Un succo alla pesca ed una fetta di ciambella divorati in meno di quattro minuti e mezzo.
Sana aveva battuto ogni record quella mattina.
Così ingoiò l'ultimo pezzettino di cioccolato rimasto nel piatto, si alzò lentamente dalla sedia e si diresse spedita verso le scale.Nel mentre le saliva ad una ad una evitò accuratamente di guardare verso la cucina, sentiva gli occhi di tutti loro addosso e voltarsi indietro avrebbe voluto dire essere costretta a dare loro delle spiegazioni sul suo pessimo stato d'animo.
In quel momento l'unica cosa di cui sentiva realmente il bisogno era correre in fretta lontano da Samuel.
Lontano dal suo sguardo.
Lontano da quello che continuava a provare per lui all'indomani di quel bacio.Entrò in camera sua e si gettò di peso sul letto ancora sfatto.
Chiuse gli occhi e si portò entrambe le mani su di essi, alzò per il nervoso un grido stridulo e poi lasciò cadere con forza i suoi pugni sul materasso.Non si sarebbe mai aspettata che tutto potesse diventare così complicato nel giro di così poco tempo.
Qualche ora prima, sullo stesso letto, nel rimurginare sul da farsi, aveva ingenuamente creduto che sistemare le cose con Samuel sarebbe stata una cosa alquanto semplice.
Un gioco da ragazzi insomma. Una cosa del tipo:"ehi, ciao, hai presente il bacio di ieri? Bhe ecco, non ci riprovare più perchè altrimenti finisco con il perdere la testa per te e questo credo che mia madre non me lo perdonerebbe mai, quindi...amici come prima, ok?
Questo vuol dire che io continuerò a passarti le versioni di latino nei compiti in classe ed a suggerirti le risposte esatte durante le interrogazioni a patto che tu continuerai ad aiutarmi con gli esercizi per gli addominali a giorni alterni dopo cena ed a ridere puntualmente di me quando tra il settimo e l'ottavo inizio ad accusare un attacco di cuore ed a collassare sul pavimento di camera tua.
Facciamo finta che non sia accaduto nulla dai, ci vediamo dopo per una partita alla play, ti va?"Invece non era andata proprio così e lei in quei quattro minuti e mezzo non era stata neanche in grado di sopportare il peso del suo sguardo e così come un ladro colto in flagranza cerca di scappare via per far perdere le proprie tracce alla polizia, lei era fuggita di corsa in camera sua, con l'unica differenza sostanziale che ora chi la cercava sapeva perfettamente dove trovarla.
Si alzò con un balzo dal letto, si diresse verso la finestra che dava sul viale alberato e puntò la sua attenzione sul riflesso arcobaleno che il sole produceva sull'acqua scura del fiume.
Quel silenzio fu di colpo interrotto dallo scricchiolio della sua porta che lentamente si spalancava e dal successivo rumore di passi veloci che poi udì fermarsi qualche centimetro dietro di lei.
Si voltò e lo vide lì davanti a lei con addosso soltanto una maglia a maniche corte e dei nuovi pantaloncini da basket blu con dei dettagli in giallo.
Soffermò, poi, il suo sguardo sul viso di lui e notò che quella mattina portava anche gli occhiali da vista.Strano. Pensò, visto che li indossava solo rarissime volte essendo ancora abbastanza riluttate all'idea di doverli portare per gran parte della giornata.
Assurdo come non li avesse notati prima, così come era assurdo come non avesse notato, in quei maledetti quattro minuti e mezzo, il suo sguardo stanco ed appesantito, chiaro segno che non era stata l'unica che quella notte in quella casa non aveva chiuso occhio.
《Ciao》le bisbigliò non appena i loro sguardi si incrociarono.
《Ciao》gli rispose di rimando.
Poi abbassò gli occhi ed iniziò a fissare un punto qualsiasi del parquet della sua stanza.《Cos' hai che non và, Sana?》le chiese accorciando ulteriormente le distanze tra loro.
Poi prese la mano di lei e la strinse forte nella sua.
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Ti Voglio Bene Veramente.
Novela JuvenilQuesta storia parla di Rossana e Samuel, due ragazzi diversi ma allo stesso tempo tanto simili. Lei solare ed estroversa, lui introverso e chiuso. Lei studiosa e creativa, lui costantemente con la testa fra le nuvole. Sono due mondi diversi...