cap 5: l'inizio di tutto.

549 13 57
                                    

Il giorno dopo...

Era una mattina di novembre, il tempo era mite e dalla finestra della classe di Samuel e Rossana si vedeva il mare in lontananza.
Il giardino della scuola era ricoperto di foglie rosse e gialle svolazzanti 
e gli alberi imponenti, facevano ombra al sole ancora troppo caldo per quel mese autunnale.

Rossana quella mattina era più felice del solito e nulla avrebbe potuto farle cambiare umore, il giorno prima, infatti, si era recata presso gli studi televisivi ed aveva avuto modo di conoscere già gran parte del cast, tutto era più reale ora che aveva conosciuto anche i suoi colleghi... ora era certa che non fosse un sogno, quello che stava vivendo, bensì una splendida realtà.

Le sue compagne di classe la guardavano con aria sognante, mentre lei spiegava loro di cosa avrebbe trattato la serie tv a cui avrebbe preso parte di lì a poco.

Quella mattina i suoi lunghi capelli castani erano raccolti in una grande coda di cavallo,  un velo di fard  le illuminava le guancia un po' più rosse del solito e sulle labbra aveva un filo di lucido al sapore di fragola.

Aveva in dosso una camicetta bianca ed un jeans blu scuro con qualche strappo sulle ginocchia, le converse blu e lo zaino rosso.

《Sana, ma è vero che reciterai con Salvatore D'Amato? 》le chiese, ad un tratto Sonia.

Salvatore D'Amato era l'attore del momento, quello più apprezzato dalle ragazzine, non passava infatti, giorno in cui una rivista di gossip non gli dedicava un articolo tutto per lui.

Aveva la bellezza di un Dio greco, era alto, biondo ed aveva profondi occhi azzurri.
Ogni giorno si vedeva attribuire erroneamente una fiamma nuova e questo a lui andava più che bene.

Aveva preso parte a diversi film sia sul grande schermo che sul piccolo.

Suo padre, era Carlos D'Amato.
Un attore di fama internazionale che aveva prestato il suo volto a numerosissimi prodotti televisivi, anche oltreoceano, e questo faceva sì che Salvatore fosse amato da una vasta fetta del pubblico televisivo.

《Sì!》sorrise soddisfatta, Sana.

E mentre le ragazze esultavano felici in coro, lei sentiva sempre di più, gli occhi dei ragazzi puntati su di sé.
Si voltò all'improvviso dall'altra parte dell'aula e notò Cristian fissarla insistentemente.

Quello sguardo pieno di ira la metteva parecchio in soggezione.

《Cosa ti prende?》le chiese d'un tratto Martina, accorgendosi che qualcosa la stava turbando.

《Non ce la faccio più Martina, questa storia deve finire!》le rispose volgendo di nuovo il suo sguardo verso il gruppo dei ragazzi.

Martina capì all'istante a cosa l'amica  si stava riferendo.

《Già, sono d'accordo, non ne possiamo più.
Ieri Cristian, dette uno spintone ad Alessia e tuttora non sappiamo il perchè.
Stavamo per i fatti nostri quando ad un tratto ci si avvicinò e ci iniziò a stuzzicare, poi, quando Alessia provò a tornare al suo posto la spinse con violenza, ci mancò poco non urtasse la testa contro lo spigolo dell'armadietto.
Poi, ovviamente, nacque una discussione a cui l'unico a non prendere parte fu Max.
Samuel, come il suo solito, rimase seduto al suo banco mentre con fare soddisfatto guardava Cristian e gli altri venirci contro.

Alessia uscì di corsa fuori dall'aula e Marika corse a chiamare il preside.
Purtroppo, però, non c'era ed al posto suo accorse il vicepreside che dopo una iniziale ramanzina ed una semplice nota se ne tornò in presidenza lasciandoci di nuovo
in balìa di quei pazzi!.》

《Ti prometto che risolveremo la situazione.
Non oggi, ma domani parlerò personalmente col preside e se non prenderà una posizione chiamerò le televisioni e le riviste locali...
Ho parecchi amici che potrebbero aiutarci lì, purtroppo ho capito che il preside ed i professori hanno le mani legate, più di quello che fanno non possono fare!》le rispose, Sana, con aria stanca.

《Ok ...》sbuffò Martina.

Poco dopo arrivò il professore di italiano e dopo essersi messi tutti al proprio posto ebbe inizio la lezione sui promessi sposi.

Sana, però, continuava ad avere l'impressione di avere su di sé lo sguardo di Cristian,
e quella situazione la metteva sempre più a disagio.

Si girò più volte verso Cristian, Max e Samuel e vide, contro ogni sua aspettativa, che erano intenti a guardare altrove.
Quindi si convinse che quella sensazione fosse solo una sua impressione e che non rispecchiasse, invece, la realtà.

《Cos' hai?》le chiese d'un tratto, Marika, voltandosi verso di lei.
《Nulla, nulla》le rispose, abbozzando un sorriso.

Poi si voltò di nuovo verso Samuel, quella volta però, il suo sguardo si incrociò con quello di lui.

Samuel, era al suo posto, assorto tra i suoi pensieri e con una penna scarabocchiava, distrattamente, sul banco.

La sua maglia bianca metteva in evidenza il suo colorito scuro ed i suoi capelli neri.

I suoi occhi castani in quegli istanti puntavano verso la direzione di lei sembrava la stesse fissando mentre con il pensiero si trovava altrove.

Dopo un' iniziale stupore Sana abbassò il suo sguardo, palesemente in imbarazzo, lui si disincantò e continuò a fissarla per qualche frazione di secondo.

Notò che involontariamente l'aveva messa a disagio e questo per un attimo lo fece sorridere, poi, però, tornò di nuovo tra i suoi pensieri.

Il giorno dopo Sana una volta che entrò in aula,  si trovò l' ennesima scena di devastazione della sua classe.

Banchi ammassati sotto una parete, quaderni che volavano, ragazze terrorizzate
ragazzi che giocavano a pallone con fogli accartocciati e Samuel con aria strafottente seduto sulla cattedra, mentre divertito assisteva a quella scena, sempre più comune è frequente.

Era da parecchio che aveva intenzione di chiarire la situazione in classe,
i suoi voti erano costantemente in calo e le ragazze erano diventate sempre più ostaggi di quella massa di balordi.

Così, forte anche della conversazione che ebbe con Martina il giorno prima, sbottò rivolgendosi principalmente a quello che per lei era l'artefice di tutto.

《Suppongo che anche questa volta, ci sia di mezzo tu, Samuel.
Credi che tutto questo baccano sia utile per qualcosa?
Credi che così facendo, passerai alla quinta?
Beh sai, piccolo Samuel, a me non importa nulla di che fine farai tu,
ciò che conta è che io e le ragazze torniamo a stare tranquille come una volta.
quindi ora o finisce questa storia oppure....》

Samuel, si voltò verso di lei stupito per quella reazione improvvisa ed inattesa e, soprattutto, per quel tono nervoso che aveva assunto tutto ad un tratto.

Oppure?》le chiese, con aria di sfida.

《Oppure..》continuò Sana.

《Finisce che vi faremo cambiare aula, firmeremo una petizione e vi faremo smistare nelle altre quattro aule dello scientifico, mi sono informata e si può fare.
Ora tocca a voi capire se vi sta bene dividervi oppure preferite stare assieme ma alle nostre condizioni!》

《Martinengo, hai vinto...》 esclamò, il professore di italiano,  Bobbio, che aveva assistito la scena restando sull' uscio dell'aula.

《Questa è una proposta che farò stesso oggi al preside!》continuò, lanciando uno sguardo di sfida ai ragazzi che, iniziando a temere il peggio, iniziarono a ripristinare l'ordine in classe lasciando che la lezione proseguisse, poi,  in silenzio.

Samuel si sistemò al suo posto e continuò a fissarla.
Cosa le era preso? Perché gli si era rivolta in quel modo contro?
E, soprattutto, perché in quel momento in cui gli aveva urlato tutto l'odio che provava verso di lui, gli era sembrata stranamente più bella?
Tutte quelle domande però, ben presto, lasciarono spazio ai suoi pensieri sempre più negativi e malinconici.
Aprì lo zaino e prese i suoi auricolari, poggiò la testa sul banco e chiuse gli occhi.

Domani è un altro giorno, pensò.

Ti Voglio Bene Veramente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora