Cosa c'è tra te e Francesco?"
"Assolutamente nulla"
"Meglio così"
"E perché?" Domandai.
"Ci sono troppe cose che non sai e sono sicuro che se le sapessi, non ti faresti una buona opinione su di lui. Lascialo perdere, lo dico per te. È una persona problematica, ti farà solo del male"
Annuii:"so benissimo com'è, l'ho capito. In ogni caso non devi preoccuparti. Tra me e lui non c'è niente e dubito che ci sarà mai qualcosa. A presto"
Dissi quelle parole in preda alla confusione.
Mi fidavo di Francesco, sapevo che ciò che mi aveva raccontato era la verità. Cercai di auto convincermi di ciò, perché apprezzai il fatto che aveva scelto di aprirsi con me quella domenica al lago. Sapevo che non era lui il problema, ma chi gli stava intorno. Altrimenti perché qualche giorno prima avrebbe dovuto cacciarmi fuori non appena sentì Riccardo arrivare? Dovevo solo capire ciò che c'era sotto.
Il giorno dopo mi svegliai con un grande mal di testa.
Avevo il caos nella mente. Provai a studiare qualcosa, ma ero totalmente assente: avevo altri pensieri; tipo Francesco.
Se fossi andata da lui, so che mi avrebbe respinta. Sarei stata male, ma anche continuare in quel modo mi faceva estremamente soffrire. Io e lui eravamo come due atomi: ci respingevamo, pur sapendo che saremmo rimasti sempre attaccati l'uno all'altro. Si, era sicuramente così.
Mi alzai dalla sedia e andai da lui. Questa volta lo avrei affrontato, mi sarei fatta spiegare tutto per bene.
Mi sorpresi per questo mio atteggiamento. Proprio io che fino ad allora allontanavo le persone, perché trovavo riparo dal resto del mondo nella mia solitudine, adesso mi stavo comportando così. In quel momento, capii anche il perché, perché non ho mai cercato di respingerlo: avevo visto in lui qualcosa di familiare. In lui c'erano gli stessi mostri che avevo visto prendere vita dentro di me. Ed ero sicura che se avessi salvato lui da quei mostri, avrei salvato anche me stessa.
Arrivai davanti alla sua porta con il cuore in gola, piangendo. Non mi importava se mi avesse detto che ero matta o se non mi avesse lasciata entrare. Probabilmente lui sentì il rumore dei miei passi, perché aprì la porta senza che io bussassi.
Dinnanzi a me vidi la mia fotocopia: anche lui piangeva, anche lui stava soffrendo. Si vedeva dagli occhi lucidi che mi squadrarono.
Ci guardammo per qualche istante senza dire niente. Il silenzio era la nostra guerra personale, ma lui lo sapeva che il silenzio certe volte è solo voglia di carezze?
Proprio in quel momento, mi strinse forte, costringendomi ad avvicinarmi di più a lui. I nostri bacini si scontrarono, mentre lui iniziò a baciarmi con molta foga.
"Sapevo che saresti salita" disse sorridendo e chiudendo la porta alle nostre spalle.
"Mi eri mancato" sospirai, mentre lui continuava a baciarmi.
"Anche tu, sei arrivata come un angelo custode nella mia vita. Pensavo che saresti rimasta per sempre, ma poi ho avuto paura,ho temuto di trascinarti nel baratro con me. Ma ho anche avuto paura di perderti e di soffrire. E la paura di soffrire, fa più male della sofferenza stessa."
Annuii e lo abbracciai fortissimo: avevamo bisogno l'uno dell'altra, era certo.
"Non andare più via, Ross"
"Non lo farei per nulla al mondo"
Ci addormentammo sul suo divano abbracciati, ma quando mi svegliai, lui non era con me.
Sentii delle voci venire dalla cucina: sembrava Riccardo.
Curiosa di sapere cosa stessero dicendo, mi avvicinai alla porta e iniziai ad origliare.
"Cazzo, Frà. Ti avevo detto niente casini e tu te la porti qui? Io e Lorenzo non ti abbiamo raccomandato altro!"
"È salita lei, Riccà. Ho provato a respingerla, le ho detto le cose peggiori che una persona possa sentirsi dire e lei è tornata. E sai perché? Perchè mi ama e io amo lei."
"Ma sai a cosa stai andando incontro?"
"Si, ma... Davvero, non ce la faccio a fare a meno di lei. Ha qualcosa che le altre non hanno. È diversa, ma penso di essermi innamorato"
Silenzio. Francesco provava qualcosa di davvero sincero nei miei confronti.
Ero assorta nei miei pensieri quando ricominciarono a parlare.
"Credi che lei continui ad amarti quando saprà tutta la storia? Quante barzellette le hai raccontato?"
"Cosa c'è da sapere?" Domandai, spalancando là porta ed entrando in cucina.
Cosa c'è da sapere?" Chiesi ancora una volta.
Francesco e Riccardo si guardarono per qualche istante.
Poi Riccardo si alzò dalla sedia e venne verso di me, ma fu strattonato da Francesco:"no...non dirglielo"
Riccardo si divincolò dalla sua presa e si avvicinò a me per spiegarmi meglio: "Francesco lavorava nel bar di Lorenzo..." Prese a raccontare.
"Noo" lo implorò Francesco, tra le lacrime, mentre Riccardo si fermò per qualche secondo.
"Continua" dissi, rivolta a quest'ultimo.
"Io, Francesco e Lorenzo eravamo amici, ci eravamo conosciuti all'oratorio da ragazzini. Una volta grandi, abbiamo deciso di aprire quel locale in società. Ma lui non si è comportato molto bene"
"Non è vero, sta mentendo. Non credere ad una singola parola di quello che ti dice, Ross" intervenne Francesco, ma fu subito messo a tacere da Riccardo:"fà silenzio, Frà. È giusto che lei sappia e poi tragga le proprie conclusioni se vuole stare con te"
"C'è stato un periodo in cui era sempre molto nervoso e anche strano per certi versi. Beveva e poi andava con una ragazza diversa ogni sera, ma forse questo non gli bastava. Tant'è che quattro anni fa è sparito, nessuno ha avuto sue notizie per due giorni. Poi una ragazza lo ha accusato di..."
"Sono tutte cazzate, non è vero, Ross, guardami, ti prego"
Il mio sguardo divenne di colpo assente, la vista era appannata a causa delle lacrime che non avevano la forza nemmeno di scendere e io mi sentii improvvisamente debole.
"Di cosa lo ha accusato?" Dissi a Riccardo con un filo di voce.
Riccardo non rispose, ma potevo bene immaginare. Socchiusi gli occhi, mi accasciai a terra e iniziai a piangere.
Francesco provò ad avvicinarsi, ma Riccardo lo allontanò e si avvicinò al mio orecchio:"Un giorno mi ringrazierai" bisbigliò, chiudendo la porta alle sue spalle e andando via.
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Broken glass-Dear Jack
Fanfiction"Lui la distruggeva e la ricostruiva. Ecco cosa faceva. distruggeva per settimane e poi c'era quel giorno in cui riusciva, con una sola frase a ricostruirla e solo il pensiero di quella frase la teneva tutta intera per giorni. Lui era amaro e dolce...