Vedere la foto della sua mamma su quella lapide di un ormai vecchio marmo gelido e opaco gli aveva fatto male come sempre, anzi ora forse ora un po' di più.
Stava crescendo oramai e non era più quel bambino scapestrato e combinaguai che la mamma aveva lasciato dieci anni prima.
Ora che era quasi un uomo accusava, forse ancora di più, quella mancanza così sfiaccante e profonda degli occhi allegri della mamma, del suo sguardo dolce e comprensivo, della sua voce sempre pacata e calma e delle sue mani delicate e morbide.Sana, di ritorno dal cimitero, lo vedeva camminare con le mani in tasca e lo sguardo basso, era assorto nei suoi pensieri e sul volto aveva un'espressione di latente tristezza.
Decise di fermarsi, per aspettare che Samuel la raggiungesse, poi si voltò verso di lui e, in modo a tratti goffo, gli sorrise.Samuel la guardò per qualche istante e poi in modo impacciato e per certi versi insicuro si sforzò di ricambiarle il sorriso.
《Ti va, di venire a casa della nonna?》gli chiese all'improvviso.
Lui la scrutò socchiudendo i suoi occhi profondi e scuri cercando di soppesare le sue parole, poi decise di accettare.Ricordava, che Sana qualche tempo prima, avesse descritto la casa della nonna come un posto incantato il cui unico rumore percepibile da lì era solo lo scorrere lento del fiume e lui in quel momento aveva giusto bisogno di un po' di tranquillità.
Ora aveva il bisogno di allontanare dalla mente tutti quei pensieri tristi che lo stavano tormentando in quella giornata uggiosa ed estremamente pesante e senza un'apparente fine.
Così, man mano che si avvicinavano alla villetta in mezzo al verde, Samuel provava sempre più una sensazione di pace e di isolamento dai suoi pensieri che fino a qualche minuto prima urlavano e scalciavano nella sua mente.
Quella villetta, che si ergeva dinanzi a loro man mano che vi avanzavano, era costeggia dal fiume e da quella direzione si sentiva solo lo scroscio calmo delle sue acque ed in lontananza, si udiva il garrire delle rondini, che in stormo si dirigevano verso sud.
《Sei mai stato a pesca qui?》gli chiese Sana, facendo comparire sul viso, un' espressione di pura curiosità.
Samuel fece segno di no col capo poi tornò a guardarsi intorno stupefatto da quell'immagine così rassicurante e serena che quella visione gli trasmetteva ogni passo sempre di più.Una volta che entrarono in casa gli si avvicinò la nonna di Sana.
《Ciao, tu sei Samuel, vero? Sana mi ha parlato tanto di te!》gli pose la mano per salutarlo.
《Io sono Adelaide, ma per gli amici Adele, la nonna rompiscatole di Rossana.》continuò, facendo comparire sul suo viso segnato dall'età e dal tempo un sorriso gioioso.Samuel si sforzò di superare l'imbarazzo che in quel momento provava ed in silenzio strinse la sua mano con un presa salda e decisa.
La scrutava nelle movenze e nei dettagli più nascosti e si sentiva stranamente sempre più a suo agio.Adele, era una donna sulla settantina,aveva lunghi capelli brizzolati raccolti in un morbido chignon ed i suoi vistosi e grandi occhiali bianchi le illuminavano il viso sorridente ed allegro che aveva.
Il colore degli occhi era del nocciola caldo di Rossana ed anche il loro taglio, che andava leggermente all'insù, era simile a quello della nipote.
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Ti Voglio Bene Veramente.
Teen FictionQuesta storia parla di Rossana e Samuel, due ragazzi diversi ma allo stesso tempo tanto simili. Lei solare ed estroversa, lui introverso e chiuso. Lei studiosa e creativa, lui costantemente con la testa fra le nuvole. Sono due mondi diversi...