Secondo giorno - 1

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«No, mamma. Questo sabato non ci siamo, te l'ho detto.»
Christine ronzava nei pressi della sua scrivania. Si avvicinò, lasciò cadere un paio di fogli. Dopodiché sfrecciò via, come un'ape che ha appena impollinato un brutto fiore e passa a quello successivo. Mike cercò il suo fermacarte a forma di Morte Nera, ma sembrava scomparso.
«No, nessun problema con Vanessa» disse allo smartphone, «è che sono molto impegnato. Sai, il progetto di Phoenix.»
Era un nuovo giorno anche per l'uomo sull'isolotto. In questo momento si stava sgranchendo le braccia per la milionesima volta. Mike gli fece un saluto militare. «Sì, le medicine te le porto comunque. Stai tranquilla.»
Anderson, o meglio la sua testa, fece capolino nel loro ufficio. Con il dito ordinò a Mike di seguirlo.
Lui si ricompose. «Ok, ora devo proprio andare. Ciao. Sì, ciao. Ciao.»
Alle spalle del capo, attraverso il vetro, s'intravedeva l'ombra alta e storta di Paul.

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