"Non ti ancora chiesto come ti chiami" affermò, grattandosi la testa.
"Mi chiamo Rossella" risposi, "e tu?"
"Io sono Francesco"
Sorrisi, finalmente sapevo il suo nome. Era già un grande passo!
"Ascolta, io... Non sono un ragazzo come gli altri" disse.
"Beh, lo avevo capito" risposi con una punta di ironia.
Lui rise e scosse la testa. Era la prima volta che lo sentivo ridere e devo ammettere che mi piaceva quando lo faceva.
"Vorrei ringraziarti per tutto ciò che stai facendo per me, che ne dici di...uhm, uscire un giorno di questi?" Domandò tutto ad un fiato, "non aspettarti fiori e cioccolatini, non sono un tipo da queste cose. Anzi, forse sei la prima persona con cui esco per andare a passeggio"
"Certo" annuii, "allora qualche volta si potrebbe fare" dissi, ma venni interrotta dal suono del campanello.
"Devi andare via" disse serio Francesco.
"Io...cosa?"
"Esci dal retro"
Mi incamminai verso l'uscita, ma prima che io mi girassi per aprire la porta, lui mi afferrò per un polso.
"Non ti sto cacciando fuori, è per te che lo faccio"
"Non capisco" risposi.
Lui scosse la testa:"ciao Ross"
"Ciao Francesco""Dove sei stata?"
"Gió io..."
"Hai passato la notte fuori! Non preoccuparti, ti ho coperta io con zia Barbara, ma ora mi racconti tutto"
"Non ho niente da dirti"
"Sei stata da quello, vero?"
Sospirai.
"Immaginavo... Perché sei così testarda? Io e zia non ti abbiamo raccomandato altro"
"Lui è solo, ha bisogno di aiuto"
"Perché ti preoccupi tanto per lui? Quello è solo un cretino"
"Perché so come ci si sente quando nessuno si preoccupa per te, quando torni a casa e non trovi nessuno, non senti più la voce di tua madre, i passi di tuo padre... Intorno a te c'è solo il silenzio."
Mio fratello mi guardò in modo compassionevole, poi ritornò serio:"stà attenta, non mi fa una buona impressione" disse, poi nient'altro. Mi voltai verso una delle finestre e la mia attenzione venne catturata da un ragazzo che stava entrando in un fuoristrada assieme ad Alessandro.
"Lo conosci?" Chiese mio fratello indicandolo.
"No, chi è?"
"È un suo amico, è spesso a casa sua. Si chiama Riccardo"
Era per lui e per Alessandro che mi aveva mandata via? E perchè mai avrebbe dovuto? Ripensai alle ultime parole di Francesco:"è per te che lo faccio"
Da cosa mi stava proteggendo?
Continuai a fissare quel ragazzo che mise in moto l'auto e sfrecciò via.
Nel frattempo mio fratello era andato in camera sua ed io ero libera di fare ciò che volevo. Era domenica, ma zia Barbara era fuori per un corso di aggiornamento.
Pochi minuti dopo, sentii bussare alla porta e corsi ad aprire.
"Allora, sei pronta?"
Francesco era poggiato allo stipite della porta. I capelli erano tornati in ordine, indossava degli abiti puliti e appariva molto più sereno e sorridente rispetto a pochi istanti prima.
Si, Francesco rispecchiava in pieno il concetto di bipolarità.
Lo guardai inebetita per qualche secondo, che cosa mi stava succedendo?
"Pronta...per cosa?"
"Dobbiamo uscire" disse facendo un cenno con la testa verso l'esterno.
"adesso? Non possiamo fare... Pomeriggio?"
Lui sgranò gli occhi e si raddrizzò:"no, pomeriggio non posso, ho visite. Adesso posso,muoviti"0
Avevo voglia di rispondergli a tono, ma non lo feci, sbuffai e mi diressi verso la mia camera, lui mi seguì.
"Bel posticino, tua zia si è impegnata molto"
"Gia...ma adesso esci, devo cambiarmi"
Lui aprì la bocca per protestare, ma non gli diedi il tempo:"ti ho detto fuori" dissi spingendolo via, fu come spingere un armadio o qualcosa di simile. Quando chiusi la porta, iniziai a scegliere ciò che potevo indossare.
Non era un appuntamento, era semplicemente un'uscita "per sdebitarsi con me" e io non so per quale assurdo motivo avevo accettato.
Presi un paio di jeans dall'armadio e una camicia bianca dalla sedia. Indossai le mie amate converse bianche e uscii, mi ritrovai davanti a Francesco che discuteva con mio fratello.
Entrambi si voltarono nella mia direzione.
"Eccoti qui!" Esclamò Francesco.
"Scusaci un secondo" disse Giovanni e mi portò in disparte prendendomi per un braccio:"hai davvero intenzione di uscire con quello là?" Disse sottovoce.
La mancanza dei nostri genitori lo aveva portato ad essere iperprotettivo e piuttosto presente nella mia vita. Era molto cambiato e maturato.
Apprezzavo questo suo lato, ma tante volte esagerava.
io ero con loro al momento dell'incidente, lui non c'era. Io ho rischiato di morire, ma ce l'ho fatta.
Gli sono rimasta solo io, è per questo che si comporta così.
"Questo non è un appuntamento, non è nemmeno un'uscita tra amici. Non so nemmeno io cos'è..."
Mio fratello mi guardò pensieroso per qualche istante.
"Se volessi andar via, per qualsiasi cosa, fammi un colpo di telefono, okay?" disse, spostando lo sguardo verso Francesco che continuava ad aspettarmi con un'espressione seccata.
"Non accadrà nulla, stai tranquillo", lo rassicurai. Ma a dire il vero, anche io ero un po' titubante. Sapevo che Francesco aveva la mania di distruggere tutto, ma non mi avrebbe mai fatto del male. Però c'era qualcosa di oscuro in lui.
"Dai, Frà, andiamo!" Esclamai, allontanandomi da mio fratello.
Salimmo sulla sua auto, e non appena chiusi lo sportello, partì.
"Dove mi porti?" Domandai, ma nessuna risposta.
Francesco allungò il braccio e accese la radio.
"Abbassa un po'" dissi.
Ma niente.
Allora abbassai io, suscitando l'ira di Francesco:"ma porca puttana, possibile che non riesci a stare un attimino ferma?" Disse urlando.
"Si, ma ti calmi? Altrimenti scendo qui."
Lui non rispose, tirò dritto e continuò a guidare.
Intanto in radio passò "fix you" dei Coldplay.
Le parole di quella canzone mi facevano sempre commuovere e proprio quelle parole mi ricordarono ciò che stavo facendo per Francesco, ma anche ciò che stavo provando io:
"Quando ci provi al meglio che puoi,
ma non riesci ad ottenere quel che vuoi,
quando ottieni quel che vuoi,
ma non è quello di cui hai bisogno,
quando ti senti così stanco,
ma non riesci a dormire
Bloccato al contrario,
Quando le lacrime si versano sul tuo viso,
quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare,
quando ami qualcuno ma tutto va perduto,
potrebbe andar peggio?
Le luci ti guideranno a casa
e accenderanno le tue ossa
ed io proverò a stabilirti"
E io proveró a stabilirlo.
È una promessa che ho fatto a me stessa.
"Quanto manca ad arrivare?" Chiesi.
"Ma fai sempre così tante domande?"
"Di solito no, ma si dà il caso che io sia con uno sconosciuto in macchina" risposi.
Per qualche istante, potrei giurare che accennò un sorriso. Poi ritornò serio.
"Ci siamo quasi"
Francesco sostò vicino ad un lago.
"Eccoci qui!" Esclamò.
"È bellissimo qui!" Ammisi.
Erano belle zone quelle in cui vivevo, peccato non avessi mai il tempo di visitarle.
Lui sorrise, "è il mio posto preferito! Volevo fartelo conoscere... Vieni" disse e mi prese per mano.
Rabbrividii al tatto, forse anche lui se ne accorse, perché si ritrasse per qualche istante, ma poi mi sfiorò di nuovo la mano e mi disse di seguirlo. Camminammo per qualche metro e ci sedemmo poco lontano dalla riva.
Un piccolo cigno bianco si avvicinò a noi.
"Vuoi dargli il mangiare?" Mi chiese Francesco e senza darmi il tempo di rispondere, corse a comprare del mangime ad una bancarella là vicino.
"Guarda, ti insegno come si fa!" Disse appena tornato. Prese un po' di mangime e lo mise sulla mia mano. "Adesso lancia" disse, prendendo le mie mani e guidandomi nel movimento.
"Ecco qui" sorrise, non appena mi voltai nella sua direzione.
Ricambiai il sorriso e continuammo a dar da mangiare a tutti i cigni e i volatili che passavano davanti a noi, quando Francesco si voltò per guardarmi. Per un attimo ignorai il suo sguardo, poi imbarazzata chiesi:"perché mi guardi?"
"Perché sei bella"
Arrossii a quel complimento e distolsi lo sguardo dalla sua mascella scolpita, dal suo pomo d'adamo che faceva su e giù e dalle sue labbra.
Lui invece, continuava a guardarmi.
"Beh, sono qui per dirti grazie" disse poi.
"Non devi ringraziarmi"
"Ross, ascolta. La mia vita è un grande casino. Ma ho preso una decisione, ho deciso di cambiare"
E io avrei voluto dirgli che anche la mia vita era parecchio incasinata, che lo avrei aiutato io a superare tutto, a vincere ogni sua piccola guerra personale. Ma poi realizzai che stavo parlando con una persona che non conoscevo, o meglio, io non facevo parte della sua vita e dubito che lui avrebbe voluto che ne prendessi parte.
"Sono contenta per te" fu tutto quello che riuscii a dire, "promettimi che non ti comporterai più come ieri sera", dissi seria.
Francesco mi fissò per qualche istante dubbioso, poi cedette:"te lo prometto"
Stavo per rispondergli, quando fummo interrotti da una bambina che ci venne incontro, seguita dal suo papà. Mi ricordò tanto me alla sua età, quando facevo le gite con i miei genitori.
"Siete fidanzati?" Ci chiese la bambina.
"No" sorrisi.
"Siete bellissimi!" Esclamò poi.
"Dai, Sarah, lascia stare questi due ragazzi!" Disse suo padre.
"Ma no, la lasci" disse Francesco. "Anche la mia sorellina si chiamava Sarah"
"Hai una sorella?" Domandai.
"Avevo" rispose lui.
"Come vi chiamate?" Ci chiese la bambina.
"Io sono Rossella e lui è Francesco"
"Tu sei una principessa?" Domandò poi, rivolta a me.
"No, lei è un angelo" rispose Francesco. Lo fissai per qualche istante e abbozzai un sorriso.
"Dai Sarah, andiamo. Saluta i tuoi nuovi amichetti"
La bambina fece "ciao ciao" con la manina, poi prese la mano del padre e andò via. Mentre Francesco continuava a ridere.
"Quella bambina mi ricorda tanto mia sorella!" Esclamò.
"Lei è..." Non feci in tempo a terminare la frase che lui mi rispose:"no, non è morta, però non so dove sia"
"In che senso?"
"I miei genitori non potevano tenerci, siamo stati affidati ad una casa famiglia. Io ho passato là tutta la mia infanzia. Lei è stata adottata."
"E hai perso tutti i contatti?"
La storia di Francesco era forse peggio della mia. Io avevo sempre mio fratello Giovanni al mio fianco. Lui era completamente solo, con la consapevolezza di avere dei genitori e una sorella chissà dove.
"No" rispose, "ho provato a contattare la famiglia che l'aveva adottata. Ma mi hanno detto che era andata a studiare in America e di non disturbarli più"
Annuii, "mi dispiace davvero tanto" dissi.
"E i tuoi come sono morti?"
"Abbiamo avuto un incidente stradale. Stavamo andando a prendere mio fratello agli allenamenti di basket, quando un camion guidato da un ubriaco ci è venuto addosso. Io sono sopravvissuta. Loro non ce l'hanno fatta" raccontai, pronunciando l'ultima frase con la voce rotta.
"Povera Barbara..." Sospirò Francesco.
"Come sai il nome di mia zia se a stento la vedi?"
"Lei ti ha detto questo?"
"Si..." Ammisi
"Beh, io so molte cose" disse, "posso darti un consiglio?"
"Certo"
"Scappa da qui"
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Broken glass-Dear Jack
Fanfiction"Lui la distruggeva e la ricostruiva. Ecco cosa faceva. distruggeva per settimane e poi c'era quel giorno in cui riusciva, con una sola frase a ricostruirla e solo il pensiero di quella frase la teneva tutta intera per giorni. Lui era amaro e dolce...