His eyes.

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Ross..." Disse Francesco, tentando di sollevarmi da terra.
"Non ci posso credere... Che schifo" dissi tra i singhiozzi.
"No Ross, lasciami spiegare"
"Non c'è niente da spiegare. Sei stato un mostro con quella povera ragazza Frà, non c'è scusa che tenga per giustificare uno stupro."
"Il problema è che io non l'ho violentata, non avrei mai alzato un dito su di lei, senza il suo consenso.
È vero, io sono sparito per due giorni. Volevo stare da solo, volevo riflettere sulla mia vita, non volevo più portarmi a letto una ragazza diversa ogni sera, non volevo più bere per dimenticare il mio passato difficile. Volevo cambiare.
Purtroppo quella ragazza, era una di quelle che frequentavo, lei voleva qualcosa di più serio, ma io non volevo lei al mio fianco. Quella era solo un divertimento. Quando lei è stata rifiutata, si è inventata questa storia. Ho passato giorni d'inferno, Lorenzo e Riccardo hanno pagato i migliori avvocati per difendermi. E nel frattempo io mi sono chiuso in me stesso più di quanto già lo fossi. Ho iniziato a farmi del male per provare un po' di piacere. Cercavo la gioia nel dolore, ho iniziato ad odiare tutti. Lorenzo e Riccardo sono stati gli unici che mi sono stati vicini. Gli altri si sono allontanati e pur avendo saputo che ero innocente, non si sono più fatti vedere, perché nessuno era totalmente convinto della mia innocenza, visti i precedenti. Non ti devi fidare di ciò che ti diranno gli altri di me. Ma di me. Tu ti fidi di me?"
Lo guardai: era seduto accanto a me, negli occhi aveva un'espressione triste, disperata. Ma dal suo sguardo capii, capii immediatamente che era sincero: a volte basta anche un piccolo gesto per dire chi e che cosa siamo.
"Io ti credo" dissi.
"Davvero?" Domandò Francesco con una punta di incredulità nella voce.
Annuii:"sai che c'è Frà? C'è stato un periodo in cui non riuscivo a guardare negli occhi nessuno. Specialmente dopo la morte dei miei genitori. Loro mi guardavano come si guarda un cucciolo sofferente e io lo odiavo. Era come se mi mettessero addosso un'etichetta con scritto "povera orfana". Okay, probabilmente lo sono, ma non volevo circondarmi di questo tipo di persone. Intorno a me era tutto nero, avrei voluto volentieri un po' di luce. Nemmeno mio fratello era stato capace a darmi un po' di felicità, con il suo sguardo uguale a quello degli altri, il suo atteggiamento iperprotettivo nei miei confronti... La prima persona che ho guardato negli occhi sei stato tu. Tu che non sapevi niente di me e non mi hai mai giudicata. È stato quando ho capito che guardarti non mi bastava più, che ti ho visto. ho visto dentro di te e ho pensato che se avessi tolto un po' di oscurità dalla tua anima, avrei tolto un po' di oscuro anche dalla mia. Sei stato un po' la mia luce..."
Lui schiuse le labbra per dire qualcosa, ma io lo interruppi:"aspetta, fammi finire", "conosco il tuo sguardo a memoria Frà. Hai lo sguardo più bello che io abbia mai visto, perché quando mi guardi è come se frugassi un po' dentro la mia anima. Capisco quando sei sincero" terminai il mio discorso guardandolo ancora negli occhi.
"C'è una cosa che devo dirti..." Rispose lui, "ma non l'ho detto mai a nessuno"
"Cosa?"
"Ti amo, Ross".
lo disse a bassa voce, come se mi stesse confidando un segreto.
Provava già un sentimento così forte per me, nonostante mi conoscesse da pochissimo tempo.
Lui era disposto ad amare un disastro come me, io ero disposta a prendermi cura di lui.
Rimasi in silenzio, un silenzio fatto di commozione, di riflessione.
"Non...non dici nulla?" Chiese Francesco.
Feci la prima cosa che mi venne in mente: mi avvicinai a lui, e tra le lacrime lo baciai.
"Ti amo anch'io" sospirai. Eravamo ancora a terra, sul pavimento della cucina.
Francesco si staccò da me, mugugnai.
"Dai alzati" disse, porgendomi le mani. Poi ci ripensò e mi sollevò lui da terra, prendendomi in braccio.
Strinsi entrambe le braccia attorno al suo collo, e le mie gambe attorno alla sua vita, mentre lui camminò verso la sua camera. Mi adagiò sul letto e continuò a baciarmi, lasciandomi dei baci anche sul collo e sulla clavicola, le sue mani toccavano qualsiasi punto del mio corpo e scivolarono sotto la mia maglietta, sbottonandomi il reggiseno con un gesto piuttosto rapido. Pensai a tutte le volte che aveva fatto un simile gesto ad altre ragazze e mi bloccai.
"Che c'è?" Domandò Francesco, bloccandosi a sua volta.
"No, niente, è che io..."
"Non hai mai fatto... Questo?" Chiese.
"No" confessai.
"Davvero?" Domandò divertito.
"Dai, che cosa ridi?" Mi accigliai.
"Scusa, è che non posso credere che una ragazza bella come te non abbia mai..."
"No, sono vergine" lo interruppi.
Restai in un imbarazzante silenzio per qualche secondo.
"Hey, non devi avere paura se non te la senti" disse Francesco. "Non voglio costringerti a fare nulla."
Annuii:"mi dispiace. Magari tu sei abituato diversamente con tutte le ragazze con cui sei stato"
"È questo il problema? Loro non contano niente. Quel che conta sei tu, io voglio farti stare bene, come tu hai fatto sentire bene me. Ti fidi?" Mi aveva fatto la stessa domanda pochi istanti fa, ci teneva davvero tanto che io acquisissi fiducia in lui.
"Si" risposi questa volta senza nemmeno pensarci.
"Ecco, allora lascia che ci pensi io a te" disse baciandomi con molta passione, mentre le mie mani affondarono tra i suoi  ricci.
Mi sbottonò i jeans e la sua mano destra entrò dentro le mie mutandine e mi toccò. Infila un dito nella mia intimità e iniziò a muoverlo. I movimenti aumentano sempre di più e io non posso che ansimare, poi si fermò di colpo.
"No, ti prego continua" lo pregai mugugnando.
Fece come gli chiesi, mentre io mi aggrappai alla sua schiena e continuai a gemere. Si fermò solo quando arrivai al culmine, urlando il suo nome.
Lui mi lasciò un bacio all'angolo della bocca:"bravissima piccola" sussurrò, stringendosi a me e ascoltando ancora il mio respiro ansimante.
Quel momento venne fermato di colpo dal suono del mio cellulare: era Giovanni.
"Si può sapere dove cazzo sei?" Tuonò.
"Giò,io..." Dissi ancora in preda alla confusione per quanto era successo poco prima.
"Porca puttana! Porca puttana, sei ancora con quello?" Urlò.
"Abbassa, la voce, per favore"
Francesco mi guardò con uno sguardo misto tra il perplesso e il preoccupato, mentre io tentavo di placare mio fratello.
Sentii la sua voce sempre più vicina, fin quando non lo trovai dinnanzi a me e Francesco in camera da letto, con il cellulare ancora in mano.
"Dio, Rossella!" Tuonò.

Broken glass-Dear JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora