CAP. 15 I RAGAZZI CHE SI AMANO

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******* Music: "Living in a lie", Guano Apes

Stanotte ho finalmente dormito, a quanto pare la sfogata di ieri mi ha fatta sentire meglio.  Mi infilo un jeans elasticizzato e noto di aver perso peso perché mi scivola sui fianchi con più facilità. Indosso la mia morbidissima sciarpa in cachemire, gli stivali da neve e il cappello di lana, oggi fa molto freddo.
I   fiocchi   di   neve   rendono   l'asfalto   scivoloso,   cammino   piano   per   non   cadere, dirigendomi verso la libreria.

Ci ho messo quasi due ore a sistemare uno scaffale con un'intera collana di libri di poesie. Sono bellissimi però, con le loro copertine curate ed eleganti verrebbe voglia di leggerli tutti!
Mi   siedo   per   riposare   cinque   minuti,   sono   sola   nel   negozio,   ne   prendo   uno   a   caso.
L'autore si chiama Jacques Prevert, leggo ad alta voce una poesia a caso: " i ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte/ e i passanti che passano li segnano a dito/ ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno/ è la loro ombra soltanto che trema nella notte/ stimolando la rabbia dei passanti, la loro rabbia, il loro disprezzo, la loro invidia/ i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno/ esistono altrove   molto   più   lontani   della   notte... 
"Molto   più   in   alto   del   giorno nell'abbagliante splendore del loro primo amore"..., sussurra dolcemente Damon con la sua voce calda e appassionata.
Il mio petto fa fatica a contenere i battiti del cuore che, per l'emozione, sta per esplodere. Mi giro di scatto ed il mio sguardo incrocia i   suoi   meravigliosi   occhi   color   ghiaccio,   così   vicini   ai   miei.
Improvvisamente   la   sua   mano   mi   sfiora,   sento   le   sue   dita   intrecciarsi   alle   mie.
Erotismo e tenerezza si mescolano dentro di me generando un desiderio di piacere.
Una   voglia   incontenibile   invade   il   mio   corpo   di   struggente   passione   che   mi   fa capitolare senza condizioni. Sento la sua pelle sensuale sfiorare la mia guancia e le sue labbra cercare le mie.

"Non posso, il mio capo è nei paraggi!", esclamo guardinga.
"Allora ti chiamo, a che ora finisci?", mormora.
"Circa alle tre", rispondo.

Mi   lascia   la   mano   e   si   dirige   lentamente   verso   l'uscita,   poi   si   volta   verso   di   me rivolgendomi un occhiolino. La porta si chiude dietro di lui.
Mi guardo intorno, per fortuna nessuno ha visto niente. Ci metto un po' a realizzare l'accaduto, faccio fatica a metabolizzare tutte queste emozioni.
Come sapeva che lavoro qui?
Un cliente mi desta da tutti questi pensieri chiedendomi un consiglio su un libro, non vedo l'ora di finire questa giornata di lavoro.

Uscita dalla libreria mi incammino verso casa, piano poiché il suolo è ancora scivoloso dalla nevicata. Sono passate le tre, guardo continuamente il telefono in ansia per la sua telefonata, arrivo fino a casa, ancora niente. Apro l'uscio, mi spoglio del cappotto e del   cappello,   vado  verso  la   cucina   sentendo  la   voce   di   qualcuno   che   parla   con   mia sorella ... è lui! Oddio, anziché chiamarmi si è presentato qui a casa, diventerò rossa come un peperone! Aspetto un secondo per riprendermi, faccio mentalmente un po' di training   autogeno   e   decido   di   entrare.   "Ciao!",   esclamo   diventando   paonazza. 
Lui si volta verso di me sorridendo, le sue gote si accendono di fuoco quasi quanto le mie.

"Damon ti  cercava,  intanto parlavamo del  più  e del  meno... ehm.. mi  sono appena ricordata   di   fare   una   telefonata,   vado!",   afferma   Verity   accennando   un   occhiolino.

Il silenzio regna sovrano appena mia sorella esce dalla cucina. È troppo imbarazzante rimanere soli in una stanza con una persona che ti fa impazzire e non sai come gestire.

"Ciao, come va?! Sei venuto direttamente, credevo mi chiamassi?!", affermo con voce tremolante.
"Si,   ne   ho   approfittato   anche   per   passare   a   salutare   Queen...   che   poi   non   c'è...", risponde, guardandomi dritto negli occhi. 
"Poi volevo chiederti di uscire con me..."

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