CAP.41 IL SUPPLIZIO

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Sono sospesa... ma troppo in alto per cadere in picchiata senza farmi male. Non posso più oppormi alle sue sevizie, grido mentre il mio corpo e la mia anima vengono ancora una volta violate nel profondo.
Sono in preda al panico e allo schifo più lurido, il sentimento che sto provando adesso è il terrore assoluto, non reagisco più.
Dopo l'ennesimo schiaffo in pieno viso, riesco solo a dire: "no!", supplicandolo di finire. Smette.
Molla la presa e il mio braccio ciondola verso l'altra metà del letto in direzione del pavimento. Sono esausta, morta, in oblio... smarrita per sempre.
Il silenzio della stanza viene interrotto dal mio respiro irregolare che non riesce a calmarsi neanche quando la mattanza sembra ormai finita.
Ha abusato di me per l'ennesima volta ed io sembro morta, con le lacrime che mi scorrono irrefrenabili lungo le gote. Mi sento ghiacciare il sangue nelle vene, è la paura che serpeggia ancora dentro di me, cosa starà succedendo a Damon?

"Adesso tocca al tuo amichetto!", esclama, allontanandosi nell'altra stanza con un sorrisetto inquietante. Faccio appello a tutte le mie forze e riesco in quei pochi minuti a liberarmi, poi afferro l'abajour dal comodino e, proprio nel momento in cui passa dalla porta per tornare a seviziarmi, gli lancio l'oggetto in faccia.
Il suo volto diventa una maschera di sangue, mentre si dimena cadendo a terra esanime.
Lo lascio lì e mi dirigo con cautela nell'altra stanza: la luce abbagliante del lampadario illumina l'impressionante volto di Damon, riverso sul pavimento in una pozza di sangue accanto a lei. Lilith lo fissa dondolando sulle ginocchia piegate, è completamente pazza.
Quando si accorge della mia presenza, si volta verso di me e mi si avventa addosso afferrandomi una ciocca di capelli, poi prende un coltello da macellaio che aveva appoggiato sul tavolo e cerca di pugnalarmi.
Abbasso prontamente la testa schivando ogni volta le coltellate che tenta di infliggermi, quando per fortuna si fa cadere l'arma, che scivola via sul il pavimento; mi getto come una pantera su di essa e la afferro quando la psicopatica mi tira dalle caviglie.
Con tutta la forza che mi rimane, mi volto sferrandole un calcio in faccia, poi  mi tiro su e mi accanisco su di lei accoltellandola ripetutamente.
Non so con quante pugnalate l'avrò castigata, vedo solo il suo sangue schizzare a zampilli in tutte le direzioni, che mi sporca la faccia e le mani.

"Merda, l'ho ammazzata!"
Mi chino con le ginocchia a terra mentre l'elettricità attraversa tutto il mio corpo. Controllo lo stato di salute di Damon: gli poggio due dita sul collo assicurandomi che il suo cuore batta ancora. Batte.Cosa faccio adesso?
"Damon svegliati!", urlo continuando a scuoterlo invano visto che non apre gli occhi.
Poi intravedo, con la coda dell'occhio, la figura losca della bestia che, ancora viva, si avvicina da dietro:
"brutta puttanella, volevi ammazzarmi?!"
Sento l'odore nauseante della sua colonia che mi fa rivoltare lo stomaco.
"Si, speravo fossi morto! Tu sei un mostro, mi hai rovinato la vita!!!", strillo, mentre sento l'adrenalina scorrermi dentro. È sempre più vicino adesso, il mio respiro è affannoso.
"Guardati", mi lancia un'occhiata lasciva. " Sei tutta sporca e scommetto che sei ancora bagnata... lo so che lo vuoi ancora, è?"

La mia paura ha superato il livello di guardia, minacciando di travolgermi.

The Smoking Girl #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora