Quell'abbraccio così improvviso si era rivelato fonte di imbarazzo per entrambi ed ora che ciascuno di loro aveva addosso il profumo dell'altro risultava ancora più difficile ritornare a qualche istante prima di esso.
Samuel si schiarì la voce, le sorrise e poi, senza dire nulla, imboccò le scale per salire su in camera sua.
Lei lo seguì in silenzio.
Quando finalmente furono al primo piano Sana bloccò improvvisamente la sua camminata per affacciarsi alla finestra del corridoio che conduceva alle loro stanze.
Poggiò, poi, la fronte sul vetro che nel giro di qualche istante si appannò nella sua interezza.Da quel punto si intravedeva il fiume immerso nel verde che poi tanto verde non era più visto che tutto intorno a loro era diventato completamente bianco, ormai: gli alberi lato via, l'erba del loro giardino, i contorni delle abitazioni circostanti e persino il tetto del campanile della città era ricoperto di una coltre di neve soffice.
Da quella prospettiva, se si alzava un po' di più sulle punte, Sana riusciva persino a vedere le sagome delle persone che, lente e serene, lasciavano la chiesa, dopo aver presenziato alla Santa Messa di Natale, per recarsi presso il tepore delle proprie case.
《Te l'ho mai detto quanto la ami?》esclamò d'un tratto rivolgendosi a Samuel che si era fermato qualche metro dietro di lei.
La neve che cadeva lenta e silenziosa nel buio della notte di Natale aveva sempre avuto un nonsochè di magico per lei.
Samuel non le rispose ma in compenso le si avvicinò di qualche passo.
La sua dolcezza, la sua profondità d'animo, la sua bellezza erano tutte qualità che alla lunga avavano iniziato a tormentarlo e lentamente l'avevano sfinito ogni giorno sempre un po' di più.
Ora che lei si trovava lì davanti a lui, con il suo nasino alla francese schiacciato contro i vetri di una finestra appannata, nulla, per lui, poteva essere altrettanto bello ed interessante come quella banale scena con lei da protagonista.
《Sembri una bambina, Rossana》esclamò d'un tratto, posizionadosi di fianco a lei.
Seguirono attimi di silenzio intervallati solo dal suono delle campane che suonavano a festa nonostante fosse notte fonda e dal vociare, sempre più debole, che proveniva dalla loro cucina al piano di sotto.
Così, nella penombra di quel corridoio illuminato solo da una delle cinque applique in ottone e vetro diamantato, Samuel si prese del tempo per osservarla attentamente mentre lei continuava a scrutare il mondo che calmo si addormentava immerso nella magia del Natale.Bip.Bip. BIP. Bip Bip.
Il silenzio di quegli attimi venne bruscamente interrotto dal suono del telefono di Samuel, che dopo averlo preso dalla tasca dei suoi jeans si affrettò ad aprire quella bustina che lampeggiava con insistenza sul suo display.
Da Cristian
" Martini, io e gli altri ragazzi ci vediamo all' 1:30 davanti al BarCentral e da lì ci muoviamo verso qualche discoteca tipo UpandUp oppure l'Africana...
Ad ogni modo fatti trovare lì che stasera spacchiamo...me lo sento."Riposò il cellulare in tasca ed indietreggiò di qualche passo da Sana -che sembrava non essersi accorta di nulla- così da poterla guardare meglio: il suo profilo delicato rifletteva alla luce flebile della luna, le sue labbra erano leggermente curvate verso l'alto ed i suoi occhi parevano totalmente persi in qualche punto lì fuori da quella finestra.
Avrebbe potuto scrutarla per ore, instancabilmente.
Era lì difronte a lui, bella e pura come sempre e questo a Samuel bastava.
STAI LEGGENDO
Ti Voglio Bene Veramente.
Teen FictionQuesta storia parla di Rossana e Samuel, due ragazzi diversi ma allo stesso tempo tanto simili. Lei solare ed estroversa, lui introverso e chiuso. Lei studiosa e creativa, lui costantemente con la testa fra le nuvole. Sono due mondi diversi...