CAP.27 RIVELAZIONI parte 2

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***** Scorri la foto, Music: "Love of The brain", Rihanna

"Ti ho turbato? Scusa, non avrei dovuto raccontarti una cosa del genere, ma sei diventata così importante per me da non poterne farne a meno", afferma visibilmente provato.
"Non ti giudico, posso capire...", mormoro.
"Davvero?", replica come sollevato  dalla mia affermazione.
"Ehm... si, posso capire perché anch'io ho avuto delle brutte esperienze in famiglia", continuo cercando di non andare oltre.
"Cioè, che ti è successo? È per questo che sei andata via di casa?", insiste senza preoccuparsi troppo di essere indiscreto.
"Forse...", rispondo continuando ad essere evasiva ma ottenendo l'effetto contrario.
"Ti va di raccontarmelo? Vorrei sapere di più su di te, in fondo io mi sono completamente aperto", esclama prendendomi la mano.
Mentre lo fa mi accorgo di quanto sia bello: i suoi occhi così profondi sono ormai la mia droga. Non vedeva l'ora di raccontare la sua brutta esperienza a qualcuno che finalmente avrebbe potuto capirlo... non posso tradirlo.
Mi sono sempre considerata la ragazza di fumo: senza una dimora fissa, senza radici, non meritevole di affetto, parecchio enigmatica, alquanto ermetica, troppo contorta... un essere confuso e inconsistente. Per la prima volta nella mia vita ho trovato una persona così simile a me: noi due insieme, come due anime gemelle in cerca di pace.

"Vorrei sapere tutto di te, Kym... sai, credo di essermi innamorato di te", le sue parole sono come musica, era ciò che sognavo da una vita sentirmi dire.
"Anch'io provo per te un qualcosa di speciale", mi sforzo di tirare fuori parole coerenti con quello che realmente provo dentro.
"Io e te siamo come due anime smarrite", le sue parole restano sospese nell'aria. Era esattamente ciò a cui stavo pensando io.

"Si è vero, il motivo per cui sono qui è il mio passato scomodo", esclamo iniziando a tirare fuori quello che da troppo tempo mi porto dentro.
Mi trema la voce e mi viene da piangere.
"Cosa ti è successo?", replica.
"Beh, vedi, non è facile neanche per me parlarne... diciamo che sono dovuta crescere troppo in fretta", la voce spezzata lascia spazio ad un pianto che cerco di trattenere.
Poi decido di continuare, glielo devo: "per tanti anni ho subito abusi... e me ne vergogno da morire!", ecco, ce l'ho fatta.
"E' orribile... chi è stato il mostro responsabile di tutto ciò?", chiede restando di stucco come me pochi istanti fa, quando mi ha raccontato dell'omicidio.
"Vedi... quando i miei genitori si sono separati, io e mia sorella avevamo scelto di vivere con nostra madre. Purtroppo poi, dopo poco tempo, lei si è ammalata per poi morire poco tempo dopo; allora siamo state affidate a nostro padre che già viveva con quella donna", le parole vengono fuori come un fiume in piena.
Lui mi guarda con tenerezza continuando a tenermi la mano.
Poi continuo: "da piccola ero una ragazzina sveglia e quella bestia, il fratello di lei, quello che sarebbe dovuto essere mio zio, che frequentava abitualmente casa nostra....", non riesco più a parlare, sento che potrei svenire da un momento all'altro.
Ho il cuore in gola, giramenti di testa e nausea. Questo è ciò che mi succede quando cerco di ricordare.
"Quanto è durato questo incubo?", chiede visibilmente amareggiato.
Credo abbia capito.
"Fino a quando ho deciso di scappare via, mi vergognavo di me stessa, mi sentivo sporca", rispondo.

Ora sa tutto.

"Non è stata colpa tua", urla battendo il pugno sul tavolo, provocandosi dolore.

The Smoking Girl #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora