"Sono stato invitato ad una festa!" Esclamò mio fratello.
"Una festa?" Domandai sbalordita.
Mio fratello era qui da così poco tempo è già aveva degli amici e addirittura era stato invitato ad una festa, mentre io a malapena conoscevo la corriera che dovevo prendere per andare da casa a scuola e da scuola a casa.
"Si, il ragazzo che vive al piano di sopra, ha organizzato una mega festa stasera, visto che è sabato. Siamo solo uomini ovviamente, le ragazze non sono invitate" disse indicandomi.
"Uh, peccato. Non vedevo l'ora di andare!" Esclamai sarcastica.
"E tu hai intenzione di andare?" Chiese con tono quasi preoccupato zia Barbara.
"Si, zia, perché? Non dovrei?" Zia aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi si interruppe subito. "No, ma certo che devi!"
Nel tardo pomeriggio, mio fratello iniziò a prepararsi per la festa.
"Come sto?" Chiese, mettendosi di fronte a me e cercando di imitare una posa sexy. Effettivamente stava molto bene. Indossava una semplice maglietta a maniche corte e un paio di pantaloni attillati che gli stavano alla perfezione.
"Stai bene, ma smettila di fare il cretino!" Esclamai roteando gli occhi.
"Solo bene? Avresti dovuto dire:"sei uno schianto!" Disse sistemandosi i capelli con un gesto della mano. Sorrisi a quell'affermazione.
"So che vorresti venire anche tu" disse, ritornando immediatamente serio.
"No, veramente io non me la sento" risposi, "ma sono contenta per te che vai a divertirti"
"Già, credo che loro siano più contenti così", indicò la foto dei nostri genitori che aveva sul suo comodino e la guardò in silenzio per un po'.
"Sto aspettando Alessandro, non posso presentarmi su da solo" disse poi.
"Alessandro?"
"Si, lui e il tizio si conoscono. È grazie a lui che sono stato invitato"
Ma allora era con lui che Alessandro parlava al cellulare quel giorno! In quel momento tutto mi fu chiaro e il ragazzo del piano di sopra mi sembrava davvero molto strano.
"Stà attento" dissi a mio fratello, prima che lui lasciasse il nostro appartamento.
La serata passò in fretta, tra qualche rumore e le urla dei ragazzi ubriachi. C'erano anche delle ragazze, ma erano ragazze che avevano chiamato loro "per divertirsi"- parole di mio fratello.-"Tipo delle prostitute?" Gli domandai il mattino seguente, quando mi raccontò tutto.
"Si"
"E che mi dici del ragazzo di sopra?" Chiesi su due piedi.
"È un coglione"
"Perché?"
"Che bella giornata!" Ci interruppe zia Barbara irrompendo nella nostra camera.
"Buongiorno zia"
"Scusate se non ho bussato prima di entrare, volevo dirvi che ho preparato la colazione! Oggi non lavoro, quindi mi piacerebbe che facessimo qualcosa insieme, sempre se non avete nulla in contrario. Potremmo andare al centro commerciale!"
"È una buona idea" disse mio fratello, "Ross, tu che dici?"
"Sisi, anche per me va bene" sorrisi. Mia zia ricambiò il sorriso:"forza, andiamo in cucina!" Disse dando una pacca sul braccio a mio fratello.
"Lì ci sono i cornetti al cioccolato e là alla crema, li ho presi di entrambi i gusti perché non sapevo come li preferivate"
"Quando hai fatto tutto questo?" Domandò mio fratello.
"La domenica mattina mi sveglio presto per andare a correre e sono passata dal panificio" rispose mia zia, versandosi del thè in una tazza.
"Ti piace?" Mi chiese, indicando il cornetto.
"Si, è buono" risposi.
"Bene, io vado a prepararmi, quando siete pronti andiamo"
"È molto lontano da qui?" Domandai entrando in macchina.
"Non molto" rispose Giovanni, indicando il display del suo cellulare, collegato a google maps.
"Usa google maps anche per gli spostamenti più piccoli?" Chiese zia Barbara piuttosto divertita.
"Si, è l'ansia!" Sbuffai, ricevendo un buffetto da mio fratello.
"Cosa avevi da dirmi riguardo al ragazzo di sopra?" Gli domandai, avvicinandomi a lui e bisbigliandogli nell'orecchio.
"Ieri sera, dopo aver bevuto una decina di birre, ha afferrato per il braccio una di quelle ragazze e l'ha trascinata in camera sua. Poi non si è più visto. Lei è uscita mezz'ora dopo, ha preso le sue cose ed è andata via senza dir nulla.
Lui è rimasto nella sua stanza. Abbiamo sentito altri rumori di oggetti che si rompevano, ma non sono sicuro che provenissero dalla sua stanza"
"Non hai da dirmi nient'altro?"
La faccenda mi incuriosiva, non poco. Avrei voluto sapere quante più cose possibili riguardo quel ragazzo misterioso, anche se quel poco che mi aveva detto mio fratello, mi bastava per capire che si, aveva ragione quando proprio quella mattina mi aveva detto che era un coglione.
"Oh smettila, sembri quasi ossessionata!"
"Di cosa parlate voi due?" Chiese Zia Barbara.
"Della festa di ieri sera"
"Oh, e com'è stata?" Disse, improvvisamente seria.
"È stata...bella. Ci siamo divertiti tutti"
"E le ragazze?"
Giovanni sbiancò di colpo:"cosa?"
"No, nulla. Piuttosto, Google Maps", disse cambiando discorso e rivolegendosi scherzosamente a mio fratello:"vedi un po' quanto manca"
"Cinque minuti"
"Ah, bene, è più vicino di quanto pensassi allora"
Il resto del viaggio fu abbastanza silenzioso,io indossai le cuffiette e ascoltai una canzone degli Evanescene che mi piaceva molto e mi lasciai trasportare dalle parole e dalla musica:"These wounds won't seem to heal// queste ferite sembrano non guarire.
This pain is just too real//questo dolore è troppo reale
There's just too much that
time cannot erase// C'è semplicemente troppo che il tempo non può cancellare
When you cried I'd wipe away
all of your tears//Quando piangevi io ho asciugato tutte le tue lacrime
When you'd scream I'd fight away
all of your fears// quando hai gridato io ho combattuto tutte le tue paure
I held your hand through
all of these years// Ho stretto la tua mano durante tutti questi anni.
But you still have
All of me//ma tu hai ancora tutto di me."
Quella canzone descriveva davvero alla perfezione il mio stato d'animo, mi sentivo ancora piuttosto debole e nella mia mente si ripetevano all'infinito i ricordi degli ultimi istanti trascorsi con i miei genitori, poi l'oscurità.
"Siamo arrivati" disse mio fratello, appena notò la struttura che era poco distante da noi. Il centro commerciale era enorme, immaginavo già la quantità di negozi che c'erano all'interno.
Li visitai quasi tutti con mio fratello e mia zia, che decise di comprarci tutto ciò che volevamo.
Non volevo farle spendere tanti soldi, pertanto, acquistai solo una maglietta e un paio di jeans, ma mia zia insistette affinché comprassi anche un vestitino che secondo lei mi stava "divinamente".
Stavamo passeggiando per la galleria centrale, quando vedemmo una figura familiare avvicinarsi a noi. "Ciao Giovanni!" Salutò Alessandro.
"Ciao Ross!" Esclamò, dandomi un bacio sulla guancia.
"Che ci fate qui?" Domandò.
"Più o meno quello che fai tu!" Risposi, "sei qui da solo?"
"Oh no, sono qui con... Eccolo, ti presento Leiner!"
Il ragazzo appena presentato mi scrutò con i suoi occhi scuri, poi mi rivolse un sorriso. Aveva dei denti bianchissimi e un sorriso luminoso.
"Piacere, Leiner"
"Piacere, Rossella, ma chiamami Ross!" Dissi. A dire il vero, quel ragazzo mi ispirava fiducia e simpatia.
"A te non lo presento perché..."
"Si, ci siamo conosciuti ieri sera" continuò mio fratello, interrompendo Alessandro.
"Bene, allora buon proseguimento!" Li congedai.
Dopo esserci salutati, continuammo la nostra passeggiata. Quando arrivammo a casa, erano quasi le sei di pomeriggio. Decisi che era arrivato il momento di ripassare letteratura italiana per il giorno dopo, così mi sedetti alla scrivania e iniziai a leggere, quando il suono di una chitarra elettrica mi interruppe.
"Non ci posso credere!" Sbuffai, portandomi le mani alle tempie. Quel ragazzo stava involontariamente mettendo alla prova la mia pazienza.
Scattai dalla sedia, ero decisa a salire a casa sua e fargli una scenata.
Sentivo l'adrenalina crescere man mano che salivo le scale, adrenalina mista all'ansia di vedere finalmente il volto di quello sconosciuto.
Bussai un paio di volte, ma lui continuava a suonare. Poi si fermò. Bussai ancora un a volta, più forte. Poi sentii dei passi verso la porta e finalmente aprì.
"Che ci fai qui?"
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Broken glass-Dear Jack
Fanfic"Lui la distruggeva e la ricostruiva. Ecco cosa faceva. distruggeva per settimane e poi c'era quel giorno in cui riusciva, con una sola frase a ricostruirla e solo il pensiero di quella frase la teneva tutta intera per giorni. Lui era amaro e dolce...