Baby.

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La mattina dopo ci svegliammo e ci guardammo negli occhi senza dire assolutamente niente.
"E se tu fossi l'anello di congiunzione tra l'amore e il veleno?" Gli chiesi.
"In che senso?" Rispose lui sorridendo e giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
"Vedi Frà, all'inizio, stare con te, mi sembrava un'impresa, quasi una battaglia, mi hai fatto provare il veleno. Ma era una battaglia che valeva la pena combattere, perché ti amo. Capisci cosa intendo?"
Francesco mi guardò perplesso per qualche secondo, poi accennò un sorriso, mi diede un bacio sulla fronte e si alzò dal letto.
"John mi ha fatto una proposta" disse.
"Di cosa si tratta?" Chiesi con una punta di preoccupazione nella voce.
"Lavorare per lui"
"E tu?"
"Non gli ho nemmeno risposto" fece lui, indossando degli indumenti puliti e avviandosi verso il bagno.
Ma io ero davvero tanto preoccupata: quell'uomo mi metteva i brividi.
Stavo per dire qualcosa, quando sentii qualcuno bussare alla porta: era Sarah.
Presi la mia camicia da notte e la indossai, poi corsi ad aprire.
"Che ne dite di andare a farci un giro?" Ci chiese, entrando nella stanza euforica.
"Dove andiamo?" Chiese Francesco, uscendo dal bagno.
"Vi porto a fare una passeggiata sulla Walk of fame, vi piace come idea?"
"Fantastico!" Esclamai.
"Io avevo già prenotato i biglietti per Disneyland" disse Francesco.
"Era il nostro sogno andarci, ti ricordi?" Domandò poi, rivolto a Sarah.
Lei lo guardò, visibilmente commossa:"vada per Disneyland allora" sorrise.
Arrivammo giusto in tempo per l'apertura dei cancelli e nel giro di qualche istante, entrammo all'interno del parco più bello e fiabesco del mondo, tant'è che anche io mi sentii come una di quelle principesse delle fiabe e Francesco era un po' come il mio principe azzurro, un principe un po' speciale, un po' fuori le righe, ma comunque un principe.
"È bellissimo qui!" Disse Sarah, mentre visitavamo le varie attrazioni del parco.
"Principessa, vieni qui!" Esclamò Francesco, abbracciandomi, "andiamo nella nostra casa" disse poi, indicando il castello di Cenerentola che si ergeva davanti a noi e ridendo.
Ci divertimmo come se fossimo tornati bambini per qualche ora e solo in quel momento mi resi conto quanto Francesco e Sarah rimpiangessero la loro infanzia spezzata, la loro distanza in tutti quegli anni e adesso era come se volessero recuperare tutto il tempo che avevano perso.
Tornammo in albergo quando era ormai notte fonda. Usciti dal parco, Sarah ci portò a fare la passeggiata sulla famosissima Walk of fame. Vidi a terra le stelle  dedicate alle più grandi celebrità del mondo della musica, come Michel Jackson e del cinema.
"È fantastico!" Esclamai, prendendo per mano Francesco.
Lui mi guardò senza dire niente per una manciata di secondi, poi mi diede un bacio:"è la prima volta che ti vedo sorridere così..." Ammise e aveva ragione, era da tanto tempo, da quando erano morti i miei genitori, che non ero felice in quel modo.
Quella notte, sentii un forte mal di testa che mi costrinse a svegliarmi.
Mi divincolai dalla presa di Francesco che mi teneva ben stretta a sè, adoravo dormire abbracciata a lui, mi dava un senso di protezione. Mi alzai dal letto e corsi verso il bagno. Fui improvvisamente assalita da un forte senso di nausea, mi avvicinai al lavandino, posando entrambe le mani sui bordi e rimessi.
Vidi Francesco alle mie spalle che mi chiamava:"Ross, che hai?"
"Niente" dissi ancora tremando, "è tutto okay, torna a letto. Adesso arrivo"
"No, non è tutto okay. Vuoi che chiami un medico?" Domandò.
"No, non c'è bisogno, avrò fatto sicuramente indigestione. Dai, torniamo a letto" dissi, cercando di pulire e mettere in ordine il bagno della nostra camera.
Francesco finalmente si convinse, mi guardò con perplessità, ma poi tornò a dormire. Anche io mi avviai verso il nostro letto, ma provai una sensazione strana: come se le gambe facessero fatica a reggermi. Raggiunsi il letto a tentoni e mi ci adagiai sopra, cercando un contatto fisico con Francesco, che capite le mie intenzioni, si strinse a me, lasciandomi dei piccoli baci sulla spalla.
Il mattino seguente, decisi di non uscire con Francesco e Sarah e lui fu d'accordo con me:"se dovessi sentirti ancora male come ieri, chiamaci, va bene?" Domandò Sarah.
"Ciao, piccola" mi salutò Francesco, dandomi un bacio.
"Mi raccomando, non fà scherzi!" Esclamò, ma vidi una punta di preoccupazione nel suo sguardo.
"No, ma state tranquilli, ragazzi" li rassicurai, "sto bene, solo voglio un po' riposare che stanotte non ho dormito bene" dissi, e lo pensavo davvero: stavo meglio rispetto alla notte prima, ma mi sentivo esausta.
Così, dopo averli salutati, rimasi sul mio letto a guardare la piccola tv che era nella nostra camera.
Passarono la pubblicità di un test di gravidanza, o qualcosa di simile e fu proprio in quel momento che mi venne un dubbio. Aprii sul mio cellulare l'app del calendario e feci il conto dei giorni: il ciclo mi sarebbe dovuto venire dieci giorni fa.
No, non era vero: non potevo essere incinta.
Feci la prima cosa che mi passò per la testa: chiamai Alison.
"Pronto Ali"
"Ross!" Esclamò lei, "come procede la vacanza?"
"Bene..." Dissi con un tono di voce davvero poco convincente.
"Che hai?" Domandò Alison, diventando improvvisamente seria.
"Ali, penso di essere incinta. Ma non ne sono sicura. Ieri sera ho avuto nausea, vomito, mi sono sentita debole e stamattina ho fatto il conto e ho un ritardo di dieci giorni"
"Cazzo!" La sentii esclamare dall'altro capo del telefono. "Ascolta, non farti prendere dal panico. Okay?" Disse, "Francesco è con te?"
"No, è uscito con Sarah. Io sono rimasta in albergo"
"Allora, esci, attiva maps e trova la farmacia più vicina. Compra un test, e fallo,va bene? Poi chiamami quando sai qualcosa."
"D'accordo, Ali"
"E tranquilla, può anche essere che tu ti senta in questo modo per altri motivi, non per forza devi essere incinta. Anzi, per sicurezza comprane due"
"Va bene. Posso...posso chiederti un'altra cosa?"
"Si, dimmi"
"Non dirlo a Lorenzo, non dirlo a nessuno"
"Ma no, tranquilla, è una cosa tra me e te, non lo saprà nessuno"
Ringraziai la mia amica per i consigli e feci come mi aveva detto.
Presi un taxi e gli chiesi di portarmi alla farmacia più vicina, dove, con un pessimo americano, chiesi due test di gravidanza.
Poi, dopo essere ritornata in albergo, lessi le istruzioni e iniziai a farne uno.
Aspettai mezz'ora e notai che erano apparse due linee, una delle quali era molto chiara. Ma in poco tempo anche quest'ultima divenne marcata come l'altra.
Con le mani che mi tremavano, provai a fare l'altro test, ma il risultato fu lo stesso: incinta.

Broken glass-Dear JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora