Terzo giorno - 2

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Quando arrivò in ufficio trovò tutti in piedi. Le loro facce dicevano tutto quello che c'era da dire.
«Mike» disse Christine, staccandosi dal gruppo.
Mike alzò un dito e corse verso il computer. Strappò il post-it con scritto Non toccare assolutamente, e controllò lo schermo. L'omino pescava, come prima, solo che adesso stava seduto sulla cassa. E c'era qualcosa, nella sabbia. Mike si sporse per guardare meglio.
Christine gli appoggiò una mano sulla spalla.
«Andiamo subito» disse lui. «Un secondo solo, Christine.» Doveva accedere ai file dell'incontro, ma non se la sentiva di disattivare il salvaschermo proprio in quel momento.
«Senti...»
«Cosa cazzo c'è? Sai cosa vuol dire un attimo?»
Lei si schiarì la voce. «Dentro ci sono i ragazzi di Paul. Tu eri fuori, così Anderson ha fatto entrare Paul. Phoenix è roba loro, adesso.»
Non disse altro. Tra i suoi colleghi, c'era chi si guardava le scarpe, chi stringeva i pugni senza fiatare.
Nello schermo, sulla spiaggia, bianco, sferico e pixelloso - ma inconfondibile - c'era invece il suo maledetto fermacarte a forma di Morte Nera.


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