scaglio con forza contro il muro.

Dal tonfo che fa Acacia si sveglia. Ha una faccia così buffa. In una frazione di secondo tiro fuori il telefono e le scatto una foto ricatto. Appena realizza di alza e mi rincorre con un cuscino per tutta la stanza.

Stiamo girando attorno al letto, che ora è diventato matrimoniale, finché non decido di uscire per il corridoio. Lo faccio tutto correndo, strillando e ridendo. Arrivo le scale e faccio per scendere quando Acacia arriva e con tutta la sua ira mi si butta sopra e BOOOOOOM.

Si cari, siamo cadute dalle scale.

Quella cretina di Acacia tiene ancora in cuscino in mano ed è spalmata sopra di me.

-"Mi dici perché cazzo non mi hai messo il cuscino sotto la testa? Potevo rompermela!"

-"Ma non sarebbe stato così divertente." Si alza e poi aiuta me, che sono tutta dolorante.

Che bel compleanno!

Acacia sembra leggermi nel pensiero e mi salta addosso facendomi gli auguri. Le sorriso dolcemente perché sa che odio il mio compleanno, ma tutta la storia per intero non la sa. Sa di mia sorella e delle mie feste di merda. Ma non sa quello che mi è successo il giorno del mio tredicesimo compleanno. Non lo sa nemmeno Cameron, solo le dirette interessate: Caterina, Jenna e Bella.

-"Mad ma siamo sole? Perché con il casino che abbiamo fatto non si è alzato nessuno." Mi fa notare mentre fa il caffè.

-"Credo di si. Aspetta che salgo su e vedere." Salgo le scale e aprendo tutte le stanze le vedo vuote. Esco dall'ultima stanza e scendendo le scale avviso Acacia.

-"Acac..." qualcuno mi mette un panno in faccia ma non proprio sul naso quindi mi libero. Gli assessto un calcio nelle palle e mentre geme del dolore in una frazione di secondo vado in camera nostra ma quando sono sulla porta mi arriva un proiettile alla gamba ma mi sfiora solo quindi non fa troppo male, prima di cadere terra mi tengo allo stipite.

Fa un po' male ma ne ho passate di peggio, entro nella stanza e mi butto sul letto allungandomi fino al comodino e prendere quattro Calibro. Le metto nella fascia dei pantaloni del pigiama e mi fascio il polpaccio con il lenzulo per non perdere troppo sangue.

Esco fuori e non c'è nessuno. Striscio sulla scale e vedo che Acacia ha la bocca tappata. Sapevo che non erano andati via, volevano me. Non hanno notato che sono scesa perché sono di spalle. Mi avvicino cautamente e punto ad entrambi la pistola nelle tempie.

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